giovedì 14 ottobre 2021

The City in the Middle of the Night

The City in the Middle of the Night è un romanzo della scrittrice Charlie Jane Anders, arrivato finalista al Premio Arthur C. Clarke e vincitore di quello Locus nel 2020. Non mi risulta che sia stato ancora tradotto in italiano, e non avendolo visto discusso in giro ho come l’impressione che l’abbia letto solo io, qua da noi.

Il romanzo è ambientato su January, un pianeta a rotazione sincrona dove una faccia è sempre rivolta verso il suo sole mentre l’altra giace nella più totale oscurità.

Un’astronave generazionale proveniente da una Terra in disfacimento raggiunse questo pianeta e ne colonizzò la fascia intermedia, unico luogo dove la temperatura e le condizioni ambientali consentivano la vita umana.

L’assenza di un ciclo giorno notte portò al formarsi di una cultura estremamente rigida dove le ore di sonno e quelle di lavoro sono strettamente regolate con severe punizioni. È la città di Xiosphant. Argelo invece è stata fondata da esuli fuggiti dalla cultura rigida di Xiosphant: è la città che non dorme mai dove ognuno segue i propri ritmi e vige un’anarchia che sarebbe allegra se non ci fossero periodiche battaglie per la supremazia da parte delle nove famiglie più in vista della città.

“The founders of that city had a valid theory of human nature, but they took it too far. That's the problem with grand social ideas in general, they break if you put too much weight on them.”

Villaggi più piccoli sono sparsi nella fascia crepuscolare e contrabbandieri e nomadi tengono i contatti tra queste comunità scambiando beni e idee.

Sophie e Bianca sono due studentesse di Xiosphant e appartengono a un gruppo di rivoluzionari.

“If you control our sleep, then you own our dreams. And from there, it’s easy to master our whole lives”

Sophia si sacrifica auto-accusandosi di una piccola infrazione commessa dall’amica. Lo fa perché crede in lei come futura leader e sotto sotto ne è innamorata. Viene mandata a morire nella zona oscura, ma un gruppo di coccodrilli, alieni del posto, la salvano. Scopre così che i coccodrilli non sono bestie assassine come tutti pensano, ma creature senzienti dotate di una loro cultura e poteri telepatici.

L’altra protagonista è Mouth, ultima rappresentante del popolo nomade dei Cittadini, uccisi da una delle tante minacce del pianeta. Mouth e la sua amica e collega Alyssa devono inventarsi sempre nuovi modi per sopravvivere ai pericoli del pianeta e a quelli delle città.

The City in the Middle of the Night segue le avventure delle protagoniste da Xiosphant, attraverso i pericoli della zona del crepuscolo fino all’anarchica Argelo, e di ritorno a Xiosphant per abbattere la dittatura. Sophie approfondirà il suo rapporto con Bianca e con la cultura aliena, della quale diventerà portavoce dopo essere diventata un ibrido umano-alieno.

Il grosso del romanzo sono le relazioni tra le quattro protagoniste: la dinamica tra di loro segue uno schema fisso che viene ripetuto di continuo.

A si fida di B.
B tradisce A.
A dice a B come il tradimento l'ha fatta sentire.
B promette che non tradirà più A.
(Ripetere)

E fa male vedere i personaggi (sopratutto Sophie) continuare a fare sempre gli stessi errori, continuare a fidarsi della persona sbagliata (nel caso di Sophie, Bianca), chiudersi in una relazione tossica dall'inizio alla fine della storia.

Ma è un po' il tema del romanzo: come le relazioni umane, sia quelle personali tra individui che quelle sociali all'interno di una comunità, tendano a degradarsi. La Terra è in pessime condizioni quando viene abbandonata, gli esuli si dividono per etnia e si massacrano già nel viaggio in astronave, entrambe le città sono sogni andati a male su un pianeta in precario equilibrio ambientale.

Gli unici che tengono duro sono gli alieni Gelet, con la loro telepatia e il loro modo di concepire il tempo e lo spazio.

Dopo tutte le peripezie Sophie giunge alla conclusione che si deve comunque tentare di avere relazioni con gli altri, di costruire qualcosa con loro: “To join with others to shape a future is the holiest act”

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