martedì 27 gennaio 2015

Film della serata: Steamboy

Di film veramente steampunk ce ne sono pochi, almeno in confronto al battage sul genere che si trova in internet. Tra questi c'è sicuramente Steamboy di Katsuhiro Otomo, anime che mi ha fatto innamorare dello steampunk quando lo vidi nel lontano 2004. In realtà ho sempre avuto una passione per il XIX secolo e le (fanta)tecnologie relative, ma è stato con questo film che ho deciso di passare allo steampunk e, in tempi successivi, al retrofuturismo.

Venti anni esatti dopo Akira, che ha avuto un impatto nella cultura cyberpunk giapponese pari a quello avuto da Blade Runner in quella occidentale, Katsuhiro Otomo è uscito con questa opera steampunk ambientata nel 1866 alla vigilia della Grande Esposizione. Protagonista di Steamboy è Ray Steam, tredicenne appartenente a una famiglia di grandi inventori. Come eredità da parte di suo padre Edward e del nonno Lloyd (entrambi famosi inventori) ha ricevuto un'abilità meccanica non comune e una notevole fantasia progettuale.

Le avventure di Ray iniziano quando riceve da parte di suo padre (nella versione inglese doppiato da Patrick Inchinatevi Tutti Stewart) un misterioso costrutto sferico. Il dispositivo, alimentato ad acqua ultrapura, si rivela essere una potente fonte di energia. Tutti vogliono impossessarsi della Sfera per utilizzarla a scopi bellici: il governo inglese, la Fondazione O'Hara (trafficanti d'armi) ed Edward Steam stesso. Ray si trova così coinvolto in inseguimenti, tradimenti e difficili scelte morali.

L'occhio affamato dello steampunker viene pienamente ricompensato dagli aggeggi tecnologici che appaiono sullo schermo: dirigibili, sottomarini, monoruote, armature alimentate a vapore fino ad arrivare all'imponente Steam Castle che sorvola il cielo di Londra – non per niente Steamboy è il risultato di ben dieci anni di meditazione e lavoro di Otomo sull'estetica steampunk e vittoriana, e si vede.

La Sfera è una metafora, per niente velata, dell'energia nucleare e al suo doppio uso civile / bellico.
Steamboy diventa quindi un film che parla del ruolo e della responsabilità della scienza e, sopratutto, dello scienziato nei confronti della società. Ray è teso nella dicotomia rappresentata da suo padre Edward e da suo nonno Lloy: il primo vede la scienza come mezzo per esprimere pienamente la volontà di potenza dell'uomo, mentre per il secondo la scienza esiste per aiutare il prossimo.

Rivedendolo dopo una decina d'anni sono saltati fuori tutti i difetti: i personaggi non proprio approfonditi, la pesantezza di certi discorsi sul ruolo della scienza... ma resta Steamboy, e gli vogliamo bene comunque.

2 commenti:

  1. Non mi andò proprio giù la scena in cui il nonno esce dalla cella scardinando la porta blindata con la forze della PURA INCAZZATURA, ma... sì, è davvero un bel film di animazione.

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    1. Mai sottovalutare la forza della pura incazzatura degli anziani.
      Mai.

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