venerdì 17 dicembre 2021

Empire


Migliaia di anni nel futuro, un potente dispositivo giace smontato e nascosto su più mondi. Qrelon, il cui pianeta è stato distrutto dall'Impero, guida un piccolo gruppo di ribelli che rischia tutto per raccogliere i pezzi e ricostruire la macchina che, una volta completato, sarà l'unica arma abbastanza potente da distruggere il computer delle dimensioni di un pianeta che gestisce l'Impero. Wryn, uno studente di archeologia, viene scelto dall'Impero per assassinare il capo dei ribelli.

Empire è una graphic novel scritta da Samuel Delany e disegnata da Howard Chaykin, disegnatore DC, Marvel Heavy Metal (rivista e film) e Guerre Stellari. Delany era appassionato di fumetti e amico di lunga data con Chaykin. I due videro Empire come un’ottima occasione per sperimentare qualcosa assieme. Joe Jusko aiutò Chaykin con la colorazione, mentre Byron Preiss (il primo editore di Empire) riscrisse un buon 40-50% del testo di Delany.

È stata pubblicata nel 1978 da Byron Preiss Visual Publications.

Racconta in un centinaio di pagine, ognuna divisa in tre vignette, una storia fortemente ispirata a Guerre Stellari: un Impero malvagio che deve essere sconfitto e una banda di ribelli che lottano contro ogni possibilità.


L’unico passo in più rispetto a Guerre Stellari è la forte considerazione di come un’Impero, più che sulla forza brutta, debba basare il suo potere sulla gestione e manipolazione dell’informazione. La ribelle Qrelon ha come obiettivo non quello di distruggere un’arma di distruzione di massa come la Morte Nera, ma i database imperiali usati per controllare le popolazioni assoggettate.

Empire abbandona i baloons per i dialoghi a favore di riquadri di testo che sostanzialmente falliscono nel darle un’impostazione più seria e letteraria. Viene considerata una delle prime graphic novel statunitensi, ma visto che non la comprò praticamente nessuno la sua uscita passò inosservata e non ebbe alcuna influenza sullo sviluppo del genere.

È una pubblicazione interessante per uno studioso dell’opera di Delany per come il linguaggio dell’autore viene tradotto visivamente (e, viceversa, come le immagini vengono narrate).


Piccola curiosità: una storia prequel di Empire, che narra il passato di Qrelon, è stata pubblicata sulla rivista Epic Illustrated nel numero 2 dell’estate 1980, col titolo Seven Moons’ Light Cast Complex Shadows, sempre disegnata da Chaykin.

Uscite thanatoliche di Dicembre

Vi segnalo qui l'uscita di ben due miei racconti ambientati a Thantolia, la prima vera ambientazione open source sword&sorcery italiana, che ho creato assieme ad Alessandro Forlani.






Per un pugno di polvere, edito da Delos con la curatela di Giorgio Smojver, contiene tre racconti di Alessandro e il mio "Nulla è nell'intelletto che non fu già nei sensi".

Ho fatto un esperimento letterario: ho messo come Punto di Vista quello di un protagonista che non capisce assolutamente niente di quello che gli sta accadendo attorno, e che rimane capace di concepire solo i più basilari principi fisici – reazioni chimiche, composizione elementare e relazioni geometriche. 

Da questo punto di vista particolare (e che ha la sua spiegazione alla fine) ne è uscito un racconto macabro e divertente al tempo stesso. Un esperimento, come dicevo, ma penso che lo scrittore debba essere sempre uno scienziato, uno sperimentatore: altrimenti non serve nemmeno mettersi a scrivere.

Alessandro Forlani e Lorenzo Davia, gli inventori di Thanatolia, tornano sul luogo del delitto. Città perdute nel deserto, spettri e ghoul, amori nelle tombe, orge necrofile nei palazzi, entità incomprensibili e incompetenti, poesia della crudeltà e humour nero in quattro storie dal Continente dei Morti.

 


Soundscapes - Storie fantastiche da panorami musicali, antologia curata da Giorgio Sangiorgi, contiene racconti ispirati a una serie di brani musicali composti da autori italiani. Dentro vi potete leggere il mio “Birra con Cerianta”.

Il brano che mi ha ispirato è stato See You - Central Unit di Enrico Giuliani e Natale Nitti:

Un'atmosfera di attesa, un tentare di farsi coraggio bevendo alcolici, in qualche bar o locanda poco frequentata. Tu e il barista, a discutere di vita e di filosofia, tutto pur di non affrontare la realtà fuori dalla porta – che nel caso di Thanatolia è fatta di morte e cimiteri.

Edizioni Scudo a Maggio del 2021 ha promosso un concorso letterario atto a collegare il mondo della musica con quello della letteratura fantastica che si è chiuso a Settembre.
Dopo aver addirittura messo le basi per un’etichetta discografica di Edizioni Scudo (iniziativa che in futuro cercheremo di ampliare per portare nel mondo della musica le stesse logiche di libertà editoriale che abbiamo applicato alla letteratura e alla grafica), abbiamo selezionato dei musicisti che ci hanno concesso l'uso delle loro opere per una compilation di brani musicali, chiedendo poi agli scrittori di lasciarsi ispirare da uno dei brani della raccolta musicale - che può essere ascoltata e scaricata gratuitamente qui:
shieldrecords.bandcamp.com/releases
Il risultato è un’antologia che ha attirato l’attenzione di molti autori ricchi di esperienza, pubblicazioni e riconoscimenti, forse perché soprattutto un autore di esperienza può comprendere l’intima sfida che gli avevamo proposto.
Godetevi dunque l’effetto di quest’impresa, che alle volte ha visto gli autori mettere in campo persino i musicisti stessi, e che ci conduce verso quei confini della realtà che amiamo solcare ogni volta che ce n’è data occasione.

Con racconti di (in ordine di apparizione):

Roberto Zocca, Alessandro Schümperlin, Simone Orlandi, Marco Milani, Carlo Alberto Bentivoglio, Massimo Donda, Edoardo Rosati, Adriano Muzzi, Massimo Acciai Baggiani, Carlo Menzinger, Roberto Furlani, Paolo Durando, Marco Bertoli, Lorenzo Davia, Nicola Lombardi, Maddalena Antonini, Danilo Arona, Annarita Stella Petrino, Rino Casazza, Angelo Marenzana, Giuseppe Massari, Mariano Rampini, Raffaele Formisano, Roberto Frini, Lorenzo Gallus, Gino Andrea Carosini, Andrea Cavallini, Gianpaolo Roselli, Antonella Radogna, Andrea Andreoni, Davide Tarò, Maurizio Matassi, Tamara Vitacchio, Giacomo Federico Rubini, Bruno Vitiello, Luca Oleastri.

sabato 27 novembre 2021

Uscite varie di novembre

I Pirati dei Calabi-Yau: La Maledizione del Primo Portale

È uscita l'antologia Il Fiore della Quintessenza a cura di Sergio Mastrillo.

I Pirati dei Calabi-Yau: La Maledizione del Primo Portale è il mio racconto a tema multidimensionale che potrete leggere assieme ad altre 15 storie di altrettanti autori.

Di cosa parla i Pirati di Calabi-Yau? Di un impero multidimensionale e dei pirati ribelli che lo contrastano, e di un povero ricercatore sottopagato e precario che finisce in mezzo a scontri più grandi di lui...

Il Fiore della Quintessenza
Antologia di racconti fantascientifici a tema Mondi Paralleli/Multiverso
a cura di Sergio Mastrillo
D. Altomare, S. M. Barbacetto, T. C. Blanc, L. Davia, D. Del Popolo Riolo, L. De Santi, I. Drago, A. Forlani, E. Gastaldi, L. Marinelli, M. Morellini, I. Petrarca, G. Repetto, R. Vezza, A. Viscusi, S. Vita
ISBN edizione cartacea: 9788833468990
ISBN edizione eBook (ePub & Mobi): 9788833469010

“Immagina l’intero universo racchiuso in un punto microscopico che viaggia lungo un petalo. Immagina sedici petali con centinaia di universi che s’intrecciano. Stami e Pistilli che si allungano dai vertici di un Ipercubo e zampillano nella Quinta Dimensione. Ecco, ora vedrai una corolla. Immagina strane voci che raccontano sedici storie di mondi incredibili. Remote frequenze. Proiezioni parallele. Crocevia del Sense of Wonder. Ora sentirai la musica del Multiverso. Ecco, ora vedrai un Fiore della Quintessenza.”

Antologia che raccoglie sedici racconti inediti scelti tra i migliori autori di fantascienza in Italia.
Storie che aprono le porte della percezione verso mondi in cui è sempre facile perdersi.
In queste nuove, surreali dimensioni le regole che conosciamo non valgono più, se non per avere un termine di paragone.

Il tempo che occorre a una lacrima per scendere, mio racconto vincitore del Premio Viviani 2019, è uscito nell'ultimo numero della rivista Andromeda, pubblicata da Lettere Elettriche e curata da Alessandro Iascy.





venerdì 19 novembre 2021

Guai su Tritone

Triton è stato scritto da Samuel Delany nel 1974 e pubblicato solo nel 1976, dopo Dhalgren.

Il titolo originale doveva essere Trouble on Triton, a imitazione del titolo dell'opera Trouble in Tahiti di Leonard Bernstein.

Fu accorciato in Triton perché la casa editrice, Bantam Books, preferiva titoli di una parola (come Dune o Dhalgren). Delany aggiunse il sottotitolo "un'ambigua eterotopia", richiamando il romanzo di Ursula Le Guin "The Dispossessed, An Ambiguous Utopia". I due romanzi hanno numerosi punti in comune: entrambi mettono in scena una società "utopica" e i relativi problemi che un singolo potrebbe avere vivendoci dentro.

Delany aveva già scritto una prima stesura di Triton quando lesse Dispossessed; notando i punti in comune modificò alcuni dialoghi nel suo romanzo e aggiunse il sottotitolo col fine di mettere in dialogo i due romanzi. Dialogo che poi Delay approfondì nella sua critica "To Read The Dispossessed" (scritta nel 1977 e che potete leggere nella raccolta di saggi The Jewel-Hinged Jaw: Notes on the Language of Science Fiction) dove ne notava l’eteronormatività e metteva in dubbio la gender neutrality di Anarres (in realtà era un discorso più complicato, perché Delany leggeva il romanzo di Le Guin in confronto con la sua forma ideale).

Nel futuro c'è una guerra in corso tra le colonie sui satelliti dei giganti gassosi e il pianeta Terra. La colonia su Tritone, Tethys, è neutrale ma potrebbe presto rimanere coinvolta nel conflitto.

Quella di Tritone è una società dove le categorie dell'identità (sesso, genere, religione, età, colore della pelle etc…) possono essere scelte e cambiate a piacere. C'è la massima tolleranza per ogni forma di sessualità e famiglia e la natura fluida dell'identità viene riconosciuta e assecondata.

La libertà personale è quasi totale. C'è addirittura un settore di Tethys dove non si applica alcuna legge e nel resto della colonia le persone posso decidere da sole quali insiemi di leggi seguire.

Triton è una colonia socialista, non manca cibo e rifugio per chiunque e non ci sono tasse.

Pianeti come Terra e Marte sono invece ancora legate alle "vecchie" usanze. La Terra è ancora un patriarcato capitalista, mentre Marte sembra essere un matriarcato.

Il protagonista del romanzo è Bron Helstrom, di origine marziana, bello e biondo. Non riesce a essere felice nonostante su Tritone abbia, in teoria, tutto quello che gli serve.

È anche un insopportabile idiota. Si comporta male con le persone, soprattutto con le donne, autogiustificandosi fino all'impossibile. La sua concezione della vita si basa su potere, privilegio, discriminazione: è una specie di incel moderno, che pretende di essere amato nonostante i suoi difetti, e quando non lo è si arrabbia.

È un narcisista ossessionato dai codici e dalle convenzioni sociali. Non ha nemmeno tutta la colpa dei propri difetti: ha importato fantasie e pregiudizi dalla sua giovinezza su Marte che gli impediscono di resistere alla pressione della libertà disponibile.

Riesce a essere fuori luogo in un luogo dove c’è posto per chiunque.

Si innamora di The Spike, un'attrice di microteatro di strada, e ne diventa ossessionato. Fa licenziare una sua sottoposta solo perché teme che possa fare coppia con The Spike.

Viene rifiutato dall'artista: lui cerca una compagna subordinata all'uomo, cosa che su Tritone è inconcepibile. Entra in crisi: si rende conto di essere talmente unico che nessuna donna potrebbe mai innamorarsi di lui. Il cambio di sesso e orientamento sessuale su Tritone sono delle operazione rapide e semplici: decide di diventare la donna che non riesce a trovare.

Da donna, ovviamente, non riesce a trovare un uomo come lui era. La sua visione della donna è quella di una persona passiva, sottoposta all'uomo, e lei ora la incarna; anche se trovasse il suo uomo ideale non potrebbe approcciarlo e dichiararsi. Rimane quindi una donna insoddisfatta perché nella sua concezione dei ruoli di genere la soddisfazione deve appartenere solo all'uomo.

Mentre Bron ha le sue crisi personali e forse (ma solo forse) incomincia a capire il problema che ha, Tritone e gli altri satelliti vincono la guerra con la Terra, la cui popolazione finisce decimata. Ma sono cose che avvengono sullo sfondo, interessano solo relativamente un egoista come Bron, che addirittura visita la terra con una delegazione di Tritoniani, viene arrestato e torturato mentre alcuni della delegazione sono uccisi. Ma lui si preoccupa solo di rimorchiare The Spike.

Fa un effetto strano: è come se in The Expanse seguissimo le vicende di un bimbominchia incel.

Come descrivere un luogo come Tritone? Delany ci inganna: mentre all'inizio sembra una distopia e l'autore inserisce elementi che ce la fanno pensare come tale (per esempio la registrazione di tutto quello che fanno i suoi abitanti) facendoci credere che Bron sia una brava persona schiacciata dalla società, mentre a un certo punto il lettore si accorge che la società è di ispirazione utopica e che è Bron quello con dei grossi problemi.

E quindi, utopia o distopia? Delany usa il termine Eterotopia, ovvero un altro luogo, un termine (e qua sto copiando da Wikipedia) coniato dal filosofo francese Michel Foucault per indicare «quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano».

Tritone è un'eterotopia, descritta nella sua tradizione letteraria (Ice Opera, presa in giro della Space Opera), nelle sue usanze esotiche ed erotiche: è un luogo al tempo stesso famigliare e diverso. L'eterotopia non è perfetta come l'utopia, che resta un modello consolatorio ma insufficiente per l'essere umano, ma è invece in costante cambiamento.

giovedì 14 ottobre 2021

The City in the Middle of the Night

The City in the Middle of the Night è un romanzo della scrittrice Charlie Jane Anders, arrivato finalista al Premio Arthur C. Clarke e vincitore di quello Locus nel 2020. Non mi risulta che sia stato ancora tradotto in italiano, e non avendolo visto discusso in giro ho come l’impressione che l’abbia letto solo io, qua da noi.

Il romanzo è ambientato su January, un pianeta a rotazione sincrona dove una faccia è sempre rivolta verso il suo sole mentre l’altra giace nella più totale oscurità.

Un’astronave generazionale proveniente da una Terra in disfacimento raggiunse questo pianeta e ne colonizzò la fascia intermedia, unico luogo dove la temperatura e le condizioni ambientali consentivano la vita umana.

L’assenza di un ciclo giorno notte portò al formarsi di una cultura estremamente rigida dove le ore di sonno e quelle di lavoro sono strettamente regolate con severe punizioni. È la città di Xiosphant. Argelo invece è stata fondata da esuli fuggiti dalla cultura rigida di Xiosphant: è la città che non dorme mai dove ognuno segue i propri ritmi e vige un’anarchia che sarebbe allegra se non ci fossero periodiche battaglie per la supremazia da parte delle nove famiglie più in vista della città.

“The founders of that city had a valid theory of human nature, but they took it too far. That's the problem with grand social ideas in general, they break if you put too much weight on them.”

Villaggi più piccoli sono sparsi nella fascia crepuscolare e contrabbandieri e nomadi tengono i contatti tra queste comunità scambiando beni e idee.

Sophie e Bianca sono due studentesse di Xiosphant e appartengono a un gruppo di rivoluzionari.

“If you control our sleep, then you own our dreams. And from there, it’s easy to master our whole lives”

Sophia si sacrifica auto-accusandosi di una piccola infrazione commessa dall’amica. Lo fa perché crede in lei come futura leader e sotto sotto ne è innamorata. Viene mandata a morire nella zona oscura, ma un gruppo di coccodrilli, alieni del posto, la salvano. Scopre così che i coccodrilli non sono bestie assassine come tutti pensano, ma creature senzienti dotate di una loro cultura e poteri telepatici.

L’altra protagonista è Mouth, ultima rappresentante del popolo nomade dei Cittadini, uccisi da una delle tante minacce del pianeta. Mouth e la sua amica e collega Alyssa devono inventarsi sempre nuovi modi per sopravvivere ai pericoli del pianeta e a quelli delle città.

The City in the Middle of the Night segue le avventure delle protagoniste da Xiosphant, attraverso i pericoli della zona del crepuscolo fino all’anarchica Argelo, e di ritorno a Xiosphant per abbattere la dittatura. Sophie approfondirà il suo rapporto con Bianca e con la cultura aliena, della quale diventerà portavoce dopo essere diventata un ibrido umano-alieno.

Il grosso del romanzo sono le relazioni tra le quattro protagoniste: la dinamica tra di loro segue uno schema fisso che viene ripetuto di continuo.

A si fida di B.
B tradisce A.
A dice a B come il tradimento l'ha fatta sentire.
B promette che non tradirà più A.
(Ripetere)

E fa male vedere i personaggi (sopratutto Sophie) continuare a fare sempre gli stessi errori, continuare a fidarsi della persona sbagliata (nel caso di Sophie, Bianca), chiudersi in una relazione tossica dall'inizio alla fine della storia.

Ma è un po' il tema del romanzo: come le relazioni umane, sia quelle personali tra individui che quelle sociali all'interno di una comunità, tendano a degradarsi. La Terra è in pessime condizioni quando viene abbandonata, gli esuli si dividono per etnia e si massacrano già nel viaggio in astronave, entrambe le città sono sogni andati a male su un pianeta in precario equilibrio ambientale.

Gli unici che tengono duro sono gli alieni Gelet, con la loro telepatia e il loro modo di concepire il tempo e lo spazio.

Dopo tutte le peripezie Sophie giunge alla conclusione che si deve comunque tentare di avere relazioni con gli altri, di costruire qualcosa con loro: “To join with others to shape a future is the holiest act”

Uscite varie di Ottobre


Manifesto, la rivista di Ignoranza Eroica, la startup letteraria spurgata dalle menti di Jack Sensolini e Luca Mazza.
Racconti! Storie a bivi! Fumetti! È come Topolino, ma con la gente che crepa male.
Ci sono dentro anch'io con il racconto Amore, Morte e l'Aggiornamento Software, l'unico tech-queer islamo-comunista post-connettivista che potrete mai leggere in eTalia.

Il MANIFESTO di Ignoranza Eroica – Libri Letali.
Atmosfere grimdark/western del Regno di Taglia agli echi sanguinari di una Terra Santa Pulp, passando per le apocalissi cosplay e i parchi mutanti di Riviera Napalm, il weird rurale di Bucinella – 25.000 abitanti circa e del Grande Nulla Agricolo e la carneficina orrorifica della Prima Guerra Mondiale. Il fantastico si fa sberleffo e lo splatter si mischia al cyberpunk.

Link per l'acquisto sul sito dell'editore.



È uscita l'antologia Alien Thriller, curata da Vito Introna.Le indicazioni fornite da Vito erano semplici:
- racconti ambientati in Italia, possibilmente nella regione di nascita, provenienza o elezione.
- deve esserci un CRIMINE connesso a una presenza ALIENA.

Non ho potuto resistere alla sfida.

E se il crimine compiuto fosse contravvenire alle leggi della logica?
Nel mio racconto Il Barbiere di Grado è sotto indagine perché rade tutti e solo coloro che non radono se stessi, eppure è sempre sbarbato. Proprio come nel Paradosso del Barbiere di Betrand Russel.
A indagare è l'Agente Speciale H. dell'Istituto per la Difesa della Realtà.

E il mio è solo uno dei tanti racconti presenti:
Quale assurda anomalia si cela sotto la chiesa madre di Grado? Chi è il folle sadico che tortura le mandrie di un latifondista abruzzese? Perché ogni notte qualcuno decanta elegie latine nella campagna barese? Una strana follia collettiva sta divorando uno spento paesino sull'Appennino toscano? Chi sono quegli strani giustizieri che combattono il crimine intorno a Bologna? Cosa fa impazzire gli androidi nella pacifica Venezia del domani? Chi ha sgozzato un giovane imbelle in una mite colonia spaziale romana? Da dove arrivano i cupi assassini che imperversano nelle periferie di Roma nord? Un nuovo governo rigorosamente femminista riuscirà ad azzerare il crimine nel bresciano? Chi è il folle mangiatore di uomini che terrorizza l'agro toscano? Nuova Rovigo riuscirà a respingere le insidie di una misteriosa razza autoctona? Chi sono quei misteriosi giganti che si aggirano salmodiando fra antichi templi nuragici? L'obbligato ritorno alle misure anti-Covid basterà a scongiurare i reati sessuali nel modenese?



È uscita anche 404 - FANTASCIENZA NON CONFORME. Per questa sconvolgente antologia curata da Alessandro Forlani ho lavorato sulla dell'ultimo racconto di un amico scrittore recentemente scomparso, Fabio Ulcigrai. È stata una cosa dolorosa ma un doveroso tributo finale, un commiato sofferto verso una persona alla quale le difficoltà della vita non hanno mai tolto la voglia di scrivere.
"Chi scrive fantascienza non ha come scopo quello di predire il futuro, quanto piuttosto di interpretare il presente. A volte, però, il presente spaventa così tanto che si tace, soffocando scenari non solo spiacevoli, ma anche scomodi, per timore di risultare sgradevoli a chi dovrebbe leggerci, o di non essere presi in considerazione da chi decide cosa possa essere pubblicato o cosa no. Con la giusta consapevolezza, che quasi sempre traspare nelle parole degli autori e delle autrici di questi racconti, si può, si deve, parlare di tutto. Del mondo che sta morendo e della popolazione che preferisce raccontarsi storie boccaccesche piuttosto che agire, del nostro corpo che sembra non bastarci più, perché così ci dice la società, della morte, dell’amore, del futuro, del sesso, della politica. Nelle pagine che leggerete ci sono argomentazioni forti: troverete almeno un racconto, almeno un paragrafo che vi farà storcere il naso, che vi costringerà a fermarvi a pensare a quello che state leggendo. Significa che questa antologia ha raggiunto il suo scopo: parlare, confrontarsi, uscire dalla comfort zone. Non sarà una lettura facile, ma sarà una lettura interessante."
E' un estratto della prefazione di Angela Bernardoni a un progetto cui ho lavorato in questi mesi: un'antologia di fantascienza "non conforme" a cui partecipano dieci tra gli autori italiani più interessanti: Linda De Santi, Alberto Della Rossa, Irene Drago, Giuliana Leone, Maico Morellini, Ilaria Petrarca, Ambra Stancampiano, Lorenzo Davia, Andrea Viscusi e Simone Volponi.
Un volume che (im)modestamente sono convinto che resterà e di cui si parlerà. Un volume che potrebbe diventare un cult.
Per questo motivo, "404 - FANTASCIENZA NON CONFORME" esce con dieci diverse illustrazioni di copertina firmate da Martina Biondini.
Ciascuna copertina è dedicata a uno degli autori e racconti dell'antologia. Il lettore può scegliere la copertina che preferisce.
Affrontate il futuro.

giovedì 26 agosto 2021

The American Shore


Questi due testi formano una coppia interessante che si è vista raramente nell'ambito della fantascienza.

334 è opera dello scrittore Thomas M. Disch e consiste di 6 racconti e un romanzo ambientati nella New York del futuro. Ci sono personaggi ricorrenti e appartenenti alle stesse famiglie anche se di generazioni diverse (passate e future). 334 è uscito nel 1972 ed è stato pubblicato in Italia nel 1976 da Fanucci.

The American Shore è un lungo saggio di Samuel Delany su uno di questi racconti, Angouleme: un'analisi lexia per lexia (unità di costruzione del significato) del racconto dal punto di vista della critica strutturalista, seguita poi alla biografia dell'autore e al contesto nel quale ha scritto il racconto (addirittura ragionando sul colore delle pareti dove visse l'autore mentre scriveva), una storia della fantascienza e alcune riflessioni sull'origine del linguaggio, arrivando fino all'ominide che inventò le prime parole.

Altre opere simili in campo letterario sono S/Z di Roland Barthes (un'analisi del racconto Sarrasine di Balzac) e Maupassant. La semiotica del testo in esercizio di Algirdas J. Greimas (analisi del racconto I Due Amici di Maupassant).

Come dice Barthes in Morte dell'Autore, il testo non consiste in una successione lineare di parole, con un singolo significato "teologico" (dove l'autore è dio), ma uno spazio multidimensionale nel quale si scontrano numerose scritture, nessuna delle quali originale: il testo è un tessuto di citazioni, risultanti da una migliaio di fonti culturali.

Delany distingue tra letteratura ordinaria ("mundane") e letteratura fantascientifica. Mentre nella prima si forma un singolo discorso tra la narrazione e il mondo reale, nella seconda i discorsi sono ben tre: quello tra narrazione e mondo reale, tra narrazione e mondo immaginario, e infine tra mondo reale e mondo immaginario. Questi tre discorsi non sono complementari, ovvero che dati due il terzo sorge spontaneamente: ognuno è unico.

Angouleme racconta di un gruppo di bambini che decidono di commettere un omicidio. Argomento che si sarebbe potuto benissimo narrare in un testo non di fantascienza, ma che ambientato in una New York del futuro dove la storia è andata in un certo modo, dove il costume e la società si sono piegati verso una certa direzione, permette a Disch di comunicare in maniera più economica ed efficace il suo messaggio.

Se poi volete sapere il suo messaggio e il commento di Delany, dovreste leggere per intero The American Shore, anche se purtroppo non è mai stato tradotto in italiano.

Il lockdown prima del lockdown: A Song for a New Day



Nothing like it sounded now. Nothing had ever satisfied her the way writing code did, but now she was the code, and she was being overwritten.

A Song For A New Day è un romanzo che l'autrice Sarah Pinsker ha iniziato a scrivere nel 2015 ed è stato pubblicato nel settembre del 2019. Ha vinto il Premio Nebula 2020 ed è arrivato finalista ai premi Locus e Compton Crook.

Il romanzo immagina un futuro nel quale una pandemia di vaiolo e una serie di attacchi terroristici hanno costretto il governo USA a rendere illegale qualsiasi evento pubblico, compresa la musica dal vivo.

Luce Cannon è una musicista che vive in tour: quando le nuove leggi le impediscono di fare il suo mestiere mette su un giro di concerti dal vivo clandestini.

Rosemary Laws era bambina e troppo giovane per ricordare il mondo di Prima. Cresciuta in questo lockdown-immaginato-prima-del-vero-lockdown, ha contatti con la società solo tramite realtà virtuale, e anche questi ridotti al minimo possibile. Trova lavoro come recruiter per la StageHoloLive, la principale megacorp che trasmette concerti in VR. Suo compito è introdursi nei concerti clandestini, proporre contratti ai musicisti, e assistere alla chiusura della sala illegale da parte della megacorp.

Lo scontro tra Luce e Rosemary sarà inevitabile, disastroso ma segnerà l'inizio di qualcosa.

Il romanzo è stato scritto prima della pandemia di COVID-19, ogni tanto me lo dovevo ricordare durante la lettura, ma il confronto tra quanto narrato e quanto abbiamo vissuto, e il confronto tra i punti di vista di un'artista queer e punk da un lato e di un'impiegata facente parte del sistema di sfruttamento dell'arte dall'altro, generano una serie di discorsi non banali, dove la musica cambia e connette le persone, nonostante un ambiente discografico che punta più a raggiungere un ampio pubblico che a connetterlo intimamente.

sabato 31 luglio 2021

The Tides of Lust: cercare l'ordine nel caos

Siamo negli anni '70 e l'attenzione di Samuel Delany si sposta dalla fantascienza ad altri generi. Il porno, come avevamo già visto in Hogg. Nel 1972 Delany scrive una sceneggiatura per Wonder Woman numero 202 dell'ottobre 1972 (tra l'altro è l'albo del crossover con Fafhrd e Grey Mouser).


Ma di questo magari parleremo un'altra volta.

Nel 1973 esce The Tides of Lust (anche se il titolo proposto dall'autore era Equinox), scritto in contemporanea con Dhalgren, e che con quest'ultimo e il successivo Triton forma una specie di trilogia tenuta assieme da alcuni temi.


The Tides of Lust racconta del capitano (di colore e anonimo) di una barca, The Scorpion, che con i sue due schiavi sessuali (un bambino e una bambina) arriva in una cittadina del sud-est degli Stati Uniti, si unisce in incontri sessuali più o meno pervertiti con vari brutti ceffi del posto, fino a essere testimoni dell'uccisione di due innocenti. Tutto avviene nell'arco di 24 ore dopo le quali la barca lascia il porto.

Detto così sembra la riproposta degli orrori e delle perversioni già viste in Hogg. Questa volta il tema e la struttura sono molto meglio organizzate e danno un senso agli interminabili rapporti sessuali di cui si è volenti o nolenti testimoni.

Il testo fa spesso riferimento a Faust, e ci sono almeno tre personaggi faustiani alla ricerca di una conoscenza proibita: il Capitano, Proctor (artista/scienziato/libertino) e Catherine (Duchessa di Monsalvaggio, libertina anch'ella ma che si è ritirata in una chiesa).

C'è una ricerca di ordine in un caos di accoppiamenti (consenzienti e non), ricerca di ordine anche nella struttura stessa del romanzo. Ogni capitolo porta avanti gli incontri (sessuali) dei personaggi accoppiati non solo materialmente ma anche dal punto di vista simbolico: bianco/nero, uomo/donna, genitore/fratello (per favore non chiedetemi dettagli), e in più contiene delle narrative secondarie incentrate su alcuni di loro, disposte simmetricamente nel testo.

Il senso di Tides of Lust sta nell'equilibrio stesso della sua struttura – non per niente il titolo originale sarebbe dovuto essere Equinox, equinozio, quando giorno e notte sono uguali, la conoscenza proibita è proprio l'arte che dà una struttura allo spaziotempo che circonda i personaggi e il lettore.

Come dice Proctor:

Man has devised three systems for effecting the oblivion necessary for sanity: the bourgeois preoccupation with work; the religious, moral, ethical, religious matrix; and the erotic life.

I personaggi non fanno altre che fare sesso, sono instancabili e insaziabili. Gli unici due personaggi che non ce la fanno a tenere il loro ritmo finiscono uccisi. Robby è anche arrivato in città da poco tempo e cerca una donna con la quale fare sesso. Finisce violentato da un gruppo di pescatori di colore. Peggy-Ann prova a sperimentare il sesso estremo degli altri personaggi ma ne esce devastata: ha provato ad assaggiare il frutto proibito e non le è piaciuto. Peggio: ha devastato la sua visione del mondo:

'Sometimes I think considering the world in classically theological structures is a waste of . . . ' She looked around the room. 'I shouldn't say things like that here. It's meaningless'

A cui Proctor risponde:

So. You've discovered, now, you are the sort of person who can enjoy such things as pass in these rooms only in fantasies, eh?


Peggy-Ann finirà violentata e uccisa, e per la sua morte verrà incolpato e giustiziato Robby.

Il testo, infine, nella sua volontà di coinvolgere il lettore in questa ricerca artistica di ordine e caos (o ordine sul caos?) sfonda la quarta parete (ok, non solo quella, ci sono varie parti del corpo che vengono sfondate, ma quelle lasciamole perdere):

An interesting experience. One night reading a magazine with a blue cover from one of the U.S. universities I found a story by a woman whose name I knew because I had read a science fiction novel and some stories by her. The first paragraph had all sorts of words and colors like science fiction, so I got my mind all ready with this attention.
The story didn't mean anything to me!
I didn't know what it was about. But everything was clear and mysterious, bright and mixed up. Three pages to the end, I realized it was a story about a woman teaching school who gets one of her students to bed with her. I read it again. The story was clear. Only the first paragraph was like science fiction, and it was for the feeling, I think. My attention, you see, turned everything different.

Che è un po' quello che succede al lettore che prende in mano un libro di Delany aspettandosi fantascienza e si ritrova dentro un sadomasoporno.

"There are more of us than most of you think. Correction: there are more of us than most people who will read this will think"
"Perhaps this is a bad book"




mercoledì 21 luglio 2021

Rito di Passaggio

Rito di Passaggio di Alexei Panshin è stato pubblicato nel 1968 ed èstato vincitore del premio Nebula per il miglior romanzo e secondo classificato per il premio Hugo.

La Terra è stata distrutta dalla sovrappopolazione, i superstiti vivono sulle Astronavi e colonizzano nuovi pianeti. L’umanità si è divisa in due caste: gli abitanti delle Astronavi, detentori della scienza e della tecnica, e i mudeaters, gli abitanti delle colonie che sono tenuti a un livello di civiltà pari a quello del Far West americano.

Ogni abitante dell’Astronave, raggiunta l’età di 14 anni, viene abbandonato per un mese su un pianeta. Se sopravvive ritorna sull’astronave come un adulto.

Il romanzo è narrato in prima persona da Mia, e racconta la vita di questa ragazza dai 12 ai 14 anni fino al Rito di Passaggio: il rapporto con il padre, le sue amicizie e il primo amore. Mia e altri suoi coetanei vengono abbandonati sul pianeta Tintera dove scoprono che gli abitanti si stanno organizzando per rivoltarsi contro le Astronavi.

Ritornata a bordo parteciperà al dibattito se sterminare i tinteriani o meno. Avendo trovato delle persone buone, cambia idee sui Coloni accettandoli come esseri umani. Purtroppo la Colonia viene sterminata per decisione collettiva dell'Astronave.

Le Astronavi, con il loro stretto controllo delle nascite, comunque approvate dai genetisti di bordo, le prove di sopravvivenza per i più giovani e il razzismo nei confronti dei coloni, sono un ambiente distopico. Nonostante i temi e l'ambientazione siano piuttosto truci, è scritto in maniera molto tranquilla e pacifica.

Il romanzo è una risposta a molte opere di Heinlein delle quali mette in luce l’ipocrisia e la misoginia.

mercoledì 14 luglio 2021

Gloriosi Bastardi

C’è una speciale relazione tra l’essere umano e lo spazio che lo circonda. E c’è una altrettanto speciale relazione tra il lettore e lo spazio come viene rappresentato in un testo (dovuto all’attività di world building) e dal testo stesso, come esso si presenta materialmente composto.

Quindi anche se il nostro mondo fantasy ha nevi perenni al nord, un deserto al sud e un oceano a ovest, la storia come è narrata inizia in una pianura, continua in un sotterraneo e finisce sulla cima di una montagna, con un movimento discesa e ascesa spaziale e metaforico. E magari i capitoli vanno diminuendo di lunghezza man mano che la storia procede.

Gloriosi Bastardi è una raccolta di sei racconti scritti da Sergio Mastrillo, Salvatore Vita e Riccardo Vezza. Ogni autore ha creato il proprio mondo e mette in scena i propri protagonisti. Per Vita è Murbion Undakar, ibrido uomo/tasso, cacciatore di taglie in un mondo dominato da una forte gerarchia fatta di Luminosi, Senatori e Arcangeli poliziotti. Per Vezza il mondo è quello famigliare della casa e della famiglia della giovane Gormlada di Valmoria – un ambiente casalingo che nasconde però intrighi e menzogne che crescono fino a raggiungere il livello di minaccia cosmica. Per Mastrillo è Bulba Bolivar, cavaliere che si muove su un mondo a scacchiera fatto di quadranti, Re e Regine, Torri e Alfieri.

È interessante vedere come questi tre mondi rappresentano la spazialità del worldbuilding e come si intrecciano tra di loro.

Il mondo dove agisce Murbion Undakar è caratterizzato da una forte verticalità. Il primo racconto “La Statua” è ambientato al cosiddetto Livello Zero e nei sotterranei giganteschi e piranesiani detti “Le Navate”. L’altro suo racconto “Cacciatori e prede” è ambientato nella Cittadella dei Luminosi, posta ad alta quota e raggiungibile solo volando, dove vivono i padroni del mondo di Wulengreim. E questi sono il primo e quinto racconto dell’antologia.

Tra di loro, tra questo contrasto di alto/basso vengono posti i racconti di Vezza. Gormlada di Valmoria, come agente del gruppo noto come Antica Consorteria della Fanciulle Pericolose, si muove in ambienti a lei vicini: nel racconto “Primo Incarico” deve compiere una missione segreta durante un ricevimento dato da sua madre nel palazzo dove vive; in “Ombre e Sangue” non ci si muove lontano da luoghi famigliari alla protagonista: la città, la sede della Consorteria etc… Sono luoghi intimi che vengono invasi da antichi culti sanguinari che lentamente cambiano la realtà e la natura delle relazioni attorno a Gormlada. Questi racconti di Vezza sono il secondo e il quarto.

Il terzo racconto è “Scacco Matto” di Mastrillo, della cui geometria a scacchi abbiamo già parlato. In questa posizione centrale la Scacchiera e i suoi intrighi fanno da perno a una struttura del tipo abisso/casa/scacchiera/casa/cielo. È una struttura che io come lettore mi sono costruito leggendo i singoli racconti e vedendo come sono disposti nell’antologia. La posizione centrale del gioco degli scacchi non è casuale: ben presto si apprende che tutti i racconti sono varie fasi di un lungo gioco messo in atto dal terribile Dio Ratto Traal Kuensuul per invadere il mondo.

Si potrebbe fare un'analisi semiotica dei vocaboli usati nei vari racconti per esprimere la spazialità, ma è caldo e quindi ve lo lascio come compito per le vacanze.

Ma c’è il sesto racconto, “L’antitesi” di Mastrillo, che ribalta le carte in tavole e capovolge la ricostruzione mentale che mi ero fatto. Non entro nei dettagli per fare spoiler (dopotutto non voglio rovinarvi il piacere di questa lettura).

Dicono i saggi che all'addensarsi delle ombre la vera luce rifulga più intensa. Non è questo il caso, lettore: se cerchi una classica avventura, di quelle con eroi dalle chiome perfette e le armature scintillanti, rimetti questo libro nello scaffale o toglilo dal carrello. Ma se vuoi scoprire l'oscurità delle Navate insieme all'ibridato Murbion Undakar, gli intrighi di corte con la bella Gormlada di Valmoria e una mortale partita di scacchi con l’irascibile cavaliere Bulba Bolivar, che non sopporta di essere fissato, allora hai scelto giusto. Non eroi ma bastardi, infidi, violenti e facili al gozzoviglio. Eppure il destino sembra credere che solo loro  possano fermare l’apocalittico trionfo del Dio-Ratto. Staremo a vedere.
Dagli autori di True Legends un romanzo collettivo che piacerà agli estimatori di Fafhrd e Grey Mouser.

I tre autori, complici e amici, nel 2019  hanno esordito assieme con il romanzo distopico True Legends – Reclutamento, edito da Robin Edizioni, che ha avuto un lusinghiero successo di vendite  e recensioni. Questa è la loro seconda collaborazione letteraria, frutto di oltre un anno di lavoro. Vivono a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, a Santi Cosma e Damiano e Castelforte, paesi contigui in provincia di Latina.
Sergio Mastrillo, nato nell’aprile del 1976 a Minturno (LT). Nel 2020 ha pubblicato Crazy Heroes con Edizioni Scudo.
Salvatore Vita, nato a Formia nel 1980, è appassionato di cinema, narrativa fantasy e horror, comics e manga.
Riccardo Vezza, nato a Formia (LT) il 9 gennaio 1974, è stato folgorato in gioventù da Robert E. Howard e dal suo Conan che gli ha aperto le porte della narrativa fantastica.

domenica 27 giugno 2021

A Memory Called Empire di Arkady Martine

Sinossi:
Ambassador Mahit Dzmare arrives in the center of the multi-system Teixcalaanli Empire only to discover that her predecessor, the previous ambassador from their small but fiercely independent mining Station, has died. But no one will admit that his death wasn't an accident—or that Mahit might be next to die, during a time of political instability in the highest echelons of the imperial court.

Now, Mahit must discover who is behind the murder, rescue herself, and save her Station from Teixcalaan's unceasing expansion—all while navigating an alien culture that is all too seductive, engaging in intrigues of her own, and hiding a deadly technological secret—one that might spell the end of her Station and her way of life—or rescue it from annihilation.


A Memory Called Empire non è una space opera come ve la aspettereste. Sebbene narri le vicende di un vasto impero galattico, il romanzo è ambientato su un singolo pianeta, del quale si vede in dettaglio solo la sede di governo. Mancano le avventure su ampia scala spesso associate a questo sottogenere. A Memory Called Empire è meglio definito come un interstellar mystery adventure. La protagonista deve scoprire chi ha ucciso il suo predecessore alla carica di ambasciatrice della Stazione Lsel presso l’Impero Teixcalaani, evitare attentati e se può, nel frattempo, innamorarsi della sua addetta culturale e assistente Three Seagrass.

Più che esplorare lo spazio interstellare, l'autrice Arkady Martine è interessata a esplorare lo spazio culturale occupato da un Impero e la sua relazione con quello, più ridotto, all’interno del quale cerca di sopravvivere una provincia non ufficialmente ancora sottomessa.

Come persona nata e cresciuta in una regione che nell’ultimo secolo è passata sotto l’influenza di ben quattro domini culturali diversi, posso dire che questo romanzo mi ha parlato in maniera particolare.

Lunga e interessante è la relazione della fantascienza con gli imperi galattici (o interstellari, o interplanetari…): la si fa risalire al 1900, con The Struggle for Empire: A Story of the Year 2236 di Robert W. Cole, che immagina una Impero Britannico che estende la sua influenza (e la sua fame di risorse) ad altri sistemi solari. Nei decenni successivi Asimov, Herbert e Guerre Stellari hanno saldato l’archetipo dell’Impero Galattico nella nostra immaginazione.

Ma come fatto notare da Csicsery-Ronay (nel suo saggio “Science Fiction and Empire”), la fantascienza è sorta per prima nelle nazioni più imperialiste (Inghilterra e Francia) spostandosi poi in USA e Russia quando queste iniziarono le loro attività imperiali.

Per una trattazione più approfondita della relazione tra Fantascienza e Colonialismo vi invito a leggere anche il saggio Colonialism and the Emergence of Science-Fiction di John Rieder.

Quello su cui Martine pone l’accento è l’aspetto coloniale di un Impero (ammettendo che i due aspetti possano essere separati), di come questi eserciti la sua influenza militare e culturale, riversando legioni di soldati e opere di narrativa sugli stati indipendenti ai suoi confini.

Ma che cos’è un impero?

Per Edward Said l'imperialismo è "La pratica, la teoria, gli atteggiamenti di un centro metropolitano urbano che governa un territorio lontano".

La capitale dell’Impero Teixcalaani è una ecumenopoli, una città-pianeta erede di Trantor e di Coruscant. Nel linguaggio Teixcalaani si usa la stessa parola per dire “mondo”, “città” e “impero”. Quando un nuovo sistema solare viene annesso all’Impero esso di fatto inizia a esistere per il mondo. Le culture al di fuori dell’Impero, compresa quella di Mahit, sono considerate barbare.

L'Impero Teixcalaani è un patchwork di diversi imperi del passato. Linguaggio e culto derivano dall'impero azteco, l'organizzazione politica da quello cinese e bizantino. Per confronto Lsel e il suo linguaggio sono ispirati all’Armenia. In particolare, Martine si è ispirata alla conquista del regno armeno di Ani nel 1044 da parte dell’Impero Bizantino per rappresentare gli sforzi di Lsel per rimanere indipendenti.

Ma soprattutto per Martine l'Impero è una Memoria, qualcosa oggetto di una ricostruzione culturale narrativa. I funzionari che governano l’Impero sono ossessionati dalla produzione poetica delle epoche precedenti. Le avventure passate di imperatori e condottieri sono usate come termini di paragone del presente, ma sempre nella loro forma romanzata e liricizzata. L’Impero è una continua narrazione e ri-narrazione di se stesso.

It was hard for her to wrap her mind around—the very idea of Teixcalaan not being permanent, irrevocable, eternal. And she was a barbarian, a foreign particle, just a thing that loved (did she? Did she still?) the Empire’s literature and culture, it wasn’t home; it had never been the shape of the world for her like it must be for Three Seagrass, only the shape that distorted the world out of true, the warp of heavy mass pulling at the fabric of space.

Ritorniamo a Said: “ogni impero racconta a se stesso e al mondo di non essere come gli altri imperi, che la sua missione non è di saccheggiare e dominare ma di educare e liberare".

Un impero divora: è un termine usato molto spesso in riferimento ai Teixcalaanlitzlim, che inglobano pianeti per le loro risorse – nel caso della Stazione Spaziale Lsel la risorsa è il wormhole presso cui si trova.

Per entrare nel loro mondo Teixcalaani la protagonista deve cogliere rimandi e citazioni, cosa resa difficile perché spesso molte opere non sono arrivate alla “periferia” nella quale ha vissuto.

Mahit was so very tired of disambiguating between the tiny shades in meaning between one Teixcalaanli phrase and another, the effort it took to rearrange the emphasis of a sentence to render it accurate. The effort it took to keep straight what she had told Three Seagrass, what she had told Twelve Azalea, and what she hadn’t told anyone at all.

Non c’è frase detta da uno dei personaggi che non debba essere interpretata vagliata, le cui parole non debbano essere messe in relazione con la cultura Teixcalaanli e il contesto nel quale vengono dette. È una battaglia continua della protagonista, e quindi anche del lettore, con i dialoghi Teixcalaanli.

Mahit è innamorata della cultura Teixcalaanli, nonostante sia la cultura dei conquistatori e dominatori. Ma non vuole che Lsel ne diventi una colonia. Che strumenti ha per opporsi alla colonizzazione? Martine introduce subito nel romanzo il concetto di Imago, copie informatiche della mente di abitanti illustri di Lsel con i quali entrare in contatto mentale per avere aiuti. A Mahit viene impiantato l'Imago di Yskandr Aghavn, il suo predecessore. Purtroppo ci sono dei problemi e l'ambasciatrice si trova sola e senza sostegno, e parte del romanzo consiste nelle sue avventure per recuperare un chip con l'Imago perduto. L'Imago rappresenta per gli abitanti di Lsel un profondo collegamento psicologico con il loro passato. È questo collegamento che può permettere loro di sconfiggere l'Impero. L'Imperatore Six Directions (nessuna relazione con gli One Direction) infatti sta morendo e all'orizzonte si protende una devastante guerra civile. Se Six Directions riuscisse a impiantare una sua Imago in un suo clone, forse l'Impero si salverebbe.

È tipica ipocrisia imperiale e coloniale: la tecnologia per le Imago è considerata blasfema nell'Impero, i Lsel sono dei barbari a usarla, ma l'Impero stesso è pronto ad appropriarsene pur di sopravvivere. Lsel può quindi fare leva sulle Imago per ricattare i Teixcalaanlitzlim e mantenere la propria indipendenza.

“You pump the dead full of chemicals and refuse to let anything rot—people or ideas or… or bad poetry, of which there is in fact some, even in perfectly metrical verse,”

Testi che affiancherei a questo romanzo, per capirlo meglio e approfondire certi spunti:
“Culture and Imperialism” di Edward Said
“Colonialism and the Emergence of Science-Fiction” di John Rieder.
“Science Fiction and Empire” di Istvan Csicsery-Ronay
“Science Fiction and Empire” di Patricia Kerslake


domenica 13 giugno 2021

Space and Place: the Perspective of Experience.

Che cos'è lo spazio? Cos'è il luogo? Come si relaziona, come occupa l'essere umano questi due ambiti dell'esistenza?

Space and Place: the Perspective of Experience è un saggio di Yi-Fu Tuan che raccoglie la conoscenza scientifica, le tradizioni di vari popoli, l'esperienza personale dell'autore sul non banale, dato sempre per scontato, rapporto tra l'essere umano e lo spazio che lo circonda.

Come la persona umana, che è assieme animale, fantasista e computer, ha esperienza e capisce il mondo è il tema del libro.

Che cos'è un luogo? Che cosa gli dà la sua identità che lo contraddistingue dal generico spazio?

I fisici Niels Bohr e Werner Heisenberg visitano il Castello di Kronber e riflettono come il sapere che quello è il "castello di Amleto" cambi la visione che si ha del luogo, anche se Amleto è un personaggio immaginario. Cambia, possiamo dire in modo quantico?, il modo di vedere le rocce e le forme del castello.

Lo spazio dove si vive influenza il nostro modo di concepire se stessi e l'universo. I Pigmei del Congo che vivono tutta la loro vita nella foresta, senza mai vedere il cielo, senza mai vedere uno spazio aperto, vivono in un luogo che non cambia – hanno una concezione del tutto diversa del tempo e la loro mitologia è priva di qualsiasi storia sull'inizio del mondo e la sua fine.

Come ha scritto Mary McCarthy: Due pescatori seduti vicini sulla spiaggia sembrano naturali, due poeti che meditano sui loro versi alla stessa distanza già occupano spazio.

Ma cosa sono spazio e luogo?

Lo spazio è libertà, ma anche pericolo. È un foglio bianco sul quale deve essere messo un significato. Si può associare la foresta allo spazio? La foresta è piena di oggetti (alberi), lo sguardo ne è limitato: è una regione di possibilità. Ritorna l'esempio dei Pigmei del Congo: i loro villaggi non hanno templi o sedi di culto, è la foresta stessa attorno al villaggio a contenere il sacro.

L'essere umano si muove nello spazio, ne fa esperienza, apprendimento. Lo organizza nella sua mente tramite i sensi, principalmente la vista, solo in secondo luogo con gli altri quattro.

Come ha scritto Susanne Langer: Il mondo della fisica è essenzialmente il mondo reale costruito tramite astrazioni matematiche, e il mondo dei sensi è il mondo reale costruito tramite astrazioni che gli organi di senso ci forniscono.

Esistono diversi tipi di spazi: c'è quello mitologico, che sottende a uno schema concettuale dell'esistenza: c'è quello pragmatico, dove vi avvengono le attività pratiche. Per le popolazioni di cacciatori lo spazio si divide in "range" e "estate" (ho preferito non tradurre i termini originali). "Range" è lo spazio per la caccia, per la sopravvivenza, è dove si corre.

"Estate"è lo spazio sociale, per sedersi e riposarsi. È dove si dorme e si sogna.

Lo spazio mitologico stesso può essere di due tipi: una zona sconosciuta attorno allo spazio pragmatico conosciuto, oppure una componente spaziale separata della visione del mondo. Hic sunt leones vs Paradiso.

Luogo è lo spazio chiuso e umanizzato. Il luogo è centro calmo sede di valori. Già a livello animale i luoghi sono centri di sentito valore dove alcuni bisogni biologici (cibo, sicurezza) sono soddisfatti.

Il luogo è un tipo di oggetto. Luoghi e oggetti definiscono lo spazio, dandogli personalità geometrica.

Il luogo è una pausa nel movimento, anche solo movimento visivo. Il panorama è fatto di luoghi.

L'essere umano necessita di spazio e di luogo.

Yi-Fu Tuan passa poi ad analizzare la relazione tra l'uomo e gli edifici, le città e le nazioni dove vive.

Edifici e monumenti sono il testo base per tramandare tradizioni e una visione della realtà.

Il villaggio, separato dalla natura, diventa un luogo. La città, evoluzione del villaggio, perde parte della sua identità frammentandosi in luoghi separati (i rioni, il porto, il salotto buono etc...) e ridiventa spazio.

Connesso con i concetti di spazio e luogo è quello di tempo. Anzi possiamo percepire solo tempo e spazio nello stesso istante, muovendoci.

Yi-Fu Tuan riporta l'esempio, semplice ma illuminante, del manager che per passare da un ufficio all'altro (distanti pochi metri) ci mette anni di carriera. E allontanandoci dal proprio luogo (casa, città, nazione) si viaggia indietro nel tempo: popoli percepiti come esotici non hanno Storia, e luoghi lontani sono "senza tempo". "Noi" siamo sempre "qui". "Loro" sono sempre "là". Vicinanza e distanza dipendono tanto dalla distanza geografica che dall'intimità interpersonale.

Una lettura interessantissima su un argomento che molti trascurano spesso.

domenica 30 maggio 2021

Tropismes

Letture colte del fine settimana: Tropismes di Nathalie Sarraute, un classico della letteratura francese.

Nathalie Sarraute: per definire una sua opera Sartre ha coniato il termine antiromanzo.

Nata nel 1900 ha pubblicato la sua prima opera nel 1939. Quando le chiesero come mai non avesse iniziato a scrivere prima, rispose: “perché non avevo niente da dire” ❤

Avete presente tutto l’ambaradan su showdonttell, POV, arco del personaggio e annesso circo di maestri e maestrini? In una cinquantina di pagine Sarraute se lo piega e mette in taschino.

In biologia i Tropismi sono movimenti e crescite spontanee degli organismi in risposta a stimoli ambientali esterni.

I Tropismi di Sarraute sono la stessa cosa, ma a livello mentale inconscio. Momenti talmente rapidi che evaporano e vengono dimenticati subito, i tropismi di questa raccolta piegano il tempo passando da frazioni di secondo a pagine. Movimenti interiori che precedono (e fanno strada) parole e azioni, ben prima dell’intervento della nostra coscienza.

Sarraute: “non potevo scrivere in maniera tradizionale perché non mi permetteva di esprimere quello che provavo”. La struttura tradizionale del romanzo viene vista come rumore di fondo che impedisce di esprimersi.

Nel suo “L’Età del Sospetto” Sarraute propone la visione dello scrittore come scienziato, ovvero come continuo sperimentatore – e come scienziato deve valutare i risultati dei suoi esperimenti.


mercoledì 12 maggio 2021

Driftglass

Driftglass è la prima raccolta di racconti di Samuel Delany, e raccoglie tutte le sue storie uscite tra il 1966 e il 1970 su varie riviste e antologie. Il volume è stato pubblicato da Signet Books nel 1971. In Italia è uscito sul Robot numero 35 (Febbraio 1979) con il titolo di “Al servizio di uno strano potere”.


"The Star Pit", che apre la raccolta, è quasi un romanzo breve dalle numerose tematiche. La parte iniziale introduce il protagonista Vymes, e la comune con la quale viveva e i bambini che venivano collettivamente cresciuti. Ma la famiglia gli viene portata via da una non meglio precisata guerra e un decennio dopo troviamo Vymes come meccanico di astronavi presso lo Star Pit, il Pozzo Stellare ultima tappa prima della fine della galassia. Oltre il bordo della Via Lattea gli equipaggi umani impazziscono e soltanto alcune persone, dette “golden” dalla cintura dorata che portano, posso viaggiare tra le galassie. Il problema è che questi golden sono asociali, antipatici e crudeli. The Star Pit è una storia sui limiti, spaziali, temporali e sociali e sulla reazione dell’uomo alla loro presenza. Il racconto inizia con la descrizione di un ecologiario, una specie di mini-ecosistema autosuffciente e sigillato, ma presto capiamo che tutta la galassia, e la vita del protagonista, è un ecologiario con le stesse caratteristiche: un ambiente chiuso dove gli stessi ricorrono gli stessi elementi, utilizzati di volta in volta in maniera diversa.
The Star Pit è anche diventato un radiodramma trasmesso dalla WBAI di New York per un decina di anni in occasione della Festa del Ringraziamento.

"Dog in a Fisherman’s Net" è ambientato su un’isola greca e ha come protagonista Spyros, un pescatore il cui fratello Panos è morto in un incidente. Mentre sistemava le reti dopo una giornata di pesca un cane vi si è avvolto dentro; piuttosto che strappare le preziose reti il cane viene ucciso ma Panos finisce accoltellato nella confusione. Spyro decide che la sua vita vale più delle reti che getta e decide di abbandonare l’isola. L’ispirazione per questa storia viene da un viaggio dell’autore in Grecia, e dalla sua osservazione del paesaggio e delle genti. C’è un filo sottile di magia, più intuito che esplicato, e riferimenti ad antichi culti e riti praticati dalle donne del luogo.

"Corona" ha come protagonisti Dianne Lee Morris, una telepate che sente le emozioni negative e soffre di crisi suicide, e Buddy, un giovane dalle limitate capacità mentali che si mette sempre ne guai. Entrambi trovano nella musica di Bryan Faust la gioia e la forze per resistere alle sofferenze. Forse uno dei racconti meno interessanti della raccolta.

"Aye, and Gomorrah...", vincitore del Premio Nebula, era stato pubblicato per la prima volta su Dangerous Vision di Harlam Ellison. Il protagonista è uno spaziale, che come tutti gli spaziali è stato castrato per poter operare nello spazio. Come tali gli spaziali sono oggetto del desiderio sessuale da parte dei cosiddetti frelks. Desiderio sessuale, norme sociali, convenzioni di genere vengono affrontate in questo racconto che sembra dire ancora molto: risulta attuale sia rispetto al 1967 nel quale è stato scritto che al giorno d’oggi.

In "Driftglass" alcuni umani vengono modificati con branchie e pinne per lavorare negli ambienti sottomarini. Cal Svenson è uno di loro ma a causa di un incidente nella zona del Slash è rimasto invalido. Passa la sua vita in un villaggio di pescatori ai tropici. Apprende però che un altro modificato tenterà la sua stessa impresa nello Slash, e fa amicizia con le nuove generazioni di “anfibi”. Ritorna qui il tema del limite umano, rappresentato dal punto di vista di chi è andato oltre l’uomo per un breve periodo ma quel mondo ormai gli è precluso.
You know all the Coca-Cola bottles and cut-crystal punch bowls and industrial silicon slag that goes into the sea?

I know the Coca-Cola bottles.

They break, and the tide pulls the pieces back and forth over the sandy bottom, wearing the edges, changing their shape. Sometimes chemicals in the glass react with chemicals in the ocean to change the color. Sometimes veins work their way through in patterns like snowflakes, regular and geometric; others, irregular and angled like coral. When the pieces dry, they’re milky. Put them in water and they become transparent again.
"We, in Some Strange Power’s Employ, Move on a Rigorous Line" è un tributo a Roger Zelany, che anche appare come personaggio.
'My name's Roger...' followed by something Polish and unpronounceable that began with Z and ended with Y
Gila Monster è un’enorme macchina posa cavi, che connette ogni comunità del mondo a luce e telefono. Che la comunità lo voglia o meno. E nel caso della comunità di Roger, una gang di motociclisti dell’aria, questa volontà manca del tutto. Ne nasce uno scontro mortale tra il protagonista Blacky Jones e Roger Z.

È la versione New Age di un racconto di Robert A. Heinlein del 1940, The Roads Must Roll, che racconto di uno sciopero da parte dei gestori delle strade mobili che connettono gli Stati Uniti. Ma mentre Heinlein ci parla dell’inevitabilità del progresso tecnologico (le strade sono tutte in funzione nella sua storia), Delany ci racconta di quello che succede prima, di questo Potere che si espande e copre il pianeta (si cita anche una rete globale di computer) e delle reazioni dei singoli e delle comunità locali. Solarpunk ante litteram.


"Cage of Brass" è il dialogo tra tre ospiti di una prigione dalla quale è impossibile evadere. I tre sono isolati in tre celle separate ma per la particolare configurazione del luogo possono udirsi a vicenda tramite le vibrazioni delle condutture dell’acqua. Si confessano i loro crimini mentre il protagonista Jason Cage, architetto, che ha studiato i piani di costruzione del luogo, sa come fuggire. Più che il dialogo, nel quale gli altri due tentano di convincere Cage ad aiutarli a fuggire, il racconto è interessante per il racconto del delitto di Cage, ambientato a Venezia e denso e lirico.

In "High Weir" i membri di una spedizione archeologica tra le rovine marziane impazziscono uno alla volta a causa degli ologrammi marziani conservati nelle rocce. Niente di più e niente di meno.

"Time Considered as a Helix of Semi-Precious Stones", vincitore dei Premi Hugo nel 1970 e Nebula nel 1969, ha come protagonista un criminale e camaleonte (capace di interpretare sempre personaggi nuovi) del quale si conoscono solo le iniziali H.C.E. (tratte dal Finnegans Wake). Le pietre semi preziose del titolo sono la parola in codice usata tra criminali, rinnovata ogni mese. Esse rappresentato il passare del tempo nella vita di HCE. Lo seguiamo in varie fasi della sua carriera: da giovane quando ruba un elicottero, a New York quando tenta di vendere della merce rubata, su Tritone dove ha aperto una gelateria che usa come copertura per le sue attività. Nel corso dei mesi torna a incontrare le stesse persone: l’Agente dei Servizi Speciali Maud Hinkle e il boss della mafia Arty the Hawk. Ritorna qui un concetto appena accennato in High Wier, ovvero quello dell’informazione olografica, che permette di avere tutti i dati e le proiezioni a partire da un singolo frammento.

È un racconto strano, denso: nella sola prima pagina di lettura si trovano citazioni di geometria cartesiana, Il Libro della Giungla di Kipling e James Joyce. Damon Knight, curatore della rivista Orbit, commentò il racconto dicendo: "Chip, what is this story about. It doesn't make any sense to me at all."

Non si arriva mai a una vera conclusione, si continua a girare in cerchi e cerchi. Ha un movimento a spirale. Il tempo, ci dice Delany, non è circolare, le cose non ritornano mai a essere come erano all’inizio, e anche gli schemi ricorrenti si ripresentano sempre con delle variazioni. La domanda alla quale cerca di rispondere non è “Perché le cose avvengono?” ma piuttosto “Perché avvengono sempre cose nuove?” che ha una sfumatura diversa.

"Night and the Loves of Joe Dicostanzo", il racconto che chiude l'antologia, è quasi una prova per Dhalgren. Alcuni personaggi, forse reali, forse creati dalla mente del protagonista, sono chiusi in un castello astratto e rimuginano sulla loro stessa esistenza. È il mondo visto attraverso gli occhi di uno psicotico.

Driftglass come antologia presenta una serie storie su alienazione, paura del cambiamento e dei propri limiti; tutti i protagonisti sono stranieri rispetto al luogo nel quale si trovano - l'unico a casa sua è il pescatore greco Spyros, che infatti decide di andarsene in giro per il mondo.