sabato 18 novembre 2023

Flight from Nevèrÿon

Flight from Nevèrÿon è il terzo libro del ciclo Return to Nevèrÿon dello scrittore Samuel Delany.

Avevamo lasciato il libro precedente, Neveryóna, con un ribellione di schiavi capeggiata da Gorgik il Liberatore, e l'introduzione di nuove forme di schiavitù usando lo strumento della moneta (non per niente le monete vengono coniate usando il metallo dei collari degli schiavi).

Delany, nella sua introduzione alla raccolta di racconti Alyx di Joanna Russ, suggerisce che la relazione tra fantascienza e sword&sorcery rispecchia i punti chiavi dello sviluppo di un'economia capitalista.


"Sword&sorcery rappresenta quello che, quasi sicuramente, può essere immaginato della transizione tra un’economia di scambio a una basata sulla moneta. Allo stesso modo la fantascienza rappresenta quello che, quasi sicuramente, può essere immaginato come il passaggio da un'economia basata sulla moneta a una basata sul credito."

In questo contesto il ruolo di Gorgik non è del tutto chiaro: la sua campagna darà supporto al nascente sistema capitalista o lo destabilizzerà attraverso l'alleanza tra i vecchi schiavi liberati e i nuovi schiavi salariati?

Flight from Nevèrÿon ricomincia dal libro precedente, e sotto certi aspetti continua a deludere le aspettative del lettore, pur rimanendo una saga affascinante. Non è lo sword&sorcery che ci si aspetterebbe. Anche il più "eroico" personaggio, Gorgik, non passa attraverso nessuno dei tropi che ci si aspetterebbe da un eroe: non ci sono mostri (o avversari in generale), non ci sono tesori o damigelle da salvare.

Le storie presenti in Flight from Nevèrÿon non lo vedono quasi come protagonista, ma ci concentrano su personaggi secondari appena sfiorati dalla figura del grande eroe. Questo decentramento causa anche la mancanza di un vero climax e risoluzione nelle singole storie.

"The Tale of Fog and Granite" vede un giovane contrabbandiere ricercare tutte le informazioni possibili su Gorgik: egli ne è ossessionato e si deve districare in una rete di disinformazione e imbroglioni. Tanti infatti solo coloro che sostengono di essere il Liberatore, per scopo di lucro e sesso. Gorgik è una figura che eccita gli animi, per l'autore è come se fosse il culmine di una successione di personaggi maschili, criminali (o quasi), carichi di potere ed erotismo – il marinaio Urson ne I Gioielli di Aptor, Butcher in Babel-17, il capobanda in “We, in some strange power's employ move on a rigorous line", George Harrion e Tak in Dhalgren.

Alla fine il giovano contrabbandiere viene salvato da Raven (la guerriera amazzone già apparsa in precedenti storie del ciclo) e portato al cospetto di Gorgik. Ma a quel punto il ragazzo non sa più cosa è vero e cosa è falso e dubita che quello sia il suo vero beniamino.

"The Mummer's Tale" è il racconto fatto da un attore di un teatro itinerante a un intellettuale. Protagonista del racconto è un giovane contrabbandiere (forse lo stesso del racconto precedente, forse no), con il quale l'attore ha avuto una relazione per quasi venti anni. La storia del giovane parla di criminalità e pazzia, e alla fine l'attore traccia un parallelo tra la sua e quella dell'intellettuale, che ne rimane sconvolto. L'idea alla base del parallelo è che le vicende di entrambi hanno la loro base nel desiderio sessuale.

And what my whole journey had taught me was precisely what sort of monster it was: it was made, as all such monsters are, of contradiction, supposition, miscalculation, impossibility, and ignorance.

"The Tale of Plagues and carnivals" sovrappone la diffusione dell'AIDS negli anni'80 con una pandemia che colpisce Nevèrÿon. Il testo salta dal passato immaginario al presente reale dello scrittore. Un lettore di Dhalgren pensa di vedere Gorgik in un cinema di New York, e Delany stesso incontra il luogotenente del Liberatore, Noyeed, arrivato volando su un drago fino a New York.


Realtà, finzione, significanti e significati si sovrappongono e si confondono: è la confusione e il dolore che l'autore ha provano in quegli anni.

Diseases should not become social metaphors, Sontag informed us in Illness as Metaphor. (I’ve already seen her analysis of cancer-as-social-model quoted in a discussion of AIDS.) When diseases generate such metaphors, the host of misconceptions and downright superstitions that come from taking them literally (misconceptions that, indeed, often determine the metaphors themselves in a system of reciprocal stabilization) make it impossible, both psychologically and socially—both in terms of how you feel and how others, with their feelings, treat you—to “have the disease” in a “healthy” manner.

In questo racconto si seguono diversi personaggi di Nevèrÿon. Gorgik e il suo arrivo a parlamentare con l'Imperatrice rimane sullo sfondo. Si seguono le vicende di un "Master" che racconta come abbia viaggiato in lungo e in largo raccogliendo informazioni sull'inventore Belham, districandosi anche lui tra informazioni erronee e pregiudizi (sembra che fosse il collaboratore di una inventrice, Venn, ma il Master rifiuta qualsiasi notizia su questa donna).

But there was no line direct from Able-Ani to Kolhari on my map; nor were there two lines to that small, elegant city marking two separate visits, to build two separate monuments (one stone bridge, one rock temple), twenty years apart. Sitting by my camp’s burnt-out fireplace one chill morning, before anyone else was up, I’d tried to draw in these revisions along with the dozens of other geographical corrections I’d learned about, only to realize that, as I worked with my brush at my bit of pumice-rubbed goatskin, that where, before, I’d had supreme order, now I had incompleteness and imprecision superimposed on inaccuracy and error.

Vari personaggi della città (forse alcuni delle storie precedenti, forse no) si trovano a fronteggiare la pandemia, tanto da riunirsi in un culto sotterraneo dedicato una divinità della morta invocata per liberare i loro amici ammalati.

Infine ritorna l'attore del racconto precedente, che discute con il Master di una serie di dialoghi filosofici ispirati alla sua figura, rispecchiando il rapporto tra Socrate e Platone.

Questo è stato il primo testo a narrare la pandemia di AIDS. La decisione di parlare di AIDS in quello che era considerato un genere per bambini portò la catena di librerie Barnes & Noble a bannare Delany e tutti i suoi libri per almeno un paio d'anni. L'ultimo volume del ciclo di Nevèrÿon non sarebbe uscito con la stessa casa editrice dei precedenti volumi (la Bantam Books) ma con la Arbor House.

I beg my readers not to misread fiction as fact. “The Tale of Plagues and Carnivals” is, of course, a work of imagination; and to the extent it is a document, largely what it documents is misinformation, rumor and wholly untested guesses at play through a limited social section of New York City during 1982 and 1983, mostly before the April 23, 1984 announcement of the discovery of a virus (human t-cell lymphotropic virus [HTLV-3] as the overwhelmingly probable cause of AIDS.