Nathalie Sarraute: per definire una sua opera Sartre ha coniato il termine antiromanzo.
Nata nel 1900 ha pubblicato la sua prima opera nel 1939. Quando le chiesero come mai non avesse iniziato a scrivere prima, rispose: “perché non avevo niente da dire” ❤
Avete presente tutto l’ambaradan su showdonttell, POV, arco del personaggio e annesso circo di maestri e maestrini? In una cinquantina di pagine Sarraute se lo piega e mette in taschino.
In biologia i Tropismi sono movimenti e crescite spontanee degli organismi in risposta a stimoli ambientali esterni.
I Tropismi di Sarraute sono la stessa cosa, ma a livello mentale inconscio. Momenti talmente rapidi che evaporano e vengono dimenticati subito, i tropismi di questa raccolta piegano il tempo passando da frazioni di secondo a pagine. Movimenti interiori che precedono (e fanno strada) parole e azioni, ben prima dell’intervento della nostra coscienza.
Sarraute: “non potevo scrivere in maniera tradizionale perché non mi permetteva di esprimere quello che provavo”. La struttura tradizionale del romanzo viene vista come rumore di fondo che impedisce di esprimersi.
Nel suo “L’Età del Sospetto” Sarraute propone la visione dello scrittore come scienziato, ovvero come continuo sperimentatore – e come scienziato deve valutare i risultati dei suoi esperimenti.
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