Visto che non è più un segreto, vi accenno a questo progetto di universo condiviso che ho iniziato assieme ad Alessandro Forlani, chiamato Crypt Marauders Chronicles.
Di cosa si tratta? Vi riporto quanto scritto da Alessandro sul suo blog:
I racconti di "Crypt Marauders Chronicles" (storie brevi di una decina o una ventina di cartelle) si svolgono nell'universo condiviso della tetra Thanatholia: un intero continente destinato a millenaria necropoli, "custodito" da due città mercantili (Handelbab e il porto di Tijaratur) che vivono del commercio di tesori e manufatti. Tombaroli spregiudicati, necromanti ed eccentrici avventurieri esplorano le tombe e riforniscono i mercati: ma scavare troppo a fondo può essere pericoloso, specie dove giace una terribile entità...
Ho già scritto un racconto e sto lavorando al prossimo. Ecco un piccolo assaggio del mio "La Forma della Tua Morte":
L’edificio sorgeva a dodici leghe dalla Città Est, nascosto in mezzo alle ripide colline a nord del Deserto di Cenere. Era a pianta circolare, un cilindro di pietra grigia alto quando un tempio e chiuso da un soffitto di marmo verde.
– E quello? – mi voltai per indicarlo agli altri della spedizione. – Perché non è segnato sulle mappe?
Ylana affiancò il suo cavallo al mio: – Perché, caro Karanal, non c’è niente da depredare.
Guardai la predatrice di cripte facendo scorrere lo sguardo dalle gambe tornite ai seni e la fissai negli occhi: – Tu ci sei stata?
La donna scosse a testa.
– Ne ho sentito parlare nelle bettole della Città Est.
– Volete che vi lasciamo soli?
V’Nigle era uno dei tre mercenari assoldati per proteggere la nostra spedizione. Le necropoli di Tanatholandia erano ricche di antichi tesori e di pericoli, antichi e immondi. Noi predatori ci consideravamo tosti, ma facevano parte della spedizione anche studiosi e mercanti, e per loro c’era bisogno di qualcuno che li proteggesse.
La carovana stava scendendo la collina, lasciandoci lassù soli.
– Mi vuoi lasciare sola con questa mezzasega? – Ylana mi mostrò la lingua. – Pensavamo di fare un salto a visitare quell’edificio.
V’Nigle guardò la fila di cavalli che si allontanava.
– Non sono previste fermate fino alla Tomba del Cavallo.
– Faremo presto – dissi – vero, Ylana?
V’Nigle guardò prima me e poi la predatrice: – Ma vi andate a fare una sveltina o volete veramente esplorare?
Era un po’ ingenuo, ma i muscoli e l’ascia bipenne che portava sulla schiena ti facevano passare la voglia di prenderlo in giro.
Ylana sorrise: – Esploreremo, che altro vuoi che facciamo? Vieni anche te, magari ci serve una mano a portare via tutto l’oro.
V’Nigle studiò il sentiero che portava dalla collina all’edificio. Lo dovette valutare sicuro: – Vado ad avvisare gli altri e vi raggiungo.
Spronò la bestia e trotterellò verso la carovana.
Rimasi solo con Ylana.
– Facciamo a chi arriva prima?
Lei non rispose, ma si lanciò giù per la collina. Guardai il sedere della predatrice rimbalzare sulla sella mentre scendeva il sentiero a rotta di collo.
Legammo i cavalli ad un albero che sorgeva in mezzo a un cimitero a metà strada tra la fine della collina e l’edificio. Girammo attorno alla costruzione. Lunghe aperture sulle sue pareti correvano dal soffitto fin ad alcuni piedi dal suolo. Anche mettendoci in piedi sui cavalli non potevamo raggiungerle. L’interno sembrava essere pieno di colonne.
Trovammo l’entrata. Era aperta e sembrava che non avesse mai avuto delle porte a chiuderla.
Restammo sulla soglia, aspettando che gli occhi si abituassero alla penombra. La luce scendeva dalle aperture e tagliava le alte colonne. L’interno era silenzioso. C’era povere, foglie e rami secchi portati dal vento.
L’interno era spoglio. C’erano solo delle tombe di marmo verde. Poche erano quelle chiuse. Le altre avevano due battenti aperti, dritti verso l’alto.
Ci avvicinammo a una di quelle tombe aperte tenendo la mano sull’elsa delle nostre spade. C’era del materiale, come pietra pomice nera, che le riempiva.
Nel materiale era scavata una sagoma umana.
(Continua...)
Sembra interessante! Le descrizioni sono rapide ed efficaci. Un po' volgari i dialoghi, comprendo l'autoironia, ma tra il sedere e le gambe tornite siamo davvero un po' nel trash.
RispondiEliminaGrazie!
EliminaBeh i dialoghi sono volgari perché lo sono i protagonisti. E se sederi e gambe tornite li trovi trash, dovresti vedere cosa combinano alcuni ad Handelbab con le mummie :-O
I miei complimenti e il mio augurio di felice riuscita del progetto, costruttore di mondi.
RispondiElimina;)
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Grazie! Ma costruttore di mondi è un po' troppo. Preferisco pensare che esistano per conto loro e io mi limito a scoprirli.
EliminaBeh ...
Eliminaoccorre una grande abilità anche nello scoprire i mondi pre-esistenti.
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Interessante. ;)
RispondiEliminaP.S.: C’era poLvere, foglie e rami secchi portati dal vento.
Grazie!
EliminaL'ambientazione - un po' esotica, un po' Africa subsahariana mi sembra di capire - non mi dispiace affatto, e anche la scelta dei nomi dei luoghi denota una certa attenzione nella definizione dell'ambientazione.
RispondiEliminaPer me le osservazioni del narratore ci possono stare - non sono certo letterati quanto dei depredatori - e la formula dei racconti a puntate credo sia l'ideale per chi non ha tempo di leggere tutto insieme.
A presto!