Il Capitano Nemo,
a bordo del suo Nautilus, raggiunge Providence allo scopo di impedire l’arrivo
dei Grandi Antichi nel nostro mondo.
E già per solo
per aver messo nella stessa storia Verne e Lovecraft, merita interessarsi al
racconto Punto Nemo scritto (e autopubblicato) da Domenico Attianese. Se non
altro per vedere come vengono messi assieme due universi narrativi, entrambi
capostipiti di interi generi letterari (Verne per lo steampunk) o di mitologie
horror (Loveraft).
Qualcosa del genere...
Poi uno legge il
racconto, e lo scenario appare chiaro.
Punto Nemo è
ambientato ai giorni nostri (o forse in un futuro molto vicino), il Capitano
Nemo è il discendente del primo comandante del Nautilus e appare anche un erede
del nostro Howard P. Lovecraft.
Niente XIX secolo
o retrofuturismo, quindi, anche se l’autore nell’introduzione dice di aver dato
una spruzzata di steampunk alla storia… ma deve essere stata una cosa molto
leggera perché non si nota nemmeno.
Il problema
principale di questo racconto è che i Grandi Antichi, e i mostri dagoniti che
li venerano, non fanno per niente paura. Nello stesso momento in cui i
protagonisti vanno in giro a sparare ai mostri lovecraftiani si perdere
completamente il senso di orrore cosmico che dovrebbe accompagnare simili
creature, rendendole troppo concrete. Non è una colpa dell’autore, che comunque
si propone con una scrittura scorrevole, anche se talvolta appesantita da
metafore un po’ barocche. È proprio colpa di Cthulhu&company, che ormai
stanno iniziando a perdere la loro carica orrorifica.
Anche perché,
diciamoci la verità, dal momento che vediamo questo:
Cthulhu non può più
fare paura.
È lo stesso
fenomeno che in passato aveva colpito Babbo Natale. La creatura originale delle
tradizioni nordiche era un mostro che divorava vivi i bambini cattivi… e nel
corso dei secoli si è trasformato in un ciccione vestito di rosso che fa la
pubblicità alla Coca-Cola.
Cose che
capitano.
Consiglio
comunque questo agile racconto a chi non vuole perdersi nulla dei miti
Lovecraftiani, o a chi come me piacciono questi mash-up letterari. Non è
steampunk, sia ben chiaro, ma lo spirito è quello.
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