martedì 21 ottobre 2025

Sixteen ways to defend a walled city

Ogni tanto capita di trovare un romanzo con un protagonista che leggi e dici: sì, questo potrei essere io.

Sixteen ways to defend a walled city è un romanzo di K. J. Parker (pseudonimo di Tom Holt) pubblicato nel 2019.

Il protagonista è Orhan, colonnello del genio militare dell’Impero Robur. L’Impero Robur, modellato su quello dell’Antica Roma, è la principale potenza nel mondo immaginato da Parker, attiva nell’assoggettare tutti i popoli circostanti al proprio dominio. Orhan è un “milkface” e per il suo colore della pelle chiaro viene discriminato dai Robur “veri e propri” (“blueface”). Siamo al livello che le fontane pubbliche della città sono per “Robur” o per “milkface”, tanto per intenderci.

Orhan è riuscito a scalare la gerarchia militare grazie alle sue capacità ingegneristiche e al suo sapersi muovere nella burocrazia militare (come reperire e far sparire fondi, chi corrompere, che documenti falsificare… le solite secondary skills di qualsiasi ingegnere degno di questo nome.

“Of course, I never beat Ogus at anything, unless I cheated. Which I did, whenever I could. I figure, winning is winning. Cheating is just one of many ways of prevailing; just happens to be the way I’m best at.”

Per una serie di eventi Orhan si trova a capo delle difese della capitale imperiale, assediata da un esercito di “milkface” che vuole sterminare l’intera popolazione.

E qua sta il mio amore per il personaggio. Da un lato l’ingegneria scorre potente in lui, e dove lui non riesci si circonda di persona capaci. Dall’altro lato adoro la sua tenacia. Gli vengono forniti continuamente buoni motivi per abbandonare il suo ruolo e lasciare la Città alla distruzione. Dopotutto è solo un ufficiale del genio, della razza sbagliata, e gli vengono offerti salvacondotti anche per i suoi amici più cari.

E invece lui resta testardamente al suo posto. Perché sotto sotto lui alle persone ci tiene, anzi ci crede, nonostante ammetta di non capirle (e forse proprio perché non le capisce).

“If there’s one truth in this life, it’s that you simply can’t win. The most you can achieve is to make a nuisance of yourself, for a very short time.”

Per non dire niente dei due colpi di scena finali…

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