lunedì 9 giugno 2025

Praticare l'invenzione al limite dell'intelligibilità


“I practice invention to the brink of intelligibility”

The Mad Man un romanzo di Samuel Delany pubblicato nel 1994.

Il romanzo esplora l’intersezione tra identità sessuale, razza, marginalità e ricerca intellettuale attraverso la figura di John Marr, studente di filosofia, nero e omosessuale, che vive nella New York dei primi anni Ottanta. Marr è impegnato nella stesura di un tesi di dottorato su Timothy Hasler, filosofo e accademico coreano-americano brutalmente assassinato nel 1973 davanti a un bar gay in circostanze mai chiarite.

Nel corso della sua indagine sulla vita e la morte del filosofo, Marr si confronta non solo con i misteri che circondano la morte di Hasler, ma anche con una progressiva identificazione con la sua figura. Questo processo lo porta a vivere esperienze sessuali sempre più estreme con vari senzatetto, nonostante la crescente consapevolezza del rischio di contrarre l’HIV, che in quegli anni cominciava a diffondersi con drammatica rapidità. The Mad Man è un libro sull’epidemia di AIDS e un modo per Delany per gestire il senso di colpa per essere sopravvissuto.

“I do not have AIDS. I am surprised that I don’t. I have had sex with men weekly, sometimes daily—without condoms—since my teens, though … it’s been—since 1980—all oral, not anal.”

Marr ha una passione per gli uomini, e li preferisce senzatetto, ubriachi, sporchi e deformi. Non è la caduta del protagonista nel peccato, ma una descrizione di come Delany/Marr viveva la sua sessualità all’epoca e della devastazione provocata dall’AIDS. Alcuni prendevano contromisure, altri si astenevano dal sesso, altri ancora (tra cui Marr) si vedevano già condannati e quindi continuavano con i rapporti sessuali.

Sebbene ci siano numerose descrizioni di atti sessuali, non è un libro (unicamente) pornografico – in 500 pagine ci sono anche discussioni di etica sessuale, sviluppo del protagonista, filosofia, un delitto da risolvere e una storia d’amore. Alcune scene del romanzo si basano su lettere realmente scritte dall’autore e raccolte in 1984: Selected Letters, conferendo alla narrazione un ulteriore livello di autenticità e riflessione autobiografica, pur mantenendo una struttura narrativa di finzione.

È il romanzo di Delany più lungo (500 e passa pagine) dopo Dhalgren, e contiene numerosi elementi: la vita academica di un ricercatore in filosofia, la vita dei senzatetto newyorkesi, la comunità gay pre e post HIV, la descrizione estremamente dettagliata di numerosi atti sessuali di vario tipo, e, infine, anche alcuni elementi di realismo magico.

La New York del romanzo è quella dei parchi dove dormono i senzatetto, dei cinema porno gay attorno a Time Square, e dei locali come il Mineshaft, noto per le sue famose “Golden Shower Nights”. (piccola curiosità il Mineshaft aveva uno stretto dress code per i suoi avventori, dress code che è stato ripreso dai Village People per il video della loro celebre YMCA.)


“…it is always odd to discover the ways in which desire fuels the systems of the world.”

La figura di Timothy Hasler è ispirata sia a Ludwig Wittgenstein che a Richard Montague, matematico e filosofo studioso di logica matematica e filosofia del linguaggio, ucciso a casa sua nel 1971 dopo aver rimorchiato degli uomini in un bar. Hasler è ispirato anche al filosofo Frank Plumpton Ramsey, anch’egli morto giovane, e traduttore in inglese di Wittgenstein.

Oltre che filosofo, Hasler è uno scrittore di fantascienza, e Marr riesce a far uscire una raccolta delle sue opere facendosi aiutare da un altro scrittore di fantascienza, Aranlyde – riprendendo il personaggio di Muels Aranlyde apparso in Empire Star, anagramma di Samuel Delany.

Il nome del protagonista è preso da una poesia di Herman Melville – John Marr and Other Sailors. Nel testo di Melville John Marr ha lasciato le vastità del mare per quelle delle praterie, ritirandosi a vivere con altri pionieri nel Far West. Purtroppo la comunità dove vive è composta da uomini chiusi, ottusi e bigotti a cui manca la voglia di divertirsi e meravigliarsi di porto in porto tipici di John Marr e degli altri marinai. Quando John Marr tenta di raccontare le sue avventure marinaie si sente rispondere “Amico, non ne sappiamo niente di queste cose, qui”. Il Marr di Melville è una figura di alienazione e irrequietezza, proprio come (ma non del tutto simile) al protagonista di The Mad Man.

Melville non è l’unico riferimento letterario. La scena con la quale il protagonista viene incaricato di indagare sulla morte di Hasler richiama quella nella quale, in Il Grande Sonno di Raymond Chandler, l’investigatore Philip Marlowe riceve l’analogo incarico.

“It is sobering to think that the Great American Novel to come will have so little to do with the famous ‘American Dream’ but will have to be far nearer a contemporary Les Misérables”

L’interesse per i senzatetto nel romanzo non è solo sessuale ma diventa punto di analisi sociale – e spiegazione dell’omicidio di Hasler. I senzatetto, categoria che comprende “bums, hoboes, and winos,” e “the marginal, the dispossessed, the underclass”, vivono al di fuori del mercato capitalista. Non possiedono nulla, solo i loro corpi e il godimento che ne possono trarre. Godimento fine a se stesso e quindi al di fuori di una logica capitalista. C’è quindi il sesso a pagamento del mercato (e i luoghi dove praticarlo, come i cinema porno o il Mineshaft) e il sesso libero dei senzatetto. Queste due economie – del piacere e della produzione o, per essere più precisi, del desiderio – si scontrano più volte. Si scopre quindi che, quando Hasler e un suo compagno sono stati in un bar dove avviene la prostituzione, l’offerta di sesso libero dei due ha ottenuto come risposta la violenza e la morte del filosofo, che si sacrifica per salvare il compagno.

Il romanzo è una esplorazione di universi sociali paralleli – l’autore ci tiene a far capire come funzionano le cose nelle comunità visitate, in modo da far capire per esempio l’impatto dell’AIDS sulle persone e i luoghi da lui frequentati. La città stessa diventa quindi un punto di contatto per persone appartenenti a diversi gruppi sociali (idea che Delany ha preso dal libro The Death and Life of American Cities di Jane Jacobs del 1961) perché come dice John Marr “The more different someone is from me, the more I can learn from them”. Come scritto da Delany nel saggio Times Square “given the mode of capitalism under which we live, life is at its most rewarding, productive, and pleasant when large numbers of people understand, appreciate, and seek out interclass contact and communication conducted in a mode of good will”.

Gli archetipi della New York di The Mad Man sono quelli di Sodoma e Babele, la cui distruzione Delany attribuisce non a un intervento divino ma a un collasso dei rispettivi mercati, ma anche la Città Santa, costruita secondo precise idee eteronormative: “The boys for whom society is made (as well as the City Fathers a few of those boys will manage to become) would prefer that none of these men existed. . . . ”. Comunque, qualunque sia il modo in cui nascono, le città “crescono perché le persone ci vanno per cercare sesso”.

Come finisce la storia per John Marr? C’è un lieto fine! Marr è filosoficamente alla ricerca di un “Sistema del Mondo”, una filosofia che includa ogni possibile fenomeno umano. Tale filosofia è impossibile, realizza Marr, venendo a contatto, e praticando lui stesso, varie forme di sesso estremo in una forma del tutto selvaggia, ovvero non-addomesticata o non possibile da includere in una filosofia dei fenomeni umani.

Dopo un’orgia selvaggia ispirata alla ecpirosi di Eraclito, Marr arriva vicino a essere ucciso in maniera non molto diversa da Hasler. Si salva, e finisce per fare coppia stabile e felice con Leaky – proprio come Delany ha incontrato il suo attuale compagno tra i senzatetto di New York.

Il critico Damien Broderick nel suo Reading on Starlight (1995) ha suggerito che The Mad Man è il sequel “spirituale” di Stars in My Pockets Like Grains of Sand. La relazione tra John Marr e Leaky segue gli stessi schemi di quella tra Marq Dyeth e Rat Korga, e molte delle domande poste in Star in My Pockets trovano risposta in The Mad Man.

I find myself asking: But who 𝘪𝘴 the protagonist? Is it the narrator, black graduate student John Marr? Is it the Korean-American philosopher Timothy Hasler who is the object of all John Marr's research and study?
Or is it Mad Man Mike, one of the men who names the novel, and whom Hassler has given his life to save . . .? As the writer I would hope that the text worked like a piece of cut crystal in the midst of them all, turning to reflect each one and a number of others not named here, to show their different relationships, one and another, on different levels.
(Delany su The Mad Man)

mercoledì 9 aprile 2025

Fantascienza senza confini: Istrianator

Per la serie fantascienza senza confini

In occasione della SFeraKon, che si terrà a Zagreb dal 9 all’11 Maggio 2025, verrà pubblicato un numero della rivista croata Ubiq contenente il mio racconto “Istrianator”, con protagonista l’Imperatrice Sissi Cacciatrice di Mostri e Viaggiatrice nel Tempo, assieme ai racconti “Cloudbuster” di Simonetta Olivo e "Gli incerti confini dei mondi sottili" di Veronika Santo – tutte e tre queste storie sono state pubblicate in italiano nell’antologia S/Confinati, edita da Delos Digital e finalista al Premio Italia 2025.

I racconti sono stati tradotti da Veronika Santo che qui ringrazio assieme alla redazione di Ubiq per lo splendido lavoro fatto.

SFeraKon è la più longeva convention croata di fantascienza. La prima edizione si è tenuta nel 1983, e nel 1986 e nel 2012 ha ospitato un Eurocon. È organizzata da SFera, la società di fantascienza di Zagabria.

Ubiq è una rivista letteraria di fantascienza e fantasy pubblicata due volte l'anno a Zagabria, in Croazia, da SFera. Fondata nel 2007, ha ricevuto l'European Science Fiction Award (ESFS Award) dall'European Science Fiction Society nel 2011 come migliore rivista europea di fantascienza. Nella sua redazione diversi personaggi di spicco della fantascienza croata, tra i quali anche il celebre teorico della fantascienza Darko Suvin.

“Ja sam njezino carsko i kraljevsko veličanstvo Elizabeta Amalija Eugenija, carica Austrije, apostolska kraljica Ugarske, kraljica Češke, Dalmacije i Hrvatske, nadvojvotkinja Austrije; velika kneginja od Toskane i Krakova, velika kneginja od Transilvanije; markgrofinja istarska i gospoštija od Trsta. Ja sam carica Sissi, dolazim iz 1870. godine i ovdje sam da vas isprašim.”

venerdì 14 marzo 2025

Novità: Tigre Contro Tigre

"Etica ed Estetica sono tutt'uno", e come non partire da Wittgenstein per introdurre il mio racconto solarpunk nel quale tigri antropomorfe combattono duelli a colpi di eleganza?

TIGRE CONTRO TIGRE è uscito nella collana Atlantis di Delos, curata da Franco Ricciardiello.

In questo racconto ho voluto esplorare modi non violenti di risolvere i conflitti e l’uso di (est)etiche alternative per dirimere le dispute.

Mi sono ispirato ai Sapeur, gentiluomini e gentildonne di origine africana che perseguono un ideale estetico di eleganza e stravaganza.

Tre sono i pilastri della loro arte, La Sape:

- Estrema cura nel vestirsi
- Farsi notare mentre si cammina
- Sostenere argute schermaglie verbali con gli altri praticanti.

Nella civiltà che ho immaginato le tigri antropomorfe, invece di ricorrere alla violenza, risolvono i loro conflitti (sociali e personali) con gare di La Sape.

La protagonista, Agatea, si trova a mettere in dubbio questa prassi e per protesta va a vivere su un lontano habitat spaziale dove si pratica una singola forma molto precisa di violenza: la caccia.


Qua un sito con molte risorse sulla non violenza in numerose civiltà umane.

Qua la recensione su Solarpunk.it

In un lontano futuro, quella parte di umanità che ha scelto di vivere in zone del nostro pianeta ritornate allo stato edenista ha acquisito caratteristiche proprie di alcuni animali. Agatea è una giovane ragazza-tigre che ha lasciato la propria famiglia e la propria gens per emigrare nell’habitat spaziale di Tarcisia, un gigantesco ambiente artificiale che contiene anche vaste aree selvagge. In una di queste, Agatea dà spettacolo ai turisti cacciando grandi mammut con armi primitive: una pratica che comunque prevede il rispetto della vittima, e la sua comunione nella mente della cacciatrice, che ne assimila i ricordi facendoli suoi. Ma il padre di Agatea, Buzio, arriva su Tarcisia per ricondurre la figlia ai doveri di famiglia: accetterà la ragazza-tigre di tornare sulla Terra per sostenere una sfida con il clan avversario, gli Ordenho, su una disputa territoriale? Una suggestiva avventura in cui le controversie non si risolvono con sanguinose faide e i duelli non sono all’ultimo sangue, bensì disfide a livello estetico che devono ottenere il consenso di una società con un senso etico molto più sviluppato del nostro.

lunedì 27 gennaio 2025

La Traditrice Baru Cormorant

Altro che guerriere, maghe o principesse, la protagonista di The Traitor Baru Cormorant di Seth Dickinson è una figura spesso trascurata nella letteratura fantasy, ovvero una contabile.

Baru Cormorant (questo il nome della protagonista) viene nominata Contabile Imperiale e mandata a controllare le finanze di Aurdwynn, una provincia colonizzata dalla Repubblica Imperiale (sic.) di Falcrest. Il suo vero compito è prevenire una secessione di Aurdwynn dall’Impero, e per farlo dovrà usare tutte le sue conoscenze fiscali e le più astute manovre finanziarie, evitando di farsi ammazzare dai nobili locali.

E questa è solo la prima metà del libro, perché Baru è un personaggio complicato e con i suoi scopi.

Baru è infatti nata sull’isola di Taranoki, che è stata colonizzata dall’Impero distruggendone la cultura locale. La capitale Falcrest è spaventata dal ciclo della storia, che vede imperi nascere e morire. Per evitare la propria dissoluzione l’Impero applica in modo sistematico la scienza Incrastica e i suoi principi di eugenetica e igiene sociale (ovviamente eteronormativa) e determinismo razziale.

Uno dei due padri di Baru è stato fatto sparire dall’Impero e lei vuole vendetta: vuole distruggere l’Impero, ma per poterlo fare deve avere Potere, e l’unico modo per averlo è fare carriera all’interno dell’Impero stesso. Mandata ad Aurdwynn, deve allo stesso tempo sopprimere una possibile rivolta (per far vedere ai suoi superiori che è affidabile) e iniziarne un’altra (per indebolire l’Impero).

The Traitor Baru Cormorant è il primo libro di una quadrilogia (l’ultimo volume mi pare debba ancora uscire) ed è una ragionata e profonda riflessione sul Potere e sulle Narrazioni che inquadrano e imprigionano i personaggi – e cosa sono disposti a diventare per liberarsene.