Atlantis: Three Tales è una raccolta di tre testi scritti da Samuel Delany tra la fine degli anni 80 e primi anni 90. Il libro è stato pubblicato nel 1995 dalla Incunabula, una piccola casa editrice che dalla sua fondazione nel 1992 fino a oggi ha al suo attivo solo cinque pubblicazioni. Oltre a Atlantis ha pubblicato anche They Fly at Çyron di Delany.
"Atlantis: Model 1924" racconta dell’arrivo a New York nel 1923 di Sam, personaggio modellato sul padre dell’autore. Sam, diciassettenne di colore, si trasferisce da Raleigh (North Carolina) a New York dove già abitano e lavorano alcuni suoi fratelli e sorelle. Le sue due sorelle, Corey e Elsie, sono modellate su due celebri zie di Samuel Delany, Sarah Louise Delany e Annie Elizabeth Delany, pioniere dei diritti civili, la cui storia è narrata in Having Our Say: The Delany Sisters' First 100 Years di Amy Hill Hearth.
Sam ha nella Grande Mela numerosi incontri, e molte tematiche sono toccate: razzismo, identità, arte, etc… L’incontro più importante avviene mentre attraversa a piedi il Brooklyn Bridge e incontra un vecchio poeta (forse l’autore stesso), che gli racconta di un famoso poeta di colore, Jean Toomer. L’anziano tenta di rimorchiare Sam cantandogli come New York, come qualsiasi altra città, nella memoria diventi simile ad Atlantide… ma Sam impiega un po’ troppo tempo per accorgersi delle attenzioni dell’altro e commette un paio di gaffe, che mal interpretate dall’altro lo mettono in fuga. Alla fine della storia tutti i vari punti, le tematiche e i personaggi collimano in un singolo momento di epifania per Sam.
“Forget a city in which you've once lived, and it might as well have fallen into the sea”
"Eric, Gwen, and D. H. Lawrence's Esthetic of Unrectified Feeling" è un testo autobiografico (o per meglio dire più autobiografico, visto che la distinzione tra biografia e finzione diviene sfumata), dove Delany narra le basi della sua estetica, riportandole all’incontro che ebbe a dieci anni (negli anni 50) con due persone. La prima è Eric, lattaio, che portandolo a fare un giro di ritiri dalle fattorie locali lo espose a una colorita sequenza di parolacce e bestemmie, che Sam, trova incredibilmente eccitanti. La seconda è Gwen, sua insegnante d’arte, che gli inculcò l’idea formalista che la pittura fosse basata su “Forma, linea e colore”. Entrambe queste esperienze formano i gusti artistici e sessuali di Sam.
"Citre et Trans" è ambientato negli anni 60 in Grecia, dove Delany incontrò altri turisti e viaggiatori americani o inglesi ed ebbe diverse relazioni. È forse il più cupo dei tre testi, visto che riguarda prima uno stupro subito da Sam da parte di due marinai e poi l’uccisione di un cane da parte della sua padrona, che non voleva abbandonarlo in Grecia ai maltrattamenti dei locali.
Non c’è molta azione in questi racconti, il vero focus sono i cambiamenti che avvengono nella mente dei protagonisti, i vari Sam che sono fasi della vita e parti dell’autore Delany. La scrittura è sperimentale, con la suddivisione della narrazione in colonne parallele, note a margine, surrealismo e flusso di coscienza, tutti messi in opera per segnare l’interdipendenza tra memora, esperienza e il sé.
Delany ha scritto che Atlantis: Three Tales “is about (among other things) history, or more accurately the illusions we can have about history, especially when we have done lots and lots of research—which, when writing fiction, can never be enough…”
“Now, me . . . I’m going to originate everywhere…from now on. I’ve made up my mind to it and I’ll go on originating, all through my life, too…Every time I read a new book, every time I hear something new about history, every time I make a new friend, see a new color in the oil slicked over a puddle in the mud, a new origin joins me to make me what I am to be — what I’m always becoming. The whole of my life is origin — nowhere and everywhere.”
Le immagini che Delany usa in questi tre testi sono ispirate a due poemi: "Middle Passage" di Robert Hayden (che narra l’attraversata dell’Atlantico da parte di una nave di schiavi) e "The Bridge" Hart Crane, dedicato al Ponte di Brooklyn.
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