È ambientato nel 2095, con la società umana influenzata da due fattori.
Il primo è la quasi totale assenza di privacy. Sciami di droni circondano le persone mandando continuamente in rete tutto quello che fanno. 24 ore su 24. Nessuno si preoccupa di essere osservato nei momenti più privati – tanto come scritto la maggior parte delle persone è noiosa.
Il secondo è il ruolo svolto dalle Intelligenze Artificiali Deboli (WAI) e dai robot, che contendono all’essere umano tutti i lavori ma che anche lo aiutano nelle poche attività che gli sono rimaste. Per competere con le macchine le persone usano droghe e agenti biochimici per incrementare la loro intelligenza e capacità fisiche. Ma è una battaglia inutile. La maggior parte del pianeta lavora nella gig economy guadagnando spiccioli nei lavori a chiamata (che comunque riguardano l’addestrare o supervisionare le WAI), priva dei più basilari diritti dei lavoratori.
Welga Ramirez lavora come guardia del corpo per proprietari delle grosse aziende che fabbricano droghe per migliorare gli esseri umani. Il lavoro è diverso da quello che ci potremmo immaginare. Chi contesta o organizza movimenti di protesta tende a lanciare droni per fare scherzi alle loro vittime e combattere le guardie del corpo. La protezione delle persone è uno spettacolo nel quale chi fa la performance migliore prende più soldi in donazioni.
We don’t ever shoot to kill, not protes, not exfactors,” Welga said. “That would create a lousy image for our clients. The camera swarms catch everything, and the public—barring a few sick exceptions—doesn’t like to watch real people die. We always carry basic field kits. Just because the protesters send bots doesn’t mean we don’t get injured. The audience likes to see us struggle. Makes it more exciting to watch. The primary thing to remember is that we aren’t going into combat. We’re performing a service, key word perform. We need to fight pretty, we need to destroy our attackers, we need to bleed—a little—and we need to keep the client clean. Oh, and remember to smile for the cameras. You get more tips that way.”
Le cose iniziano ad andare male quando qualcuno ammazza sul serio i clienti di Ramirez. Si tratta della prima intelligenza artificiale forte (e quindi presumibilmente senziente) che, alleata con uno sceicco terrorista nordafricano e una monaca buddista ribelle che vive nello spazio (seriously) vogliono liberare l’umanità e la “macchinità” dalla schiavitù dei poteri forti.
C’è tanta azione, ma anche una grossa cura nell’immaginare una società influenzata da tendenze contrastanti. È un mondo strano quello di Machinehood. Le grandi corporations lavorano a macchine sempre più capaci e allo stesso tempo farmaci per rendere gli esseri umani sempre all’altezza (altezza che loro stesse aumentano come si sarà capito). Il governo fa quello che può per arginare questa corsa. Il grosso delle attività umane è regolato (come detto) dalla gig economy. Se uno ha un problema di salute lo posta sul web, offre un premio e spera che qualcuno se ne occupi. Sì, questa è la sanità privata all’ennesima potenza degli USA.
In conclusione mi è piaciuto come l’autrice si immagina questo futuro, ma personalmente ho trovato che non lo abbia criticato abbastanza, sembra quasi compiacersene.
I’ll go lie down. You stay calm and sensible. We might need a different way of life, but global upheaval isn’t the way to get it. Fanatics like revolution, and they don’t care who gets hurt along the way. You’re not that kind of person. Don’t let them turn you into one.
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