They fly at Çiron è un romanzo di Samuel Delany, pubblicato nel 1993.
È un testo con una lunga e storia di stesura.
La prima versione di They Fly At Çiron era un racconto lungo scritto nel 1962 che Delany non riuscì a pubblicare. Nel 1969 Delany diede il testo a James Salis che ne riscrisse l’inizio. Il testo uscì nel 1971 su The Magazine of Fantasy and Science Fiction con la firma di entrambi.
Nel 1991 Delany riscrisse la storia eliminando le parti aggiunte da Salis e aggiungendo nuovi personaggi. Il testo è uscito nel 1993 per la casa editrice Incunabula.
La storia inizia con il crudele Principe Nactor di Myetra che si appresta a invadere il villaggio di Çiron. Gli abitanti di Çiron sono agricoltori pacifisti che non possiedono le parole per definire “arma”, “guerra” o “arrendersi”. Sono troppo ingenui per temere qualcuno, tranne i misteriosi uomini Alati che abitano a Hi-Vator in cima alla montagna che sovrasta Çiron.
I personaggi principali sono Kire, un ufficiale di Nactor mandato in avanscoperta, e Rahm, un giovane Çironiano che ritorna da un viaggio rituale. Naä è una cantante e poetessa di Calvicon che si trova ospite dei Çironiani.
L’esercito myetrano attacca falciando gli ingenui Çironiani. Rahm, vedendo la sua compaesana Rimgia vittima di violenza semplicemente impazzisce e fa una strage di nemici, per poi scappare e trovare rifugio presso gli Alati.
Quando ritorna per aiutare Çiron viene catturato e obbligato a uccidere Kire (condannato per ribellione). Invece di Kire, Rahm uccide Nactor mentre l’esercito di Alati mette in fuga i nemici,
Çiron è una storia fantasy (ma che si comporta come una storia di fantascienza) con un protagonista che ricorda fisicamente il Conan di Howard. Delany ha sempre avuto chiare idee sulle differenze tra fantasy e fantascienza: “sword and sorcery represents what can still be imagined about the transition between a barter economy and a money economy, while science fiction represents what can be most safely imagined about the transition from a money economy to a credit economy”
Non per niente il romanza contiene il racconto di come la moneta sia stata adottata dagli Alati – ma qui c’è un twist, visto che alla fine sono ritornati al baratto. Non è interamente un’opera fantasy – i myetrani hanno armi laser e luci al neon.
Kire e Rahm non sono i soli personaggi dei quali seguiamo le vicende. Uno dei punti di vista è quello di Uk, veterano dell’esercito myetrano, attraverso i cui occhi (sorpresi e spaventati) vediamo la furia omicida di Rahm. Altro punto di vista è quello di Qualt, il ragazzo che si occupa di raccogliere e smaltire l’immondizia del villaggio. È l’intellettuale della storia, raccoglie non solo immondizia ma informazioni, e rotoli di scrittura accumulati nella storia di Çiron.
La narrazione si muove non tanto in maniera lineare quanto saltando dalla coscienza di un personaggio all’altro proponendo anche lo stesso evento o personaggio da vari punti di vista. La cosa viene quasi discussa a un certo punto: Naä racconta a Rimigia di una credenza secondo la quale ogni vita sarebbe una specie di libro del quale un Dio legge brani sparsi.
Identità e linguaggio: dare un nome alle cose viene visto come primo passo per dare loro un’identità. O, come scrisse Kathy Acker: “un nome non ti dice cosa sia qualcosa, ma piuttosto connette il fenomeno/idea a qualcos’altro. Certamente alla cultura”.
Non per niente il conquistatore Nactor dice al prigioniero Rahm: “Io sono il Principe Nactor. Non voglio sapere il tuo nome”.
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