giovedì 25 gennaio 2024

Starboard Wine

Starboard Wine è stato pubblicato nel 1983 ed è una raccolta di saggi e lettere scritte da Samuel Delany nella seconda metà degli anni ‘70 riguardanti la letteratura di fantascienza.

Il sottotitolo è More Notes on the Language of Science Fiction, rendendo questo libro una specie di sequel o aggiornamento del volume del 1977 intitolato The Jewel-Hinged Jaw: Notes on the Language of Science Fiction. Inoltre i saggi sono stati scritti nello stesso periodo in cui Delany scriveva la sua monografia sul racconto Angouleme di Thomas Disch (The American Shore). In Starboard Wine i riferimenti a questi due testi sono numerosi.

I saggi riguardano vari aspetti della fantascienza, dalla sua storia al suo futuro ai profili di alcuni autori che Delany riteneva notevoli.

Delany non crede, contrariamente a molti, che la fantascienza sia nata con Frankenstein di Mary Shelley, ma con le riviste degli anni 20 e 30 di Gernsback . Due sono le motivazioni portate a sostegno di questa sua tesi. La prima è che il romanzo non si discostava come temi e stile da altri romanzi dello stesso periodo che non sono riconosciuti come fantascienza. La seconda è che tra i vari testi del 1800 riproposti dalle medesime riviste non compare Frankenstein, mentre appaiono altri precursori quali Wells e Verne.

L’unicità della fantascienza, sostiene Delany, si è fatta notare in quegli anni. Ma in cosa consiste questa unicità? Delany confronta fantascienza e letteratura, partendo da domandi quali: La fantascienza è letteratura? Delany sostiene di no – fantascienza e letteratura si leggono in maniera diversa.

"I prefer to see the differences between science fiction, fantasy, and mundane fiction largely as the differences in the conventions, interpretations, questions, expectations, and responses the various texts encourage the reader to bring to the reading"

Delany vede la fantascienza non come un genere letterario ma come un protocollo con il quale leggere certi testi (non necessariamente testi di fantascienza, come Cheap suggerisce di fare ai suoi studenti). È una lingua particolare dove le cose hanno significati leggermente diversi da quelli che intendiamo nella letteratura quotidiana (“mundane”). Ed è proprio in queste differenze tra l’ambientazione descritta nella fantascienza e il nostro mondo reale che secondo Delany sta la forza della fantascienza. Mentre ogni frase che si può trovare in un testo di “mundane fiction” può avere ancora senso se si legge in un testo di fantascienza, non vale il contrario: questo è in indizio che non si può includere la fantascienza nella letteratura, ma che il loro rapporto è più complicato.

"The writer of mundane fiction tells a story set against a more or less vividly evoked section of the given world... and these conventions... have far more to do with other works of fiction than with anything "real". The SF writer, however, creates a world"

C’è il resoconto di un esperimento interessante, dove Delany legge parola per parola un racconto di fantascienza a una persona che non ama, capisce e apprezza il genere, per studiare momento per momento cosa passi nella testa del lettore di letteratura “seria”. È un approccio al testo lettera per lettera che non si vede spesso e dà dei risultati interessanti.

"Science fiction is not about the future; it uses the future as a narrative convention to present significant distortions of the present"

Cinque saggi sono dedicati a Robert Heinlein, Joanna Russ, Theodore Sturgeon e Thomas Disch (Disch I e Disch II), dove vengono messi in rilievo pregi e difetti di questi quattro autori. Sebbene separato dal pensiero politico, Delany apprezza Heinlein per il modo con il quale ha creato e fissato i tropi della fantascienza, dal viaggio nel tempo all’esplorazione spaziale.

Quando Delany scrisse Starboard Wine la fantascienza scritta era in pieno boom con un aumento esponenziale dei titoli pubblicati rispetto agli anni precedenti. Nei saggi troviamo un sano ottimismo sul futuro del genere, sostenuto da una solida base teorica che fa riferimento ai teorici francesi (soprattutto Derrida) e dove la fantascienza viene vista come un linguaggio e, di conseguenza, qualsiasi studio del genere diventa uno studio della sua grammatica e delle sue regole linguistiche.

È un testo di 40 anni fa e molto probabilmente molte tesi sono state superate dalla critica dei decenni successivi, ma resta un punto fondamentale per capire la storia della fantascienza e la sua evoluzione.

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