Questo articolo (che vi consiglio di leggere) pubblicato su Al Jazeera e dedicato al trailer del nuovo Dune mi ha fornito qualche spunto di riflessione. Seguendo le discussioni su internet devo dire che raramente ho visto tanta gente accanirsi per un termine usato in un trailer.
Abbiamo pazienza di aspettare di vedere il film? In realtà no.
Jihad è un termine arabo che significa “sforzo”, “lotta”, intesa sia come lotta spirituale per migliorare se stessi che come guerra per la causa di Dio. Ha subito diversi slittamenti di significato nel corso dei secoli, mettendo l’accento prima sulla guerra “materiale”, poi su quella spirituale (interna) e, in seguito ai movimenti anti-imperialisti iniziati nel 19° secolo, ritornando al significato di sforzo esterno contro un nemico oppressore. Come notato nell’articolo, quando Frank Herbert stava lavorando su Dune, c’erano delle jihad in corso contro le forse imperialiste e oppressive delle potenze occidentali.
Frank Herbert usa il termine “jihad” una ventina di volte in Dune, e “crociata” solo una volta. Definisce jihad come “crociata fanatica, crociata religiosa”, come se il termine “crociata” non avesse già questi significati. D’altra parte in italiano il termine crociata viene usato anche senza significati religiosi, somigliando quindi più al senso classico di jihad.
by Carlos NCT
Perché l’autore usa il termine jihad? Beh, terminologia di origine araba (e persiana, e turca) e concetti religiosi islamici fanno già parte dell’Impero, volendo indicare un futuro dove culture diverse da quella occidentale sono diventate dominanti. Ma usa anche l’arabo per indicare (come dice in un’intervista riportata anche nell’articolo) al lettore che la storia è ambientata in un luogo e in un tempo molto lontani.
Da questo punti di vista somiglia all’uso del latino nella saga del Nuovo Sole di Gene Wolfe: ambientata in un futuro remoto, l’autore usa il latino per rendere l’idea di una lingua antica rispetto al presente vissuto dal protagonista, anche se veniamo informati che non è il vero latino ma un’altra lingua futura che si è estinta molto prima dell’inizio del primo romanzo.
In Dune sono due le jihad: quella del passato contro le macchine e quella futura di Muad’dib. Il termine applicato alla prima è molto congruo. Contrariamente a quanto narrato da Brian Herbert e Kevin J. Anderson, la lotta contro le macchine non era intesa come una guerra contro nazisti robotici spaziali, ma contro un sistema automatico che indeboliva lo spirito dell’uomo. Jihad Butleriana quindi era un movimento di miglioramento spirituale – una vera jihad spirituale quindi.
La Jihad di Muad’dib, d’altra parte, ha visto la sovrapposizione di due spinte: quella dei Fremen, bloccati su un pianeta sfruttato dalle Grandi Case, e quella di rinnovamento dell’Impero, visto ormai come decadente e soffocante nei confronti di tutta l’umanità. La jihad dei Fremen ha diffuso la religione di Muad’dib nell’Impero, rinnovandolo. Un rinnovamento doloroso ma forse necessario.
by Matthew W. Waggle
Il trailer usa il termine crociata e questo ha fatto arrabbiare molti. Jihad ha assunto una connotazione negativa in occidente, connotazione che non si vuole dare, mi pare di capire, alla jihad di Paul Atreides. Deduco che le guerre di Muad’dib saranno presentate come una cosa giusta, positiva. A tali guerre viene dato il termine crociata. Come dire: crociata buona, jihad cattiva. Che è una semplificazione che temo non renda giustizia e nessuno dei due termini.
Ci si addentra qui nei problemi dell'adattamento di un romanzo in un film. Il romanzo usa il temine jihad per determinati motivi (esposti sia da me che dall'articolo), mentre il film usa il termine crociata. Ma i due termini non sono equivalenti. Fanno riferimento a contesti storici, religiosi e sociali completamente diversi. Sono due termini che indicano due cose diverse, e usare uno piuttosto che l'altro ha delle implicazioni.
È un equilibrio tra diverse forze divergenti: la fedeltà al testo originale (dove jihad ha un senso), la fedeltà ai significati del termine (dove jihad a quasi lo stesso senso) e l'uso che se ne fa correntemente. In questo caso potrebbe aver vinto il senso (negativo) attuale. Ma già questo (con)valida il senso attuale, negando quindi quello originale più positivo (inteso anche da Herbert). È una scelta che possiamo definire quasi politica. Togliere l'arabo (o l'Islam) da un adattamento di Dune vuole dire togliere il ruolo che queste due culture hanno nel contesto della storia, ovvero dare un giudizio sul ruolo che potrebbero avere in futuro, che in fondo è un giudizio sul ruolo che si vuole che abbiano adesso - come vedete usare un termine piuttosto che l'altro non è indifferente.
Spunto di discussione interessante, e io non ci avevo fatto caso. Di certo la linea di pensiero jihad=cattivo è estremamente semplicistica (e crociata=buono peggio ancora) e fa pensare a un film realizzato per un pubblico che le major considerano non troppo sveglio.
RispondiEliminaE così facendo tradiscono lo spirito del libro...
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