Sono un appassionato della serie a fumetti Nathan Never fin dagli anni ’90. Possiedo la collezione completa degli albi e, tra alti e bassi, Nathan è stato per anni un compagno di viaggi e scoperte.
Nel caso non conosciate il personaggio, ecco qua il riassunto da wikipedia:
Le avventure di Nathan Never sono ambientate in un futuro non molto lontano in un mondo sconvolto dalle terribili catastrofi del 2024 e raccontano le vicende di un detective che lavora per l'Agenzia Alfa, una delle tante agenzie private di investigazioni che si sono affiancate alla polizia nella lotta al crimine. Parte del genere umano si è trasferito su stazioni orbitanti in grado di produrre quanto serve anche alla Terra e per questo reclamano un'indipendenza che la Terra non vuole concedere arrivando così a una guerra con le stazioni orbitanti. Nathan Never vive in una megalopoli indicata come Città Est sulla costa orientale degli Stati Uniti circa un secolo dopo la grande catastrofe. Il mondo è fortemente inquinato e la società è dominata dalla tecnologia e dai mass media. Nathan Never in qualità di agente speciale è al centro di trame poliziesche classiche in uno scenario alla Blade Runner dove il protagonista non è un eroe tradizionale ma "forse è solo un essere umano in un mondo sempre meno umano" come definito dagli stessi autori. La sua vita è stata funestata da una tragedia personale causata da un criminale che gli uccide la moglie Laura e gli rapisce la figlia Ann che a seguito del trauma divenne autistica.
Potete quindi immaginare la mi gioia quando lessi che la Bonelli aveva in programma di far uscire un romanzo con lui come protagonista.
E non vi nasconderò quanto sono rimasto perplesso nello scoprire che l’autrice, Miriam Dubini, aveva in precedenza pubblicato solo romanzi per ragazzi. E che il romanzo stesso sarebbe stato un YA che avrebbe visto come protagonista un Nathan Never adolescente.
Non era quello che speravo. Dopotutto Nathan Never è sempre stato un fumetto adulto, con un protagonista adulto tormentato dal suo passato (la morte della moglie, il rapimento della figlia) e che nelle sue avventure affronta temi quali il rapporto dell’uomo con la memoria (storica e personale), il ruolo della tecnologia e così via.
Per me lo scrittore ideale per un romanzo di Nathan Never sarebbe stato un Richard K. Morgan, un Neal Stephenson, un Serge Lehman (che non se lo ricorda mai nessuno). Ma la Bonelli ha scelto diversamente. Ultimamente la Bonelli ha iniziato a puntare su un pubblico più giovane, invece dei soliti 30-40 che comprano ritualmente il Tex o lo Zagor o il Nathan Never. Vogliono far conoscere i loro personaggio storici ai nuovi lettori di fumetti, e cambiare in parte i personaggi, o meglio l’angolo con il quale sono presentati, è la logica operazione da fare.
Ci si potrebbe lamentare che un Nathan Never YA toglie spazio in libreria a un Nathan Never adulto, ma in realtà non c’è mai stata alcuna alternativa. O meglio l’alternativa era tra avere un Nathan Never YA e non avercelo affatto. E in questo caso preferisco che ci sia e tutto sommato sono contento di aver letto questo romanzo.
Ringrazio anche il buon Zeno Saracino che con
un suo post su Cronache Bizantine, riguardo un fenomeno simile che avviene in Warhammer 40k, mi ha permesso di vedere le cose nella giusta prospettiva.
Un Nathan Never adolescente quindi. La cosa in realtà non è nuova ai lettori della serie. Ci sono state alcune storie con protagonista il Nathan Never adolescente: a Gadalas, la riserva naturale dove è cresciuto con i suoi genitori e dove ha avuto come maestro Li Xiaolong. Nella Città Est, dove ha frequentato l’Istituto Tecnico Scientifico (ITS) e da dove poi è partito per diventare Fante Spaziale. E dove poi è tornato per fare il poliziotto. Insomma tra flashback e albi fuori dalla serie regolare sappiamo quasi tutto della vita di Nathan Never.
Siamo in un futuro non troppo distante da noi, dove la tecnologia ha sentire più il controllo delle nostre vite, e dove la gente vive in grandi agglomerati urbani e la natura è rimasta padrona di poche isole felici. In uno di questi luoghi magici e incontaminati, l'isola di Gadalas, ha vissuto la sua adolescenza Nathan Never, un ragazzo di quindici anni che decide di inseguire il sogno di entrare in Accademia e diventare un Fante Spaziale. Dovrà quindi trasferirsi nella lontana metropoli chiamata Città Est, per frequentare il prestigioso Technical Science Institute. Una vita nuova, fatta di nuove amicizie e nuovi amori. Un altro mondo. Il sogno, però, è destinato a trasformarsi in un incubo. Infatti Nathan, seguendo il suo ostinato senso di giustizia, si troverà invischiato in una fosca vicenda legata al mondo dei combattimenti clandestini, e sarà costretto a scontrarsi con una misteriosa creatura che sembra nutrirsi dell'energia della rete, minacciando di sprofondare il mondo nel caos. Diventerà così detective suo malgrado e dovrà districarsi in un'indagine piena di colpi di scena. Immerso in una suggestiva atmosfera cyberpunk, il romanzo racconta in prima persona le origini di un tormentato antieroe che in futuro diventerà l'anima dell'Agenzia Alfa.
Il romanzo della Dubini racconta la prime due settimane circa di Nathan nella Città Est, all’inizio dei suoi studi nell’ITS. È un periodo mai narrato della vita di Nathan. Sui fumetti abbiamo visto il periodo precedente alla partenza ("La storia di Kathy Eller", albo numero 56, "La stagione dei dischi volanti", Almanacco della Fantascienza del 1997, e qualche flashback qua e là) e una storia ambientata al suo secondo anno all'ITS ("Il ragazzo che scoprì l'universo", Almanacco della Fantascienza del 1998). Il primo giorno di scuola ci mancava.
Nathan deve lasciare la sua pacifica e amata Gadalas, i suoi genitori e i suoi amici d'infanzia, per trasferirsi nella megalopoli e iniziare gli studi. Ovviamente si fa subito coinvolgere in un'avventura e si trova un “caso” da risolvere: una misteriosa presenza nella rete che si nutre dell’energia delle persone.
C’è tutto quello che ci si potrebbe aspettare: il primo amico, la ragazza che se lo rigira come un calzino, i bulli della scuola, un nemico che si rivela essere un’entità bisognosa di aiuto e, nell’ombra, il vero cattivo della storia. Non vi sto ad annoiare con la trama, leggetevelo, sono un 230 pagine che scorrono via veloci.
È Nathan Never? Beh, ci sono molti particolari che non coincidono con quanto noto dalla serie a fumetti. Ma questo non ha importanza. La serie ci ha abituati da anni all’esistenza di universi paralleli, all'esistenza di altri Nathan. Magari non ve ne siete accorti, ma il Nathan Never protagonista dal primo albo è morto nel numero 303 della serie regolare, e al momento stiamo seguendo le avventure di un Nathan di un universo parallelo. C’è addirittura una miniserie, attualmente in corso, dove ogni albo è ambientato in una dimensione diversa, con diversi Nathan ma con un filo in comune.
Non sono certe piccole differenze che fanno il personaggio. Quindi torno a chiedermi: c’è Nathan Never in questo romanzo?
Sì, c’è. Per quanto sia ancora adolescente questo Nathan contiene le tracce di quello che sarà da adulto. C’è già la tristezza e la dolcezza dei ricordi: sarà appena adolescente, ma è lontano da casa e ha nostalgia di Gadalas e dei vecchi amici. Come dice la sua nuova amica, la mente di Nathan qui è “un labirinto con vista sull’infinito”.
C’è il rapporto con la tecnologia. Al momento del suo arrivo in città Nathan scopre che tutti sono collegati tramite il loro perph (personal phone, il vocabolo è la cosa più brutta che abbia mai sentito) a Knownnect, una specie di Facebook del futuro. Non ci sono like ma HYPE. La cosa interessante è che questi perph sono collegati direttamente con la fisiologia umana, e a ogni HYPE ricevuto si prova una piacevole sensazione fisica.
Vabbè, più o meno come i like di Facebook.
Knownnect: tutti, tutto, subito. È lo slogan di questo socia network. Nathan si sente a disagio: lui è abituato ai tempi lenti della natura, ad aspettare le onde giuste mentre fa surf, ad avere un’autodisciplina derivata dalle arti marziali. Knownnect permette anche l’XX, eXtra-Xperience, con le quali si possono vivere in streaming le avventure di qualcun altro.
“È una scarica di adrenalina purissima. Io mi sono sentito…”
Non riesce a trovare la parola. E quando la trova non riesce a dirla.
“Come se fossi stato lì assieme a lui?” dico io (…).
Mio zio annuisce.
“Dovresti provare!”
“Preferisco il mare vero.”
Rimane un momento a riflettere sul mistero di queste parole.
Non male anche la descrizione della Città Est, la megalopoli costruita su più livelli dove si svolgono la maggior parte della avventure della serie.
Grumi di metallo e asfalto suppurano da un tappeto gassoso di grigio cangiante: ora più profondo, ora opalescente; torri ciclopiche di vetro nero svettano verso un cielo sferzato da una pioggia violenta e affondano lunghe radici di cemento armato al di sotto della coltre grigia, in un luogo buio e invisibile. Attorno alle costruzioni più alto s’avviluppano spire di viadotti aerei dove il traffico fluisce monotono con vene di luce rossa. La metropoli sembra sterminata, ci avviciniamo senza che riesca a definirne di confini. Il cielo non ha nessun colore, è solo il riflesso delle luci di sotto. Queste cambiano in base ai livelli.
Bella descrizione, peccato solo che la Città Est praticamente scompare nel resto del romanzo. È un difetto che ho notato anche per altre cose che fanno da contorno al romanzo. Una volta descritta la Città Est sembra che Nathan si muova in una qualsiasi metropoli (cinese) moderna. Studia in una scuola, ma a parte i pochi studenti che conosce per nome sembra che non ci sia nessun altro. Sembra a volte che le avventure avvengano in un vuoto pneumatico attorno al protagonista.
Sarà un adolescente distratto e chiuso nel suo mondo, forse.
Quindi cosa dire in conclusione riguardo questo romanzo? L'appassionato storico della serie a fumetti potrebbe rimanere addirittura deluso. La serie è nata e cresciuta all'interno di una continuity ben studiata dagli autori originali (il famoso trio Medda Serra e Vigna), continuity che anche se in ventisette anni di uscite a volte si è persa un po' per strada è rimasta comunque un punto di riferimento contro il quale valutare le avventura del protagonista. Questo romanzo offre poco da questo punto di vista. Ma non è stato pensato per gli appassionati storici. È stato pensato per le nuove leve. Riuscirà quindi questo Nathan Never ad attrarre una nuova generazione di appassionati?
Ecco, sinceramente non ne ho idea, ma conoscendo a fondo la serie direi che questo periodo della vita dell'Agente Speciale Alfa è forse uno dei migliori punti di partenza per un giovane che si avvicina per la prima volta alla serie.