Lettura della serata: Phuket Inferno, di Fabio Novel
Dopo una vita da dimenticare, Colin si è ritirato a Phuket, ma proprio lì un gruppo islamista semina il terrore scatenando una vasta offensiva internazionale. Una serie di sanguinosi atti terroristici, che sconvolge l’isola, colpisce persone a lui molto vicine e riaprono le ferite mal cicatrizzate di ieri. Colin dovrà affrontare un’ombra del suo passato.
Il tema degli attentati terroristici di matrice jihadista è un argomento caldo e sembra che i terroristi islamici stiano diventando il nuovo nemico di default dei generi azione/thriller/spionaggio, andando finalmente a colmare la lacuna lasciata dai Rossi dopo il crollo del Muro di Berlino.
D’altra parte storie con tali nemici servono per esorcizzare le paure collettive, e magari anche per ragionarci un po’ sopra. Nel caso di Phuket Inferno c'è una descrizione (sospettosamente approfondita) dei vari gruppi terroristici/autonomistici che agiscono in Thailandia. Ho visto abbastanza interviste a Salvini per sapere che chiunque passa a meno di un chilometro da una moschea diventa automaticamente un terrorista (nota per gli idioti: era ironia), quindi tutte le distinzioni tra i vari gruppi e i loro modi di agire mi sono parse in realtà poco rilevanti per la trama principale.
A parte un paio di capitoletti dove il punto di vista è quello di uno dei terroristi, il grosso del racconto è incentrato su Colin, sulla sua voglia di vendetta e sui suoi tormenti interiori. Il nostro Angelo Vendicatore è meno innocente di quanto si pensi, e nell’ultimo capitoletto apprendiamo il suo passato e la ragione del suo esilio a Phuket.
Come da tradizione non vi anticipo il finale ma vi dico solo che si ricollega direttamente al peggio della storia europea degli ultimi trenta anni, storia che forse tendiamo a dimenticare troppo facilmente quando giudichiamo gli altri paesi. Com’era quella frase sulla trave nell’occhio?
Il racconto ha un finale aperto, almeno per quanto riguarda il destino del protagonista, anche se la sua storia personale e interiore arriva alla piena e matura conclusione. Che è un bel modo per dire che anche se muore non ci cambia niente, tanto la redenzione ai nostri occhi se l’è già guadagnata!
Giudizio: da leggere.
Dopo una vita da dimenticare, Colin si è ritirato a Phuket, ma proprio lì un gruppo islamista semina il terrore scatenando una vasta offensiva internazionale. Una serie di sanguinosi atti terroristici, che sconvolge l’isola, colpisce persone a lui molto vicine e riaprono le ferite mal cicatrizzate di ieri. Colin dovrà affrontare un’ombra del suo passato.
Il tema degli attentati terroristici di matrice jihadista è un argomento caldo e sembra che i terroristi islamici stiano diventando il nuovo nemico di default dei generi azione/thriller/spionaggio, andando finalmente a colmare la lacuna lasciata dai Rossi dopo il crollo del Muro di Berlino.
D’altra parte storie con tali nemici servono per esorcizzare le paure collettive, e magari anche per ragionarci un po’ sopra. Nel caso di Phuket Inferno c'è una descrizione (sospettosamente approfondita) dei vari gruppi terroristici/autonomistici che agiscono in Thailandia. Ho visto abbastanza interviste a Salvini per sapere che chiunque passa a meno di un chilometro da una moschea diventa automaticamente un terrorista (nota per gli idioti: era ironia), quindi tutte le distinzioni tra i vari gruppi e i loro modi di agire mi sono parse in realtà poco rilevanti per la trama principale.
A parte un paio di capitoletti dove il punto di vista è quello di uno dei terroristi, il grosso del racconto è incentrato su Colin, sulla sua voglia di vendetta e sui suoi tormenti interiori. Il nostro Angelo Vendicatore è meno innocente di quanto si pensi, e nell’ultimo capitoletto apprendiamo il suo passato e la ragione del suo esilio a Phuket.
Come da tradizione non vi anticipo il finale ma vi dico solo che si ricollega direttamente al peggio della storia europea degli ultimi trenta anni, storia che forse tendiamo a dimenticare troppo facilmente quando giudichiamo gli altri paesi. Com’era quella frase sulla trave nell’occhio?
Il racconto ha un finale aperto, almeno per quanto riguarda il destino del protagonista, anche se la sua storia personale e interiore arriva alla piena e matura conclusione. Che è un bel modo per dire che anche se muore non ci cambia niente, tanto la redenzione ai nostri occhi se l’è già guadagnata!
Giudizio: da leggere.
Nessun commento:
Posta un commento