Visto che questo fine settimana assolutamente non sono uscito per berebirra o per ascoltare band metal finniche, ho avuto modo di leggere, in tutta sobrietà, La Macchina Insurrezionale di Alessandro Forlani, già Premio Urania
con i Senza-Tempo, che avevo recensito poco tempo fa.
Il racconto è ambientato a Trieste, nel 1849.
E già questo mi basta per metterlo nella Top Ten della
settimana.
Ma ci sono anche aeronavi, robot e congiure, che non fanno mai male.
Daniele Caravà, Oberleutnant dell’Esercito Austriaco, in accordo con
Radetzky, vuole scatenare una rivolta a Trieste, allo scopo di far uscire allo
scoperto la misteriosa Macchina Insurrezionale, velivolo sempre presente nelle
numerose insurrezioni del ’48 e loro probabile istigatore.
Il Caravà riuscirà nel suo scopo, ma le cose non andranno proprio come
previsto. Ci sono troppi interessi in gioco attorno a una macchina capace di
scatenare rivolte…
La storia regge, anche se forse il finale è troppo affrettato per essere
apprezzato pienamente. Ritroviamo numerosi elementi che ricorrono nei racconti
del Forlani: le sue curiose creazioni steampunk (presenti praticamente in ogni
suo racconto), il Lombardo Veneto sotto il dominio austriaco (ANU B),
addirittura compare un riferimento agli alieni Seleniti (Venite Invademus, Clara
Hörbiger).
Anche la prosa è quella tipica del Forlani, anche se questa volta,
contrariamente a molti suoi scritti precedenti, non sono dovuto ricorrere
nemmeno una volta al vocabolario… quindi o ho imparato io un po’ d’Italijanski Jezik
o l’autore non si è sforzato come al solito.
Giudizio: ottimo, ma sappiate che il voto è offuscato dal fatto che c’è
Trieste.
Nessun commento:
Posta un commento