Triton è stato scritto da Samuel Delany nel 1974 e pubblicato solo nel 1976, dopo Dhalgren.
Il titolo originale doveva essere Trouble on Triton, a imitazione del titolo dell'opera Trouble in Tahiti di Leonard Bernstein.
Fu accorciato in Triton perché la casa editrice, Bantam Books, preferiva titoli di una parola (come Dune o Dhalgren). Delany aggiunse il sottotitolo "un'ambigua eterotopia", richiamando il romanzo di Ursula Le Guin "The Dispossessed, An Ambiguous Utopia". I due romanzi hanno numerosi punti in comune: entrambi mettono in scena una società "utopica" e i relativi problemi che un singolo potrebbe avere vivendoci dentro.
Delany aveva già scritto una prima stesura di Triton quando lesse Dispossessed; notando i punti in comune modificò alcuni dialoghi nel suo romanzo e aggiunse il sottotitolo col fine di mettere in dialogo i due romanzi. Dialogo che poi Delay approfondì nella sua critica "To Read The Dispossessed" (scritta nel 1977 e che potete leggere nella raccolta di saggi The Jewel-Hinged Jaw: Notes on the Language of Science Fiction) dove ne notava l’eteronormatività e metteva in dubbio la gender neutrality di Anarres (in realtà era un discorso più complicato, perché Delany leggeva il romanzo di Le Guin in confronto con la sua forma ideale).
Nel futuro c'è una guerra in corso tra le colonie sui satelliti dei giganti gassosi e il pianeta Terra. La colonia su Tritone, Tethys, è neutrale ma potrebbe presto rimanere coinvolta nel conflitto.
Quella di Tritone è una società dove le categorie dell'identità (sesso, genere, religione, età, colore della pelle etc…) possono essere scelte e cambiate a piacere. C'è la massima tolleranza per ogni forma di sessualità e famiglia e la natura fluida dell'identità viene riconosciuta e assecondata.
La libertà personale è quasi totale. C'è addirittura un settore di Tethys dove non si applica alcuna legge e nel resto della colonia le persone posso decidere da sole quali insiemi di leggi seguire.
Triton è una colonia socialista, non manca cibo e rifugio per chiunque e non ci sono tasse.
Pianeti come Terra e Marte sono invece ancora legate alle "vecchie" usanze. La Terra è ancora un patriarcato capitalista, mentre Marte sembra essere un matriarcato.
Il protagonista del romanzo è Bron Helstrom, di origine marziana, bello e biondo. Non riesce a essere felice nonostante su Tritone abbia, in teoria, tutto quello che gli serve.
È anche un insopportabile idiota. Si comporta male con le persone, soprattutto con le donne, autogiustificandosi fino all'impossibile. La sua concezione della vita si basa su potere, privilegio, discriminazione: è una specie di incel moderno, che pretende di essere amato nonostante i suoi difetti, e quando non lo è si arrabbia.
È un narcisista ossessionato dai codici e dalle convenzioni sociali. Non ha nemmeno tutta la colpa dei propri difetti: ha importato fantasie e pregiudizi dalla sua giovinezza su Marte che gli impediscono di resistere alla pressione della libertà disponibile.
Riesce a essere fuori luogo in un luogo dove c’è posto per chiunque.
Si innamora di The Spike, un'attrice di microteatro di strada, e ne diventa ossessionato. Fa licenziare una sua sottoposta solo perché teme che possa fare coppia con The Spike.
Viene rifiutato dall'artista: lui cerca una compagna subordinata all'uomo, cosa che su Tritone è inconcepibile. Entra in crisi: si rende conto di essere talmente unico che nessuna donna potrebbe mai innamorarsi di lui. Il cambio di sesso e orientamento sessuale su Tritone sono delle operazione rapide e semplici: decide di diventare la donna che non riesce a trovare.
Da donna, ovviamente, non riesce a trovare un uomo come lui era. La sua visione della donna è quella di una persona passiva, sottoposta all'uomo, e lei ora la incarna; anche se trovasse il suo uomo ideale non potrebbe approcciarlo e dichiararsi. Rimane quindi una donna insoddisfatta perché nella sua concezione dei ruoli di genere la soddisfazione deve appartenere solo all'uomo.
Mentre Bron ha le sue crisi personali e forse (ma solo forse) incomincia a capire il problema che ha, Tritone e gli altri satelliti vincono la guerra con la Terra, la cui popolazione finisce decimata. Ma sono cose che avvengono sullo sfondo, interessano solo relativamente un egoista come Bron, che addirittura visita la terra con una delegazione di Tritoniani, viene arrestato e torturato mentre alcuni della delegazione sono uccisi. Ma lui si preoccupa solo di rimorchiare The Spike.
Fa un effetto strano: è come se in The Expanse seguissimo le vicende di un bimbominchia incel.
Come descrivere un luogo come Tritone? Delany ci inganna: mentre all'inizio sembra una distopia e l'autore inserisce elementi che ce la fanno pensare come tale (per esempio la registrazione di tutto quello che fanno i suoi abitanti) facendoci credere che Bron sia una brava persona schiacciata dalla società, mentre a un certo punto il lettore si accorge che la società è di ispirazione utopica e che è Bron quello con dei grossi problemi.
E quindi, utopia o distopia? Delany usa il termine Eterotopia, ovvero un altro luogo, un termine (e qua sto copiando da Wikipedia) coniato dal filosofo francese Michel Foucault per indicare «quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano».
Tritone è un'eterotopia, descritta nella sua tradizione letteraria (Ice Opera, presa in giro della Space Opera), nelle sue usanze esotiche ed erotiche: è un luogo al tempo stesso famigliare e diverso. L'eterotopia non è perfetta come l'utopia, che resta un modello consolatorio ma insufficiente per l'essere umano, ma è invece in costante cambiamento.