Mediterranea è un’antologia che contiene dieci racconti di sword and sorcery ambientati nei territori bagnati dal Mare Nostrum in cui potrete trovare i più importanti autori della fantasia eroica italiana come: Donato Altomare, Alessandro Forlani, Enzo Conti, Adriano Monti Buzzetti, Alberto Henriet, Mauro Longo, Andrea Gualchierotti e Lorenzo Camerini, Andrea Berneskij, Francesco Brandoli e Riccardo Brunelli.
Sono presenti anche due apparati critici di saggisti del calibro di: Enrico Santodirocco (autore di Conan La leggenda) e Marco Maculotti (fondatore di AXIS mundi).
L’introduzione e la curatela è affidata a Francesco La Manno, mentre la copertina è stata realizzata da Andrea Piparo.
Ho avuto il piacere di leggere questa antologia, curata da Francesco La Manno, e che fa parte delle iniziative dell’Italian Sword&Sorcery, associazione che da un po’ di anni si occupa di promuovere e divulgare il fantasy italiano, preferibilmente di tipo sword&sorcery o heroic fantasy.
Questa raccolta ha come filo conduttore il Mediterraneo, i paesi che vi si affacciano e le culture che lo hanno attraversato, di volta in volta come mercanti, conquistatori o predoni. Per esperienza posso dire che è un bellissimo mare dove navigare, se non altro per la quantità di popoli che vi si affacciano: ogni porto nasconde una sorpresa, e non manca mai una costa da esplorare.
Proprio per questo mi han dato da pensare i luoghi e le ambientazioni scelte dagli autori per i loro racconti. Sopratutto perché saltano agli occhi certe assenze. L’intera costa dell'Adriatico da Trieste fino all’Albania. Le coste del Nord Africa durante l’Età dell’Oro Islamica, per non dire della Penisola Iberica sotto il Califfato – cosa ci può essere di meglio dell'avere Le Mille E Una Notte dietro l'angolo?
Ho avuto l’impressione che si sia voluto andare sul sicuro.
Epoche più remote si possono confondere senza problemi con "il tempo dei miti e delle leggende" e richiamano la mitica Età Hyboriana di Howard. E ci sta bene: dopo tutto il mondo di Howard comprendeva anche il Mediterraneo di un lontano passato, non occupato dal mare ma da popoli e imperi. Tra Odissea e Conan, l'heroic fantasy ha nel suo DNA il Mare Nostrum.
Da epoche (relativamente) più recenti vengono ripresi popoli e civiltà già note dai banchi di scuola: Egizi, Greci, Romani…
Spiccano le eccezioni: Riccardo Brunelli ci porta nell’antica Sardegna con Shardana, nome di uno dei così detti “Popoli del Mare” che terrorizzarono il Mediterraneo alla fine dell’Età del Bronzo. E Mauro Longo con il suo L’Artiglio della Fenice Nera ha come protagonista proprio un avventuriero appartenente a questi misteriosi e pericolosi popoli, Sheban “Due Piastre", anche se l’ambientazione è principalmente quella dell’Antico Egitto.
L’unico racconto ambientato nel Medioevo è Una Ballata di Fuoco e di Mare di Francesco Brandoli. Il racconto è ispirato a fatti storici realmente accaduti: nel 1173 Federico Barbarossa, con l’aiuto della Repubblica di Venezia, assediò la città di Ancona, all'epoca Repubblica Marinara. L’autore però ha preso questi fatti come base per costruire un mondo parallelo simile al nostro, dai nomi leggermente diversi, e dove la magia, soprattutto la magia nera, ha un ruolo predominante.
È una scelta interessante. Se ambienti qualcosa in un remoto passato, puoi semplicemente dire che è il nostro mondo, e che eventualmente mostri&stregoni siano finiti nel dimenticatoio. Già il medioevo sembra essere più vicino, e per giustificare come mai vistosi “effetti speciali magici” non siano riportati nei libri di storia, si preferisce inventare un mondo parallelo.
Il primo racconto dell'antologia è Il Ponte della Morte di Donato Altomare, che ci porta alle origini del Mare Nostrum. In un passato remoto una diga naturale impedisce al mare di riversarsi in una vasta pianura. Un ponte passa sopra questa diga, e lo status quo verrebbe mantenuto se gli abitanti di un villaggio da un lato della diga non subissero attacchi da parte delle popolazioni della pianura.
Vi segnalo anche un paio di racconti che hanno suscitato il mio interesse.
Il Culto degli Abissi di Alessandro Forlani perché ripropone il personaggio di Arabrab, che avevamo già conosciuto e apprezzato nell'omonima raccolta Arabrab di Anubi.
Gli Occhi di Angizia di Adriano M. B. Colella parla di un manipolo di soldati romani che devono investigare alcuni cruenti omicidi nella Marsica occupata dalla Repubblica Romana. Ho trovato interessante il modo nel quale viene mostrato il dominio romano su quella regione, abitata da un popolo con una lingua e una cultura diversa da Roma, pur senza allontanarsi dalla penisola italica. I Marsi qui non sono il classico nemico oscuro e che "esce dalle fottute pareti", sono degli alleati-ex-nemici. I tempi delle guerre si sono conclusi e la loro cultura si avvia verso una lenta e inesorabile romanizzazione. Viene espressa nel racconto un'intera gamma di sentimenti provati da entrambe le parti (non si può dire che i legionari romani amassero quei primitivi dei Marsi), gamma che è sempre stata la stessa nel corso della storia, anche oggi, durante ogni occupazione, militare, culturale o economica.
Concludendo Mediterranea è un'antologia di ottimi racconti, scritta da gente che sa il fatto suo, e che vi consiglio di leggere senz'altro. La potete trovare qui.