Un giorno, percorrendo l’autostrada tra Ta'if e Halaban (Arabia Saudita), mi sono trovato con una ruota bucata in mezzo al deserto arabico.
Sono cose che capitano.
Sono cose che capitano.
Ho fermato l’auto sul ciglio della strada. Dire “ciglio della strada” è un’esagerazione. Dove finisce l’asfalto inizia il deserto. Apro la portiera e scendo. Caldo, sabbia, asfalto bollente e camion che sfrecciano a due passi. Per fortuna che in auto tengo sempre delle bottigliette d’acqua.
Cambio la ruota del fuoristrada. Niente di troppo difficile. Ma non posso ora andarmene in giro senza ruota di scorta. Dovesse capitare di nuovo, le cose si potrebbero mettere male. Riparto e mi fermo alla prima stazione di servizio, uno spiano che fa da indeciso confine tra l’asfalto e il deserto. Due pompe, una casetta di mattoni e due officine, all'inizio e alla fine dell’area di servizio.
Mi fermo alla prima "officina".
È poco più di un tetto tenuto su da tre muri. File di gomme nuove e usate sono appese sul muro in fondo, mentre vari attrezzi vecchi e arrugginiti sono appesi sulle altre due pareti.
Il meccanico è sotto la motrice di un camion. Appena mi sente arrivare esce da sotto. È intriso di olio e sudore. Si pulisce le mani sugli abiti sporchi. Ha la faccia che manco il peggiore tagliagole dell’Isis.
Io apro il bagagliaio e prendo la ruota bucata. La faccio rotolare fino ai suoi piedi. Gli indico lo squarcio.
Lui prende una manichetta dell’aria compressa e pompa aria dentro la gomma. L’aria esce dallo squarcio. Stacca la manichetta. Prende una pinza ed estrae un chiodo grande come il mio mignolo, tutto battuto e piegato. Prende della gomma e tappa lo squarcio. Controlla di nuovo con l’aria compressa. Non c’è aria che esce.
Mi fa cenno di “ok” con la mano. Tiro fuori il portafoglio. Lui fa cenno di no. Ringrazio in inglese. Rimetto la gomma nel bagagliaio.
Faccio un decina di metri e mi fermo all'altra officina. Voglio un secondo parere. Il meccanico è stravaccato su un divano con degli amici, in un angolo dell’officina trasformato in soggiorno dalla presenza di tappetti, televisore e tazzine da te. Si alza seccato.
Tiro di nuovo giù la gomma. Lui la controlla con l’aria compressa. Non c’è aria che esce. Mi fa cenno di “ok” con la mano. Tiro fuori il portafoglio. Mi mostra due con la mano. Gli do due banconote da uno.
Rimetto la gomma nel bagagliaio.
Mi rimetto in viaggio.