Iniziamo oggi una serie di post riguardanti l'evoluzione del design delle astronavi nella storia della fantascienza, con particolare interesse per quelle apparse in film e in telefilm, ma senza tralasciare altre fonti interessanti quali le copertine delle riviste e dei libri.
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Immagine del Columbiad, di Henri de Montaut |
Per rappresentare il volo nello spazio ci si è sempre basati su quanto è meglio conosciuto e del quale si ha già esperienza, ovvero, per XIX secolo, l'artiglieria, il viaggio in treno e quello in nave a vapore. Il Columbiad di Verne (De la Terre à la Lune, trajet direct en 97 heures 20 minutes, 1865) è un proiettile, ma il suo interno ricorda una carrozza di lusso; non è poi una coincidenza se Georges Méliès nel 1904 mette i protagonisti del suo Voyage à travers l'impossible a bordo di un treno volante. Una specie di carrozza che naviga tra le stelle risulta anche dalla descrizione delle astronavi in Edison's Conquest of Mars di Garrett P. Serviss del 1898.
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Il treno volante da "Voyage à travers l'impossible" |
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Illustrazione dal racconto di E.A. Poe
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Non mancano nell'800 design molto più fantasiosi. Il protagonista di A Voyage to the Moon di Joseph Atterley del 1827 viaggia a bordo di un cubo rivestito di materiale antigravitazionale (anticipando di oltre 150 anni l'estetica del cubo Borg) mentre E.A. Poe, nel suo poco noto The Unparalleled Adventure of One Hans Pfaall (1835) fa volare il suo protagonista a bordo di una mongolfiera dotata di compressore per ricavare aria respirabile dal vuoto dello spazio.
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L'astronave Excelsion di Himmelskibet |
Il volo dei fratelli Wright del 1903 e il successivo sviluppo del trasporto aereo andò ad influenzare le concezioni dell'epoca riguardanti il modo di viaggiare nello spazio. Non è quindi un caso che l'astronave Excelsior nel film danese del 1918 Himmelskibet (diretto da Holger-Madsen) sia poco più di un aeroplano, con tanto di doppie ali sovrapposte e alettoni.
Il design che comunque si andò affermando nell'immaginario popolare, grazie alle copertine delle riviste di fantascienza e ai serial televisivi, fu il razzo. Il razzo, con le sue scie infiammate, il corpo affusolato e le pinne, è una figura familiare, riconoscibile come terrestre e umana, e con chiari elementi quali gli oblò che ne danno le proporzioni e una forma che ne mette in evidenza la direzione.
Probabilmente il razzo più emblematico di questo periodo è quello che appare in Die Frau im Mond, film del 1929 diretto da Fritz Lang e scritto da Thea Von Harbou (il duo dietro a Metropolis, tanto per intenderci), che si avvalse delle collaborazione degli scienziati missilistici tedeschi Hermann J. Oberth e Willy Ley per i dettagli tecnici. Collaborazione che ha ripagato, visti gli interessanti dettagli messi nella rappresentazione del razzo e del suo volo. È la prima volta in assoluto che appare un conto alla rovescia in preparazione al lancio, artificio introdotto allo scopo di aumentare la suspense e passato poi all'uso tecnico; il razzo è a tre stadi e atterra (giustamente) con la poppa. L'allievo di Oberth e padre della missilistica Wernher von Braun fu un grande fan di questo film, tanto da applicarne il logo sul primo V-2.
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Il poster di Die Frau im Mond |
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Il razzo atterrato sulla Luna |
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Dettaglio di un razzo V-2 con il simbolo di Die Frau im Mond sopra
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A partire dagli anni 30 negli Stati Uniti saranno i serial televisivi di
Flash Gordon (1936),
Captain Video (1949),
Space Patrol (50-54),
Tom Corbett, Space Cadet (1952) e
Commando Cody: Sky Marshal of the Universe (1953) a nutrire l'immaginario americano con razzi art-déco.
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Il razzo di Flash Gordon, dal serial del 1936 |
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L'astronave di Captain Video |
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Vari razzi in Tom Corbett |
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L'astronave di Commando Cody |
Poi venne la seconda guerra mondiale, e il razzo assunse un nuovo aspetto...