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sabato 5 febbraio 2022

Tales of Nevèrÿon: se Umberto Eco avesse scritto Conan il Barbaro


Ritorno a Nevèrÿon è la serie fantasy/sword&sorcery (anche se l'etichetta non appare da nessuna parte sui volumi) scritta da Samuel Delany tra il 1979 e il 1987; è composta da 11 tra racconti e romanzi divisa in quattro volumi: Tales of Nevèrÿon, Neveryóna, or: The Tale of Signs and Cities, Flight from Nevèrÿon e Return to Nevèrÿon (pubblicato come Bridge of Lost Desire).

È ambientata in un lontano passato (migliaia e migliaia di anni fa) in una terra non meglio precisata che potrebbe essere la Mesopotamia, l'Asia, l'Africa o il Mediterraneo.

In Nevèrÿon c’è la schiavitù, il denaro è un’invenzione recente tanto che molti si chiedono se porterà più benefici o malanni, e le banconote non sono ancora state inventate. Nelle varie storie del ciclo seguiamo la vita di Gorgik il Liberatore nella sua campagna per terminare l’istituzione della schiavitù. La società di Nevèrÿon è dominata da persone dalla pelle nera o scura mentre le popolazioni con la pelle chiara sono definite come "barbare".

Il primo libro, Tales of Nevèrÿon, è composto da cinque racconti. Sono incluse una prefazione di K. Leslie Steiner e una postfazione di S. L. Kermit, entrambi pseudonimi di Delany, che danno il contesto (fittizio) della nascita dei racconti. K. Leslie Steiner tramite il calcolo modulare (già incontrato in Triton) avrebbe tradotto un antico testo, forse il primo mai messo per iscritto, il Codex Missolonghi, ispirando Delany a scrivere le storie.

Delany's stories are, among other things, a set of elaborate and ingenuous deconstructions of an Ur text called the Culhar, that ancient, fragmented, and incomplete narrative, with its barbarians, dragons, sunken cities, reeds and memory marks, twin-bladed warrior women, child ruler, one-eyed dreamer and mysterious rubber balls.

The Tale of Gorgik (finalista Premio Nebula nel 1979) racconta la vita di Gorgik, partendo da quando ragazzo, figlio di un commerciante di schiavi della città di Kolhari, diventa schiavo lui stesso dopo un colpo di stato. Finisce prima a lavorare in miniera e poi come giocatolo sessuale di Myrgot, spia del regno. Diventa infine come uomo libero e civilizzato.

La vita di Gorgik è ispirata a quella di Frederick Douglas, schiavo di colore diventato politico americano nel 1800. Delany aggiunge un'indagine sulla sessualità di questo schiavo omosessuale e costretto a fare il tomboy per una vecchia spia.


È un racconto sulla natura del potere, come esso si manifesta, o nasconde, e come influenza la vita delle persone.

Gorgik è il "barbaro come semiotico", tanto che un commentatore ha definito il ciclo di Nevèrÿon come "Conan il Barbaro scritto da Umberto Eco".

The social hierarchy and patterns of deference to be learned here were as complex as those had to be mastered–even by a foreman–on moving into a new slave barracks in the mine….Indeed, among slaves Gorgik knew what generated such complexity: Servitude itself. The only question he could not answer here was: What were all these elegant lords and ladies slaves to?….The answer was simple: Power, pure, raw, and obsessive. But in his ignorance, young Gorgik was again closer to the lords and ladies around him than an equally young potters’ boy would have been. For it is precisely at its center that one loses the clear vision of what surrounds, what controls and contours every utterance, decides and develops every action, as the bird has no clear concept of air, though it supports her every turn, or the fish no true vision of water, though it blur all she sees. A goodly, if not frightening, number of these same lords and ladies dwelling at the court has as little idea of what shaped their every willed decision, conventional observance, and sheer, unthinking habit, as did Gorgik.

Gorgik….was, for all his unfocused thought, learning–still learning. He was learning that power–the great power that shattered lives and twisted the course of nations–was like a fog over a meadow at evening. From any distance, it seemed to have a shape, a substance, a color, an edge, yet as you approached it, it seemed to receded before you. Finally, when common sense said you were at its center, it still seemed just as far away, only by this time it was on all sides, obscuring any vision of the world beyond it.

The Tale of Old Venn racconta la vita di Norema, ragazza della isole Ulvayn a est di Kolhari, e delle lezioni che riceve dalla Vecchia Venn. Mentre la comunità dove vive Norema è costituita da pescatori che vivono sulla costa, Venn ha passato parte della sua vita con le popolazioni dell'interno, i Rulvyn, e riporta l'effetto dell'introduzione del denaro presso quei gruppi sociali. Il denaro ha cambiato lo stile di vita rulvyniano invertendo i rapporti tra uomini e donne: queste ultime, che prima lavoravano collettivamente per la comunità, ora lavorano in competizione con le altre donne e al servizio del loro uomo che si vuole arricchire.

Quello che Norema impara da Venn però non è solo i pericoli del denaro, ma un vero e proprio strumento per studiare il mondo. Ci sono specchi e i loro riflessi, e riflessi dei riflessi: nei rapporti tra uomini e donne, tra ricchi e poveri, tra civiltà.

The men hunt geese and wild goats; the women provide the bulk of the food by growing turnips and other roots, fruits and a few leaf vegetables; […] the women do far and above more work than the men toward keeping the tribe alive. But because they do not come much to the sea and they have no fish, meat is an important food to them. Because it is an important food, the hunting men are looked upon as rather prestigious creatures. Groups of women share a single hunter, who goes out with a group of hunters and brings back meat for the women. The women make pots and baskets and clothes and jewelry, which they trade with each other; they build the houses, grow and cook the food; indeed – except for very circumscribed, prestigious decisions – the women control the tribe. Or at least they used to. […] In the Rulvyn before money, the prestige granted the hunter was a compensation for his lack of social power. Now that money has come, prestige has become a sign of social power, […] I found that since money has come, the young women are afraid of the men. The women want good hunters; but because they understand real power, they know they must have good money masters.

The Tale of Small Sarg racconta di Sarg, che da bambino viene preso come schiavo e finisce a fare il giocatolo sessuale di Gorgik, del quale apprendiamo che non riesce a fare sesso con una persona se non c'è un rapporto padrone/schiavitù in mezzo. I due hanno delle interessanti discussioni di carattere culturale su temi quali sessualità, dinamiche di potere e perversioni.

The Tale of Potters and Dragons racconta di tre persone: l'assassina mascherata Raven, l'apprendista vasaio Bayle e Norema, la ragazza delle Isole diventata ora la segretaria di una nobile di Kolhari. I tre fanno un lungo viaggio via mare per raggiungere la dimora di Lord Aldamir. Bayle e Norema vogliono stabilire relazioni commerciali mentre Raven è incaricata di uccidere Aldamir.
Raven proviene dal Crepaccio Ovest, una cultura dove le donne sono dominanti e gli uomini considerati creature deboli. Nel lungo viaggio in nave racconta la genesi del mondo e della prima donna secondo la propria religione, e di come l'uomo sia stato derivato dalla seconda donna creata.
Il racconto provoca ilarità e fastidio sia ai marinai che agli altri due protagonisti.
Giunti nella lontana Penisola di Garth scoprono che Lord Aldamir di fatto non esiste. Di Bayle si perdono le tracce mentre Raven e Norema decidono di viaggiare per il mondo e avere avventure.

In The Tale of Dragons and Dreamers ritroviamo Gorgik e Sarg coinvolti in una guerriglia per liberare gli schiavi. Sarg assalta da solo la fortezza di un nobile per liberare Gorgik (catturato per non chiari motivi) e gli altri schiavi, scontrandosi con la diffidenza e derisione delle persone che vuole liberare. Il rapporto tra schiavo e padrone è complicato e non tutti vogliono essere liberati. Alla fine, liberato Gorgik, i due incontrano Raven e Norema, anch'esse interessate a distruggere la schiavitù.

Con questo primo volume Delany prende tutti gli elementi tipici dello sword&sorcery (ci sono anche i draghi) e li usa per creare una serie di narrazioni sul comportamento sociale e sessuale e i giochi del linguaggio e del potere.

Autori e opere con le quali la saga di Nevèrÿon è in dialogo (per ispirazione o contrasto) e che sono stati punti di riferimento per l’autore sono The Adventures of Alyx di Joanna Russ, Memorie di Adriano di Margaret Youcenar, il Conan di Robert E. Howard, e la scrittrice danese Isak Dinesen con le sue Sette Storie Gotiche.

Tales of Nevèrÿon è stato tradotto in italiano da Roberta Rambelli e pubblicati da Armenia Editore nel 1980 col titolo Storie di Nevèrÿon.

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