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mercoledì 26 gennaio 2022

Kali Yuga


Ho letto Kali Yuga di Caterina Mortillaro edito da Calibano Editore.

“Giulia, editor per un’importante casa editrice, scova da un antiquario milanese un romanzo fantascientifico di inizio Novecento ambientato in India, “Kali Yuga”. Ma se è davvero fantascienza, perché ciò che racconta incomincia ad avverarsi? Perché il destino di Giulia s’intreccia fatalmente con quello di Florien, avvocato franco-indiano esperto di crimini informatici? E qual è il vero scopo dell’uomo che si nasconde dietro lo pseudonimo di Kalki? Due uomini e due donne lotteranno contro il tempo per scongiurare la fine del mondo in un fantathriller con venature esoteriche, che si dipana tra Milano, l’India, gli Stati Uniti e Puerto Rico e in cui s’intrecciano diversi piani temporali fino all’inesorabile finale.”

Tre sono le correnti che scorrono in questo romanzo. La prima è la storia d’amore che sgorga tra i due protagonisti, Giulia e Florien. La seconda il fantathriller, con indagini informatiche e sul campo (anzi sui campi visto che si viaggia molto), sparatorie, azione! L’ultima è quella soprannaturale: antiche formule vediche che hanno permesso all’autrice del libro Kali Yuga (cioè non Mortillaro, ma l’autrice del libro Kali Yuga all’interno del libro Kali Yuga – chiaro no?) di vedere il futuro e scrivere il suo avviso dell’apocalisse imminente per i posteri.

Questi tre elementi si sostengono a vicenda e permettono di parlare da più angolazioni del Destino – quello con la D maiuscola. Ma il Destino è un concetto astrato, sul quale si potrebbe filosofeggiare a vuoto per ore. In Kali Yuga il Destino prende forma in un libro: è lì, oggettivo e verificabile, che dice ai protagonisti quello che sta accadendo loro e quello che accadrà.

Deve proprio essere un Libro a dirmi cosa devo fare, di chi devo innamorarmi, che fine farà il mondo? Ma non si basano proprio su dei testi sacri numerose religioni? Ogni personaggio del libro ha il suo codice (anche qui, una parola che indica un tipo di testo) religioso, culturale, attraverso il quale interagisce con il mondo – e un codice stesso è il virus informatico che i cattivi vogliono usare per cancellare l’Internet (a sua volta, un (iper)testo).

Ogni personaggio del libro propone un punto di vista diverso su come rapportarsi con questo insieme di Codici e Libri. Diliv Odda (personaggio negativo e disgustoso), si pone in maniera molto critica: per lui i testi sacri dell’Induismo sono solo parole manipolabili come preferisce (poi lo scopriamo maltrattare la protagonista esattamente come maltratta i Veda). Kalki, l’avversario, crede così tanto al Kali Yuga da volerlo anticipare: in maniera contorta vuole che il testo diventi realtà, non importa quanta violenza debba applicare per realizzare il suo scopo.

Florien non regge l’idea che il suo amore per Giulia sia predeterminato. Da un certo punto di vista è l’opposto di Kalki in quanto il suo è uno sforzo in direzione opposta a quella del Destino. Ovviamente non potevo fare a meno di shippare i due protagonisti e tifavo perché vincesse il cuore che batte e non la mente che cerca di capire quello che legge.

Come ultima nota,  mi ha fatto piacere leggere di personaggi che si comportano in maniera adulta, anche e soprattutto in campo amoroso, liberi di scegliere cosa fare e con chi evitando di essere ossessivi, maniaci, bigotti o bacchettoni. Guardo poca TV, ma quel poco che vedo mi pare dominato da comportamenti adolescenziali che mi hanno stancato. Forse sto diventando vecchio.

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