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giovedì 4 gennaio 2018

Tales of the Jedi: The Golden Age of the Sith

Con l'uscita dell'Episodio 8 di Star Wars mi sono fatto contagiare dalla spirito di Guerre Stellari (che se non stiamo attenti finirà per rimpiazzare quello del Natale) e ho deciso di continuare la mia esplorazione dell'Universo Legends di Guerre Stellari. Dopo l'Alba dei Jedi, il successivo sulla lista era la serie a fumetti Tales of the Jedi. La prima miniserie è intitolata The Golden Age of the Sith, ed è ambientata 5000 anni prima dell'episodio 4 di Guerre Stellari. La serie è uscita a puntate tra il 1996 e il 1997, ed è stata poi raccolta in paperback. Si tratta di uno spin-off della serie Tales of the Jedi vera e propria, i cui numeri usciti negli anni precedenti sono ambientati 4000 anni prima di Episodio 4. Da notare che si tratta di storie ideate prima dell'uscita dei prequel.

Gav e Jori Daragon sono fratello e sorella, esploratori spaziali alla ricerca di nuove rotte commerciali con le quali arricchirsi.


Durante l'ultimo viaggio la loro astronave, la Starbreaker 12, ha subito dei danni ed è finita in riparazione presso Aarrba the Hutt sul pianeta Cinnagar. Aarrba non vuole restituire l'astronave ai due finché questi non li pagheranno le riparazioni.

Come se non bastasse il mercante Ssk Kahor ha messo una taglia sulle loro teste: una sua nave è infatti finita distrutta lungo una rotta scoperta dai Daragon, e il mercante imputa ai due fratelli la colpa della perdita.

I Daragon vengono attaccati da dei sicari e si salvano solo grazie all'intervento di due cavalieri Jedi, Odan-Urr e Memit Nadill. Gav e Jori capiscono di avere ormai i giorni contati e tentano il tutto per tutto: rubano lo Starbreaker 12 e fanno un salto iperspaziale a caso.

Cosa può andar male?

L'astronave ritorna nello spazio normale sopra il pianeta Korriban, mondo-mausoleo dei Signori dei Sith. E proprio sul pianeta si tiene un funerale importante: quello di Marka Ragnos, Dark Lord dei Sith.


Ludo Kressh vuole mantenere l'Impero Sith stabile e prospero, mantenendo la presa sul popolo Sith come ha fatto per millenni. Il suo rivale Naga Sadow invece vuole "make Sith great again" e conquistare nuovi mondi.


I due si stanno per scontrare quando appare lo spirito di Marka Ragnos che li avvisa che il destino dell'Impero è nelle loro mani. I Daragon scelgono quel momento per atterrare. I Sith fanno 2 + 2 = 4 e catturano Gav e Jori, temendo che il loro arrivo possa avere un'importanza cruciale per il futuro dell'Impero.

I Lord dei Sith si riuniscono in concilio, per discutere su cosa fare dei due. Ludo Kressh teme l'arrivo dell'astronave sia il preludio a un'invasione, mentre Naga Sadow elabora un piano più preciso e diabolico: la minaccia di un'invasione può far riunire le litigiose fazioni Sith sotto la sua leadership, unendo l'impero nel comune obiettivo di invadere i nemici e allargarsi. Per mettere in atto il suo piano Naga Sadow prende delle armi dallo Starbreaker 12 e le usa per liberare i Daragon.


Le prove sono portate al concilio Sith: la Repubblica ha iniziato le ostilità contro i Sith. Naga Sadow viene scelto come Dark Lord dei Sith mentre a Ludo Kressh non resta altro che ritirarsi.

I Daragon vengono separati. Gav viene portato sulla Luna Khar Shian e viene addestrato da Naga Sadow stesso alle arti oscure dei Sith. Jori invece viene portata sul pianeta Khar Delba.

Intanto il Jedi Odan-Urr ha delle visioni rigurdanti il ritorno dei Sith. Assieme all'Imperatrice Teta di Cinnagar porta la questione al Senato della Repubblica su Coruscant ma non viene creduto...


Ludo Kressh attacca Khar Delba: lui e il suo esercito non escono vivi dallo scontro con le forze di Naga Sadow, che rimane l'indiscusso signore dei Sith. Jori scappa con la Starbreaker 12, ma sull'astronave Naga Sadow ha nascosto un segnalatore: ora che la rotta per la Repubblica è nota, la Guerra è imminente.

La Repubblica sembra essere sempre quella, con capitale il pianeta Corruscant. I Sith hanno un loro Impero a parte e all'inizio della serie non ci sono contatti tra le due entità. Da quel che ho capito i Sith sono una specie che è stata conquistata e soggiogata dagli jedi umani rinnegati. Umani e Sith si sono mescolati e hanno dato vita a questo Impero cattivo cattivo.

Quello che mi è piaciuto di più di questa miniserie è il design delle astronavi. Dawn of the Jedi aveva completamente fallito nel visualizzare una tecnologia vecchia di 20000 anni (rispetto all'episodio IV), ma in questa miniserie i disegnatori hanno fatto un lavoro migliore. Le astronavi che vediamo sono piene di vele solari e rimandano come design ad antichi galeoni terrestri o vecchi zeppelin.



Dario Carrasco Jr è il disegnatore di questa miniserie. Oltre a delle belle astronavi ha vestito i protagonisti con degli abiti ispirati agli antichi greci, romani ed egizi. Il look generale dei disegni ha un aspetto rustico, antico: mai come in questa miniserie si respira un'aria fantasy, sword&sandal, insomma come preferite chiamarla.

La storia è di Kevin J. Anderson, autore talmente prolifico che ha scritto praticamente di tutto: ha lavorato su romanzi di Dune, X-Files, StarCraft e ovviamente Guerre Stellari, procedendo sempre con una media di 4 o 5 titoli l'anno (spesso in collaborazione con altri autori). Non serve dire quanto il suo contributo all'UE di Star Wars sia discusso tra i fan – ma con tutto quello che ha scritto penso sia inevitabile che ci siano degli alti e dei bassi. Lo vedrò solo continuando la mia esplorazione.

Di The Golden Age of the Sith non mi posso lamentare, anche se devo vedere come la storia procede nella miniserie successiva, The Fall of the Sith Empire. L'unica nota stonata secondo me è stata l'uso dell'unico Jedi presente, ovvero Odan-Urr. O per meglio dire del suo non uso: per essere una serie intitolata "Tales of the Jedi", i Jedi fanno ben poco. Ma pensandoci bene forse è meglio così: lasciamo da parte i super-buoni e concentriamoci sui super-cattivi e due poveri esploratori finiti in mezzo a cose più grandi di loro.

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