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domenica 19 gennaio 2014

Punto Nemo: Nautilus avanti a tutto Cthulhu!

Il Capitano Nemo, a bordo del suo Nautilus, raggiunge Providence allo scopo di impedire l’arrivo dei Grandi Antichi nel nostro mondo.

E già per solo per aver messo nella stessa storia Verne e Lovecraft, merita interessarsi al racconto Punto Nemo scritto (e autopubblicato) da Domenico Attianese. Se non altro per vedere come vengono messi assieme due universi narrativi, entrambi capostipiti di interi generi letterari (Verne per lo steampunk) o di mitologie horror (Loveraft).

Qualcosa del genere...

Poi uno legge il racconto, e lo scenario appare chiaro.

Punto Nemo è ambientato ai giorni nostri (o forse in un futuro molto vicino), il Capitano Nemo è il discendente del primo comandante del Nautilus e appare anche un erede del nostro Howard P. Lovecraft.
Niente XIX secolo o retrofuturismo, quindi, anche se l’autore nell’introduzione dice di aver dato una spruzzata di steampunk alla storia… ma deve essere stata una cosa molto leggera perché non si nota nemmeno.

Il problema principale di questo racconto è che i Grandi Antichi, e i mostri dagoniti che li venerano, non fanno per niente paura. Nello stesso momento in cui i protagonisti vanno in giro a sparare ai mostri lovecraftiani si perdere completamente il senso di orrore cosmico che dovrebbe accompagnare simili creature, rendendole troppo concrete. Non è una colpa dell’autore, che comunque si propone con una scrittura scorrevole, anche se talvolta appesantita da metafore un po’ barocche. È proprio colpa di Cthulhu&company, che ormai stanno iniziando a perdere la loro carica orrorifica.

Anche perché, diciamoci la verità, dal momento che vediamo questo:


Cthulhu non può più fare paura.

È lo stesso fenomeno che in passato aveva colpito Babbo Natale. La creatura originale delle tradizioni nordiche era un mostro che divorava vivi i bambini cattivi… e nel corso dei secoli si è trasformato in un ciccione vestito di rosso che fa la pubblicità alla Coca-Cola.



Cose che capitano.

Consiglio comunque questo agile racconto a chi non vuole perdersi nulla dei miti Lovecraftiani, o a chi come me piacciono questi mash-up letterari. Non è steampunk, sia ben chiaro, ma lo spirito è quello.

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