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lunedì 29 luglio 2024

Novità di luglio


Barbenheimer è il mio racconto presente nell’antologia Macchine, IA e Robot, speciale di Urania evoluzione del Millemondi dedicato agli autori italiani.

Vi ricordate di sicuro del meme di Barbenheimer nato dall’uscita nelle sale cinematografiche nello stesso giorno nelle pellicole Barbie e Oppenheimer. Due film completamente diversi ma che hanno generato questo cortocircuito mentale e memetico.

L’idea mi ha affascinato e ho pensato, perché non scriverlo veramente?

Sono partito da due semplici elementi – le bambole di plastica Barbie e Oppenheimer, lo scienziato incaricato di costruire la bomba atomica. Sono partito con poco, senza alcuna chiara idea di dove andare a finire. Non sapevo neanche che avrei parlato di IA, ma è in quella direzione che la storia, e i personaggi, mi hanno portato.

Sono molto felice di partecipare a questa iniziativa del meglio della fantascienza italiana secondo Urania con un racconto dalle origini così particolari, assieme agli altri autori



S/Confinati, antologia che ho curato assieme a Simonetta Olivo. Il tema di questa antologia è il Confine, inteso in senso fisico e mentale, concetto esplorato con gli strumenti della narrativa fantastica.

Simonetta e io abbiamo scelto un’impostazione particolare. Metà dei racconti presenti nel volume sono stati scritti da autori triestini – sui quali ha pesato la storia di Trieste come città di confine tra più mondi e periodi storici.

Scrittrici e scrittori triestini appartengono al gruppo FantaTrieste, molti probabilmente già li conoscete, e sono Simonetta Olivo, Fabio Aloisio, Fabio Calabrese, Roberto Furlani e Zeno Saracino.

L’altra metà dei racconti è scritta da autrici e autori provenienti da paesi con i quali Trieste stessa ha avuto relazioni storiche, culturali, ideologiche e linguistiche nel corso della sua storia: Marco Apollonio (Slovenia), Arben Dedja (Albania), Katharina Köller (Austria), Veronika Santo (Croazia), Jasmina Tešanović (Serbia).

Traduzioni a cura di Alice Cimador, Agnese La Porta e Maria Teresa Petrigliano.



È uscita Hallucigenia: Antologia di fantasy surrealista e psichedelico, a cura di Andrea Berneschi e Michele Borgogni, che hanno riunito un gruppo di allucinati e allucinanti autori per avere dei racconti fantasy al di là dell’inimmaginabile.

Io sono presente con il racconto “La Storia della Guida” dove riprendo il personaggio di Butros, già protagonista della mia antologia Incubi dalle Sabbie (ed. Delos).

È forse il racconto più GeneWolfiano e Borgesiano che abbia mai scritto, dove il misticismo Sufi si unisce all’Effetto Droste di storie narrate nella migliore tradizione araba – è una sfida per il lettore a raccogliere tutti gli indizi e cercare di ricostruire la storia.

Lo potete acquistare qua.

Per chi fosse interessato agli altri miei racconti arabi.

lunedì 15 luglio 2024

Vittorie più grandi della morte

Victories Greater Than Death è un romanzo Young Adult della scrittrice Charlie Jane Anders, primo della trilogia Unstoppable (tuttora non tradotta in italiano).

Tina appare come una teenager umana, ma in realtà è il clone alieno (modificato geneticamente per somigliare ai terrestri) della più famosa e capace Capitano della Royal Navy (una specie di Flotta Stellare composta da alieni di varie specie), Thaoh Argentian.

Conserva i ricordi del Capitano e cresce fino all’adolescenza nell’attesa di venire prelevata e avere i propri ricordi ripristinati.

Purtroppo le cose non vanno previsto, e Tina si trova ad avere le conoscenze di Argentian ma non i ricordi. In più si trova con altri cinque adolescenti terrestri arruolati su una astronave da guerra aliena in fuga dal cattivo Marrat, amico prima e nemico poi di Argentian.

Marrat è il classico cattivo perché cattivo – alla fratellanza e ai valori di apertura e inclusione della Royal Navy preferisce seguire idee fascisteggianti e discriminatorie: egli segue il gruppo Compassione che (a dispetto del nome) si propone di sterminare tutti gli esseri che non abbiano forma umanoide. Nonostante sia abbastanza piatto, possiede un’arma originale e veramente terribile i cui effetti sono ben descritti dall’autrice. E sono effetti (oltre alla morte della persona) che fanno veramente paura.

Ho trovato divertente come anche gli alieni più… alieni e lontani dall’umano introducano se stessi dicendo “Mi chiamo (ad.es.) Cthulhu e il mio pronome è lui/lei/loro”, non perché ci sia qualcosa di sbagliato ma perché mi è difficile associare distinzioni di genere umane a creature extraterrestri. Ma d’altra parte essendo biologie aliene è ovvio che non si possano distinguere subito i generi, e spesso il concetto di genere non è neanche applicabile. Questo viene ben spiegato nel testo: tutti quanti dispongono di un EasySpeak che traduce i linguaggi alieni adattandoli alla lingua e modo di pensare dell’utente, quindi quelle che sarebbero altre differenze grammaticali (tipo, mi invento al momento, avere due generi per chi mette l’ananas sulla pizza e chi non lo fa) vengono tradotte come differenze di genere per Tina.

In generale il comportamento dei personaggi (almeno quelli buoni) è all’insegna del più totale politicamente corretto o, come preferisco chiamarlo io, educazione e buon senso. Si usano i pronomi corretti, non si tocca una persona senza il suo consenso, vengono dati spazi di isolamento per gli introversi e così via.

Tina sa quello che vorrebbe essere, ovvero il grande Capitano che tutti si aspettano, ma è una identità alla quale al momento non può accedere. Fa quello che può per dare il meglio con le conoscenze di Thaoh Argentian, vivendo una continua tensione tra quello che sembra destinata a essere e quello che è. Ha amici (umani) a bordo ai quali tiene e con i quali sperimenta i primi amori e le prime sconfitte e delusioni.