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lunedì 19 dicembre 2022

On Basilisk Station



On Basilisk Station è il primo romanzo del così detto Honorverse, fortunata serie di romanzi dell’autore americano David Weber che comprende circa 14 titoli della serie principale e numerosissimi spinoff.

Di tutta la saga solo un racconto, Ms. Midshipwoman Harrington, è stato tradotto in italiano.
Dopo aver fatto passare per idiota un ammiraglio, la Comandante Honor Harrington viene assegnata con la sua nave HMS Fearless alla Stazione Basilisco, un luogo dove sono mandati tutti gli ufficiali caduti in disgrazia.
Il suo nuovo equipaggio la odia per l’incarico ricevuto.
Gli alieni abitanti del pianeta hanno una civiltà all’età del bronzo e fumano droghe che li trasformano in pazzi omicidi.
La principale industria locale è il contrabbando e i cartelli mercantili vogliono la sua testa.
La nazione avversaria di Haven sembra tramare qualcosa.
E per affrontare tutto questo Honor Harrington ha un solo incrociatore leggero ultracentenario con un armamento che non funziona.
Quando la situazione precipita e la Repubblica di Haven fa la sua mossa per conquistare il sistema, Honor si rimbocca le maniche e reagisce TOSTA.
(ho tradotto molti liberamente dalla quarta di copertina).

Nell’Honorverse le astronavi si comportano come velieri del 1800 – BUT IN SPACE! L’autore si è ispirato ai romanzi di Horatio Hornblower di C. S. Forester, prendendo spunti anche da personaggi reali quali Thomas Cochrane e l’Ammiraglio Nelson.

È un romanzo di poco più di 400 pagine in cui avviene una singola battaglia nave, ma che da sola merita l’intero prezzo del biglietto. Weber si prende tutto il tempo (e le pagine) che gli serve per farci conoscere i personaggi, dalla protagonista e il suo gatto alieno Nimitz, il suo equipaggio, fino agli ammiragli e ai politi nei ministeri delle due nazioni coinvolte. Tutto converge in una corsa pazzesca a colpi di cannonate spaziali per intercettare un vascello nemico, a costo di enormi sacrifici.

Dopo questo primo romanzo la serie è andata avanti. In teoria la protagonista sarebbe dovuta morire nel quinto volume, ma Weber ha fatto una serie di scelte molto discutibili e ha continuato imperterrito con romanzi sempre più lunghi nei quali succede sempre di meno, e allargando l’Honorverse con saghe e spinoff lasciati ad altri autori.

Ho trovato poi assolutamente ridicolo come i cattivi di questo romanzi, la Repubblica di Haven, avessero come difetto principale l’avere un sistema di welfare (sul serio), che come tutti sanno porta inevitabilmente una nazione a diventare una oligarchia imperialista. Che sarebbe un punto di vista molto americano, solo che i “buoni” dell’Honorverse appartengono al Regno di Maticora, governato da dei nobili che per noblesse obblige giocano a fare gli ammiragli della flotta.

Gli alieni poi sono trattati come mezzi idioti e il Regno si sente in dovere di colonizzarli in quanto “se non lo fanno loro lo farebbe qualcun altro” con un atteggiamento talmente imperialista e colonialista che sarebbe comico se l’autore non sembrasse crederci veramente.