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sabato 28 luglio 2018

REKKR

Vi segnalo l’uscita di REKKR, un progetto videoludico molto interessante al quale sono orgoglioso di aver dato il mio contributo.


Si tratta di un mod per il buon vecchio Doom, contenente 25 nuovi livelli, nuove armi, nuovi nemici, praticamente è un altro gioco che gira con il motore grafico di Doom, tanto che qui potete scaricare la versione iwad che vi permette di giocare a REKKR anche senza possedere il Doom originale (avrete comunque bisogno di un port con il motore grafico del gioco). 

L’ideatore del progetto è state Revae, che oltre a creare la maggior parte dei livelli ha realizzato tutte le nuove texture e sprite di REKKR. Il tema base è quello vichingo. Si sono quindi abbandonate le basi spaziali hi-tech del primo Doom per ambientazioni medievalizzanti e fantasy. Sotto certi aspetti REKKR ricorda più un Heretic o Hexen (altri due giochi basati sul motore di Doom) che il titolo originale. 

Il trailer

È un’opera di qualità un po’ più alta rispetto ai normali mod per Doom. Molto spesso questi sono ripetitivi, basati più su qualche quirk inserito nella programmazione che sul gameplay o sono atrocemente difficili (le così dette slaughtermaps). REKKR al contrario ha potuto contare su una brillante direzione artistica a opera di Revae, e un buon level design che combina la verosimiglianza dei luoghi (nei limiti di un motore grafico vecchio di 25 anni) con un gameplay da sparatutto. 

Il mod è anche stato segnalato da alcuni dei maggiori siti che si occupano del mondo videoludico e nerdate varie, quali Rock Paper Shotgun e VGR.

Per REKKR ho realizzato un livello, The Marketplace, l’area del mercato della ricca capitale del regno, invasa dalle orde dei mostri nemici.

Ecco qua un video con il gameplay completo del mio livello:




sabato 14 luglio 2018

Concorso Crypt Marauders Chronicles


Il progetto Crypt Marauders Chronicles è alla ricerca di un marchio!

Se vuoi provare a realizzare una tua idea, segui le linee guida che trovi qui di seguito o sul sito della casa editrice.

Obiettivo del concorso è l’ideazione di un marchio che contraddistingua il progetto editoriale a cui hanno dato vita Alessandro Forlani e Lorenzo Davia.

I racconti di “Crypt Marauders Chronicles” si svolgono nell’universo condiviso della tetra Thanatolia: un intero continente destinato a millenaria necropoli, custodito da due città mercantili (Handelbab e il porto di Tijaratur) che vivono del commercio di tesori e manufatti. Tombaroli spregiudicati, necromanti ed eccentrici avventurieri esplorano le tombe e riforniscono i mercati: ma scavare troppo a fondo può essere pericoloso, specie dove giace una terribile entità.

Il marchio dovrà rappresentare in maniera semplice ed efficace la tematica Sword&Sorcery e l’ambientazione illustrata qui sopra. Il suo utilizzo sarà prevalentemente nelle copertine dei libri e attraverso il web, compresi i social network. Non c’è preferenza tra bianco e nero, scala di grigio o colori. È importante la riconoscibilità e l’originalità. Per qualunque informazione o ulteriore linea guida, potete contattarci a watsonedizioni@gmail.com.

Il concorso è valido dal 13 al 31 Luglio 2018. Tutti gli elaborati dovranno essere inviati a watsonedizioni@gmail.com indicando come oggetto “Concorso CMC”. La mail dovrà essere corredata di immagine jpg del marchio, informazioni dell’autore (Nome, cognome, data e luogo di nascita, contatto telefonico), liberatoria per l’utilizzo dei dati, breve spiegazione sulla scelta del soggetto presentato.

Ogni partecipante riceverà gratuitamente l’ebook del libro. Il vincitore del concorso invece riceverà una copia cartacea del volume e un contributo spese pari a cento euro.

Il marchio vincitore sarà ceduto a titolo definitivo, dall’autore alla casa editrice, comprendente ogni diritto di utilizzo e riproduzione.

mercoledì 11 luglio 2018

Thanatolia

Il progetto Crypt Marauders Chronicles è nato nel Luglio del 2016 durante una chat tra me e Alessandro Forlani. 

Cercavamo qualcosa da proporre alle riviste in lingua inglese e, spero abbiate presente, iniziammo quel continuo rimpallarsi di idee e battute che tante volte finisce in niente ma che almeno una volta ogni mille produce qualcosa. Qualcosa che non si può definire ancora di concreto, ma che si sente avere un’anima. Qualcosa che potrebbe sopravvivere al di fuori di quell’incubatrice che è il dialogo tra due persone, dove spermatozoi di ispirazione cercano ovuli di idee da fecondare. 

Così è stato per Thanatolia. 

Le avventure delle Crypt Marauders Chronicles si svolgono in Thanatolia, un continente utilizzato da sempre come cimitero. Vi si trovano sepolcri, cripte, sarcofagi, tombe, catacombe, mausolei, cenotafi, ossari ricchi di tesori e pericoli, che si estendono per chilometri. Sorgono al centro di un deserto fatto di cenere, le ceneri dei morti cremati da millenni…
I vivi abitano solo in due città, presenti ai capi opposti della Thanatolia, da dove partono gli avventurieri alla ricerca dei tesori. C’è un ricco mercato per i reperti, che vengono esportati in tutto il mondo, e per le mappe delle tombe e dei tesori. Nessuno sa perché le civiltà passate abbiano deciso di erigere lì le loro tombe. L’usanza è presente solo in parte nell’epoca attuale, ed è una tradizione che risale all’Antico Impero, che aveva dominato il mondo ed è crollato millenni prima.
Quelle di Thanatolia e delle Crypt Marauders Chronicles sono avventure in stile Sword&Sorcery, ma con una netta componente orrifica e raccapricciante, in cui la morte, i cadaveri, le aberrazioni e il cannibalismo la fanno da padroni. 

Custodita nelle chat di Facebook c’è la precisa genesi di questo mondo fantasy. Ma è giusto che resti un segreto tra me, Alessandro e Zuckerberg. 

Nell’agosto del 2016 rendemmo pubblica l’esistenza del progetto. E fin dall’inizio mettemmo in chiaro che 

C.M.C. è un progetto aperto: se vi stuzzica il background, e volete inoltrarvi a scrivere nella necropoli di Thanatolia, equipaggiatevi di grimorio e spada e sarete i benvenuti! Resta inteso che in calce o introduzione del racconto riconosciate a Lorenzo e me la paternità dell'idea...
Non abbiamo un avvocato a difendere il nostro concept, non crediamo all'intuizione geniale unica & irripetibile: anzi, siamo convinti "contaminati" sostenitori del melting pot! 

Poi sono successe tante cose belle. C’è stato subito molto interesse attorno a questo progetto. Vari autori hanno scritto storie ambientate in questo mondo. Il sito Heroic Fantasy Italia ha dedicato una sua sezione ai racconti di CMC e ad alcuni articoli di approfondimento. Una casa editrice, la Watson, ha mostrato il suo interesse per il progetto e per creare un’antologia di racconti ambientati in Thanatolia. 

Dopo due anni di sognare, scrivere, lavorare, PR e altro, ecco la prima antologia Thanatolica.


I racconti di “Crypt Marauders Chronicles” si svolgono nell’universo condiviso della tetra Thanatolia: un intero continente destinato a millenaria necropoli, custodito da due città mercantili (Handelbab e il porto di Tijaratur) che vivono del commercio di tesori e manufatti. Tombaroli spregiudicati, necromanti ed eccentrici avventurieri esplorano le tombe e riforniscono i mercati: ma scavare troppo a fondo può essere pericoloso, specie dove giace una terribile entità.
Crypt Marauders Chronicles è un progetto aperto: se vi stuzzica il background, e volete inoltrarvi a scrivere nella necropoli di Thanatolia, equipaggiatevi di grimorio e spada e sarete i benvenuti! Da un’idea di Lorenzo Davia e Alessandro Forlani, un universo di scrittura creativa condivisa a tema Sword&Sorcery. 

Gli autori: Laura Silvestri, Mauro Longo, Alberto Henriet, Domenico Mortellaro, Fabio Andruccioli, Andrea Atzori, Luca Mazza, Alessandro Forlani e me. Le illustrazioni sono di Alex Reale e la copertina è di Vincenzo Praticò. 

Confesso che mi ha fatto uno stranissimo effetto leggere le storie degli altri autori. Anche se crei un nuovo mondo assieme a qualcun altro, non puoi fare a meno di sentirlo come tuo. Pensi di conoscerlo, pensi di sapere cosa ci sia dietro ogni curva della strada, dentro ogni tomba, oltre ogni collina. Leggendo le storie di questa antologia ho scoperto un mondo al tempo stesso famigliare e alieno. Come visitare uno stesso posto a diverse ore del giorno, o in diverse stagioni dell’anno, e trovarlo sempre diverso. Sarà la luce che cade con un altro angolo. Chissà

Tutti gli autori dell’antologia hanno portato il loro contributo unico a rendere questo mondo più vero. Più profondo. Ci hanno aggiunto simbologie e tematiche che non avrei mai pensato si potessero inserire. 

A tutti loro, al Maestro Forlani, ad Alessandro Iascy e Ivo Alemanno vanno i miei ringraziamenti.

mercoledì 4 luglio 2018

Tales of the Jedi: The Fall of the Sith Empire


Avevo lasciato Gav e Jori Daragon, i due fratelli protagonisti della miniserie The Golden Age of Sith, in una brutta situazione.

Jori è in fuga con la Starbreaker 12, sulla quale il Signore dei Sith Naga Sadow aveva nascosto un segnalatore. La rotta per la Repubblica è nota e la Guerra era imminente. Non solo: Gav è diventato allievo di Sadow e ammaliato dal Lato Oscuro della Forza sta aiutando il Sith con i preparativi dell'invasione. 

Sono andato avanti con la mia idea di ripercorrere la storia dell'universo di Guerre Stellari. The Fall of the Sith Empire è ambientato 4990 anni prima della Battaglia di Yavin, nel corso della quale venne distrutta la prima Morte Nera (forse l'avete presente, è il primo film di Guerre Stellari). 


Si inizia subito con Naga Sadow che un po' per volta seduce Gav al Lato Oscuro. Tanto per cominciare quando Naga viene raggiunto dal suo rivale Ludo Kressh per una conferenza "di pace", chiede al giovane di premere un tasto per le comunicazioni. Il comando invece fa bombardare la nave dell'avversario, rendendo Gav suo complice. 

Quando Gav esprime dei dubbi sull'invasione della Repubblica, Naga gli ricorda prontamente la miseria e i problemi passati da lui e sua sorella. La Repubblica è corrotta, meglio invaderla. 

Jori, ritornata su Koros Major, non se la passa meglio. La nostra esploratrice spaziale vorrebbe avvisare la Repubblica e la Regina Teta di Koros Major del pericolo in arrivo, ma visto che se ne era fuggita anni prima lasciandosi dietro un sacco di debiti... nessuno le crede. Jori finisce così in una colonia penale. Ma ci passa poco tempo: ruba un trasporto, ritorna su Koros Major, viene attaccata dalla polizia planetaria, si paracaduta dallo spazio... e finisce sui tetti del palazzo imperiale. Da lì a trovare l'Imperatrice Teta e informarla dei fatti – e sopratutto convincerla - il passo è breve. 

Ma è troppo tardi: la flotta di Naga Sadow attacca la Repubblica. I mondi di Corruscant, la capitale, Koros Major e Kirrek sono sotto attacco. È l'inizio di quella che nella mitologia di Guerre Stellari verrà conosciuta col nome di "The Great Hyperspace War". 

C'è una scena nell'episodio 3 dove il Senatore Palpatine cerca di sedurre Anakin Skywalker e trascinarlo al Lato Oscuro della Forza. Alle sue spalle spicca un bassorilievo che mi aveva incuriosito fin dalla prima volta che avevo visto il film. Se si cerca su internet, viene fuori che rappresenta appunto una battaglia della Great Hyperspace War. Ora lo sapete. 



A guidare l'attacco su Koros Major è proprio Gav, diventato ammiraglio della flotta di invasione di quel pianeta. Il nostro ingenuo amico inizia ad avere dei rimorsi, scende sulla superficie e incontra sua sorella. L'incontro non è dei migliori, con la scorta Massassi di Gav che viene eliminata da una Jori armata di proto-spada laser. Gav si rende conto di aver commesso una stupidaggine, ritorna sull'ammiraglia e raggiunge Naga Sadow, che si era ritirato in meditazione presso una nova instabile (a me rilassa il mare, ma non tutti sono come me). La flotta dell'Imperatrice Teta segue Gav, ingaggia battaglia con Naga, che per fuggire fa esplodere la stella. Gav muore, punizione forse eccessiva per un giovane ingenuo che comunque aveva cercato di riscattarsi.

Naga Sadow ritorna con la coda tra le gambe nell'Impero Sith, dove viene accolto dal rivale Ludo Kressh (che colpo di scena, aveva finto la sua morte). Riesce a vincere a stento, uccidendo per una buona volta Ludo. Non ha tempo di prendere fiato che ecco arrivare la flotta dell'Imperatrice. Qua Naga le prende di brutto e scappa lontano lontano. 

La Grande Guerra dell'Iperspazio è finita, nonostante gli enormi sacrifici su tutti i fronti. Nella Repubblica si festeggia. Jori mette su un'officina per astronavi, mentre Naga Sadow si ritira in esilio su Yavin 4, dove progetta la sua rivincita. 

Sceneggiatura e disegni sono della stessa squadra della miniserie precedente: sceneggiatura di Kevin J. Anderson, disegni di Dario Carrasco (disegni), Ray Murtaugh (colori), Mark Heike, Bill Black e David J. Beckett (chine). 

Avevo già scritto di come i disegnatori fossero riusciti a rendere l’idea di un’antichità remota rispetto a quella dei film, cosa che si veda molto bene nel design delle astronavi, che sembrano vascelli di legno, con tanto di sartiame e personale a terra che le deve ancorare. 


Non mi ricordo però se avevo parlato dei costumi. Sembrano usciti da un fumetto di Conan, o dalla fantasia di un Moebius. I personaggi non indossano tecnologia, non ci sono quelle tute spaziali o divise tipiche di un’opera di fantascienza. In questo reparto siamo in pieno fantasy, cosa che aiuta a rendere l’idea di un passato favoloso e ormai tramontato. 

L'Imperatrice Teta

C’è anche il piccolo particolare, che mi era sfuggito leggendo The Golden Age of Sith, delle spade laser che hanno bisogno di essere collegate tramite un cavo con un alimentatore portato a tracolla dai Jedi. Poi lamentatevi che il telefonino vi si scarica. 


Per essere la Grande Guerra Iperspaziale, la guerra occupa relativamente pochi albi e viene trattata abbastanza frettolosamente, con battaglie tra astronavi e masse di eserciti dove le vicende del singolo (Jar su Koros Prime o i Jedi su Corruscant) si perdono come una particella di sodio nell’acqua minerale. Almeno però le scene di battaglia, con velieri spaziali e mostri giganti usati come tank, sono bellissime da vedere. 




Penso sempre che la cosa più interessante di una storia sia il cattivo. Com’è quindi questo Naga Sadow, il vero protagonista di queste due miniserie? Ha tutto quello che serve per rendercelo simpatico (come personaggio). Usa il lato oscuro della forza per fare cose cattive. Riesce a essere seducente, almeno nei confronti di Jor. È convinto della propria superiorità, visto che in lui scorre poco sangue Sith (sembrerebbe che i Jedi Oscuri si siano allontanati dalla Repubblica e si siano mescolati con gli alieni Sith). Fa quasi simpatia, ma solo perché a conti fatti riesce a perdere ogni singola battaglia in cui è coinvolto, e questo non lo scoraggia mai. Lui ci tenta, con ogni mezzo: tradimenti, sotterfugi, inganni, violenza bruta (come quando fa esplodere un sole), anche se alla fine, sconfitto, deve accettare la sua condizione e ritirarsi in esilio, per ricostruire le sue forze e ritornare, un giorno. 


Tra i buoni spicca invece l’Imperatrice Teta. È una sovrana-guerriera, che ha unificato il suo sistema solare sconfiggendo i ribelli e mandandoli ai lavori forzati a vita. La sua è quasi un dittatura militare: senz’altro sotto il suo impero il suo popolo è l’unico abbastanza battagliero da prepararsi all’invasione Sith e portare la guerra in casa del nemico. Per finire, l’intero sistema solare viene rinominato Empress Teta. Viva la modestia.

New Camelot su Cronache Bizantine

“New Camelot” nell'insieme è un cocktail sperimentale che soddisfa lo stomaco, ma brucia il palato: una miscela dagli accostamenti arditi, ma dove la pura quantità controbilancia eventuali difetti.
Un must per gli avvinazzati del fantasy, sconsigliato agli astemi e ai timidi.
Sul blog Cronache Bizantine potete trovare la recensione al mio primo (e per ora) unico romanzo New Camelot, scritta da Zeno Saracino.



Buona lettura!